Il duo finlandese, formato da Mika Vainio e Ilpo Väisänen (il primo era deejay, il secondo un organizzatore di eventi e rave party), è nato nel 1994 con il nome di Panasonic, poi modificato in Pan Sonic su esplicita richiesta della major giapponese. Si è affermato sulla scena techno sperimentale internazionale a partire dal 1994, con tre album che ne hanno rivelato appieno la ricerca: Vakio (1995), Kulma (1997), A (1999), tutti con l’indipendente etichetta Blast First live.
La scelta del nome sottolinea la passione per le tecnologie più innovative, ed i Pan Sonic ricorrono spesso a strumenti autocostruiti (con la collaborazione di Jari Lehtinen), come il sintetizzatore a dodici oscillatori o quello costruito usando una vecchia macchina da scrivere: la loro musica infatti rielabora immagini e suggestioni sonore che vanno dalla scena industrial al proto-techno dei Suicide, al rockabilly, alla “musique concrète” di Pierre Henry, all’elettronica dadaista di Morton Subtonick, fino ai ritmi più evoluti della dance contemporanea. La loro fama di artisti elettronici sempre all’avanguardia è stata consolidata da prestigiose collaborazioni, come quella con Sakamoto o con Bjork.
Gran parte delle loro performance si svolgono all’interno di parcheggi di automobili, di treni, di spazi industriali abbandonati così come in musei, gallerie d’arte e luoghi rappresentativi della moda (quali le sfilate).
Tra i loro ultimi lavori, Kesto (234.48.4) – il cui titolo riporta, tra parentesi, la durata complessiva dei quattro compact disc – , è un suono che sintetizza le influenze musicali del duo di Turku e le approfondisce in chiave postmoderna. Quasi quattro ore di techno minimale, di reiterazioni convulsive.
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