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Teatro Olimpico
2 Dicembre 2009
25romaeuropa.net

Sidi Larbi Cherkaoui / María Pagés

Dunas


Photo © Piero Tauro
Dunas

I beduini e le popolazioni del deserto, incuriositi, sorpresi e divertiti, guardavano le due silhouette danzare sulle dune, fermarsi a parlare, poi riprendere i loro movimenti: è successo alla fine di quest’inverno nel Sahara marocchino e quei due, María Pagés e Sidi Larbi Cherkaoui, stavano preparando Dunas che sarà presentato in prima italiana a Romaeuropa 2009. È la prima collaborazione tra due importanti personalità della danza, diversissime tra loro, incentrata sulla fascinazione del deserto, un luogo di solitudine dove però si intrecciano i percorsi di genti che arrivano da lontano e vanno lontano, uno spazio contemplativo dove il destino traccia solchi profondi sulla sabbia, mentre il vento li cancella.

Un incontro voluto dai due artisti che si conoscevano e stimavano da tempo: portante in loro è la confluenza di svariate culture, estetiche, idee del movimento, e non solo perché Pagés è una diva del flamenco e Cherkaoui invece è una delle nuove personalità della danza contemporanea: la loro essenza è gia in partenza multiculturale. Coreografo e danzatore, giovane breakdancer emerso da quella fucina di talenti che è il Ballets C. de la B. di Alain Platel, già per le sue origini -madre belga e padre marocchino- Cherkaoui possiede la fusione di culture che si manifesta con naturalezza nelle sue creazioni inclini al teatro-danza come Foi, Tempus fugit e Zero Degree in collaborazione con il danzatore anglo-indiano Akram Khan, tutti presentati a Romaeuropa, oppure Sutra con i monaci tibetani del tempio Shaolin. Un fisico, il suo, piccolo e asciutto, slanciato, flessibile, nervoso: duttile alle più diverse tecniche, utilizzate con grande espressività.

Imperiosa presenza scenica, danzatrice di sconfinato carisma, Pagés ha trovato nel flamenco un universo già di per sé composito, dove si erano sedimentate tradizioni gitane, e dunque in parte provenienti dal lontano oriente, arabe ed europee: definita la “danzatrice dalle braccia senza fine”, nel suo recente lavoro Sevilla a esempio confrontava il flamenco con diverse forme d’arte, aprendo la danza dell’Andalusia a nuovi territori e possibilità di sviluppo. Non è un caso che uno studio preliminare di una parte di Dunas abbia debuttato alla Cité Nationale de l’Histoire de l’Immigration: la prospettiva del dialogo tra i due artisti rispecchia quello tra persone di diverse culture, non nel senso astratto di popoli o di stati ma di incontri, per quanto difficili, tra individui. Più che negli ovattati palazzi di rappresentanza, nella confusione delle strade; più che sui tavoli dei grandi summit, sulle tavole del palcoscenico della vita: è lì il luogo del dialogo che nello spettacolo si riflette anche nella colonna sonora originale eseguita da un ensemble dove suonano affiancati musicisti di estrazione classica, araba, e flamenca. E proprio nella dimensione metafisica del deserto, uno spazio puro, aperto e disabitato, l’incontro e il dialogo acquistano il valore di una scommessa che si rinnova ogni giorno: sia essa miraggio o realtà, ha la magia dei segni sulla sabbia lasciati dalle mani o dai piedi che il vento porta via e solo la danza e la vita riescono a evocare nuovamente ogni volta.

Sidi Larbi Cherkaoui è stato ospite del Romaeuropa Festival 2003 con Foi al Teatro Valle e nel 2004 con Tempus fugit all’Argentina; al Romaeuropa Festival 2007 ha presentato all’Auditorium Conciliazione Zero Degrees, che lo vede protagonista insieme a Akram Khan.