Quando, nel 2008, La Tempesta Dischi (una delle più importanti label indipendenti italiane) pubblicava “Canzoni Da Spiaggia Deturpata”, primo disco de Le Luci Della Centrale Elettrica, erano immediatamente chiare le caratteristiche che avrebbero reso unico il progetto di Vasco Brondi, ferrarese, classe 1984. La voce ora carezzevole ora ruvida, l’intrecciarsi della chitarra acustica con lo scrosciare delle chitarre “disturbate” di Giorgio Canali (già con CCCP, CSI, PGR e produttore dell’album), ma soprattutto la capacità di distendere su questo panorama sonoro una personalissima scrittura testuale, hanno fatto de Le Luci Della Centrale Elettrica la punta di diamante di una nuova generazione di cantautori italiani che ha conquistato, in pochissimo tempo, l’attenzione di un pubblico numeroso e attento. Brondi sembra comporre le sue canzoni come delle carrellate cinematografiche: un inseguirsi impetuoso di immagini, descritte ed evocate, uno scontrarsi di citazioni giornalistiche, musicali, letterarie e di fotografie della quotidianità, ma anche linguaggio da social network e piccoli frammenti di vite personali. Simboli della società contemporanea, macerie del passato prossimo ed emotività personale compongono un paesaggio generazionale decadente e meraviglioso che ha sullo sfondo sempre l’Emilia. È questo il luogo dell’affetto, un territorio geografico, musicale, culturale e politico sospeso tra la terra e la luna. Cronache Emiliane, lo spettacolo che Vasco Brondi rimette in scena appositamente per Romaeuropa Festival, vuole essere un viaggio in questo orizzonte. A partire dalle immagini scattate dal fotografo emiliano Luigi Ghirri, set di una raccolta di narrazioni, Le Luci attraversa musiche originali, cover stravolte e testi di Gianni Celati, Roberto Roversi, Pier Vittorio Tondelli e Cesare Zavattini. Un viaggio nell’immaginario che nutre la poetica dello stesso cantautore, reduce del successo del suo ultimo disco, Costellazioni, o un percorso per confondere la Via Lattea con la Via Emilia.
Crediti
un viaggio in Emilia, attraverso le descrizioni dei suoi paesaggi, delle sue città e delle sue campagne, alternando testi di scrittori emiliani e musiche originali.
le fotografie di Luigi Ghirri saranno la scenografia di queste narrazioni, tra i testi di Gianni Celati, Roberto Roversi, Pier Vittorio Tondelli, Cesare Zavattini, Giorgio Bassani.
sonorizzazioni di Federico Dragogna