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Palladium
25 Ottobre 2013
DNA

Tabea Martin

Tabea Martin


Tabea Martin

Essere o non essere un danzatore. Sembra essere questo lo spunto iniziale di “Duet for two dancers”, lo spettacolo con il quale la coreografa, nata in Svizzera ma d’adozione Olandese, Tabea Martin approda al Romaeuropa Festival. Classe 1978, Martin lavora tra Amsterdam e Basilea ponendo al centro della sua ricerca artistica questioni sociologiche e focalizzando l’attenzione sul comportamento umano all’interno della quotidianità e dell’ambiente lavorativo.

Ed è forse per questo che, nei suoi lavori, il processo creativo prende il sopravvento sul risultato spettacolare andando a sondare l’ignoto e tutte quelle emozioni che si presentano inaspettatamente all’interno e intorno a un corpo. Uno spazio vuoto, dunque. Due danzatori entrano in scena; si presentano: “Io sono un danzatore e danzo così”. Ne segue un divertentissimo elenco di tipologie di movimento attraverso il quale si compone lentamente un discorso coreografico capace di intrecciare l’immaginario collettivo sviluppato dalla danza all’immaginario personale, all’intimità e alla biografia dei singoli danzatori.

L’ansia di non essere all’altezza delle proprie aspettative, di non riuscire a rispondere ai canoni imposti dal proprio ambito professionale o dalla società in generale; la paura della scelta quando la contemporaneità richiede scelte continue, sono solo alcune delle problematiche affrontate con delicata ironia da “Duet for two dancers”. Come possono due danzatori e una coreografa rispondere alle aspettative che la loro professione, la storia e l’immaginario della danza impongono? Essere o non essere un danzatore -si diceva- è questo il problema.

 

Crediti

Danza – 25′
Coreografia Tabea Martin
Danzatori Stefan Baier e Christian Guerematchi
Musica Igor Stravinsky
Fotografia Krunoslav Marinac
Ringraziamenti Amy Gale, Conny Jansen, Matthias Mooij e Pol Bierhoff
Produzione Kilim Production
Coproduzione Dansateliers & Conny Jansen Danst