Autore italiano di spicco soprattutto fra gli anni Sessanta ed Ottanta, è sceneggiatore e regista di commedie popolari graffianti e di densi drammi corali, costruiti con lucidità e un’attenzione di stampo umanista ai personaggi ed al contesto sociale.
Classe 1931, Ettore Scola nasce a Trevico (Avellino), ma da bambino si trasferisce con la famiglia a Roma. Alla fine degli anni ’40, mentre ancora frequenta Giurisprudenza all’Università di Roma, collabora come vignettista al giornale umoristico “Marc’Aurelio”. Debutta poi nella scrittura cinematografica come battutista per la bottega di sceneggiatura di Marcello Marchesi e Vittorio Metz. Dalla metà degli anni ’50 è sceneggiatore di commedie spesso in coppia con Ruggero Maccari. Fra le opere a cui collabora: Il sorpasso (1962), I mostri (1963), entrambi per la regia di Dino Risi, Io la conoscevo bene (1965), di Antonio Pietrangeli.
Il suo esordio alla regia avviene con il film a episodi Se permettete parliamo di donne (1964), scritto con Maccari, protagonista Vittorio Gassman. Per Dramma della gelosia: tutti i particolari in cronaca (1970) il protagonista Marcello Mastroianni vince una Palma d’oro a Cannes come migliore attore. Scola esplicita cinematograficamente la sua militanza politica con la docufiction Trevico-Torino: viaggio nel Fiat-Nam (1972), seguita da C’eravamo tanto amati (1974), protagonisti Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Stefano Satta Flores e Stefania Sandrelli. Quest’ultimo resta uno dei film italiani più importanti e popolari degli anni Settanta: la storia di una lunga amicizia che sfocia in un affresco generazionale che spazia dalla Liberazione fino agli “anni di piombo”. Il film ottiene un Nastro d’argento, il César per la miglior sceneggiatura, il Primo premio al Festival di Mosca. Segue poi Brutti, sporchi e cattivi (1976), Premio per la regia al Festival di Cannes, una commedia grottesca dedicata al sottoproletariato delle borgate romane, protagonista Nino Manfredi. Con Una Giornata Particolare (1977), storia dell’amicizia fra una casalinga trascurata ed un antifascista omosessuale – sullo sfondo della parata del 1938 per la visita di Hitler a Roma -, con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, ottiene un David di Donatello per la miglior regia, un Nastro d’argento per la miglior sceneggiatura, un César come miglior film straniero, un Golden Globe e una Nomination all’Oscar per il miglior film straniero.
A partire dai primi anni ’80, mentre continua a ricevere riconoscimenti internazionali dalla critica, il cinema di Scola perde la popolarità che l’aveva caratterizzato in passato, pur continuando ad affrontare temi con uno sguardo che non si discosta molto dall’analisi sociale del paese. Mentre con La Terrazza (1980) realizza un feroce ritratto degli intellettuali progressisti romani, in Ballando Ballando (1983, dall’omonimo spettacolo del Théatre du Campagnol) ripercorre, in forma di musical stilizzato, 50 anni di storia. E se ne La famiglia (1987), affronta la storia e la crisi di tre generazioni di una famiglia estesa, in Che ora è (1989), racconta i rapporti tra padre e figlio, dirigendo nei rispettivi ruoli, Marcello Mastroianni e Massimo Troisi.
Nel 1995 dirige Alberto Sordi in Romanzo di un Giovane Povero, a cui seguono La cena (1998), Concorrenza Sleale (2000), con Diego Abatantuono, Sergio Castellitto e Gérard Depardieu, e Gente di Roma (2003).
Ettore Scola Ettore Scola Ettore Scola Ettore Scola
Ettore Scola