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Josef Nadj


Josef Nadj Josef Nadj Josef Nadj Josef Nadj
Josef Nadj

Nato a Kanjiza, in Vojvodine, regione di lingua ungherese della ex-Jugoslavia, Nadj frequenta l’Istituto di Belle Arti e l’Università di Budapest, dove inizia un po’ per caso a seguire i corsi di teatro, senza abbandonare la sua pratica di arti marziali. Su consiglio del suo maestro, lascia Budapest per Parigi, dove sbarca nel 1980: qui scopre la danza e molto velocemente condivide l’universo coreografico di Mark Tompkins, Catherine Diverres e François Vérret. Il 1986 è l’anno della fondazione della sua compagnia, che debutta l’anno successivo con Canard Pékinois, ispirato al ricordo del paese natale di Nadj: questo primo spettacolo mette in evidenza uno stile che tende a mescolare teatro e danza nella creazione di un universo scenico grottesco e immaginifico, il quale diventerà inconfondibile cifra stilistica del coreografo, capace di consacrarlo a livello internazionale. In un successo crescente, seguono dunque opere come 7 Peaux de Rhinocéros (1988), La Mort de l’Empereur (1989), Comedia tempio (1990), Les Echelles d’Orphée (1992), Woyzeck e l’Anatomie du Fauve (1994), Le Cri du Caméléon (1995, realizzato per il Centre National des Arts du Cirque), i Commentaires d’Habacuc (1996), Le vent dans le sac (1997) e Petit psaume du matin (1999, per Dominique Mercy, nell’ambito del Vif du sujet al Festival d’Avignone). Diventato nel frattempo direttore del Centre Chorégraphique National d’Orléans, sempre nel 1999 crea al Théâtre de la Ville di Parigi Les veilleurs, tratto dall’opera di Frank Kafka, e Le temps du repli, trio per due danzatori e un percussionista allestito alla Scène Nationale d’Orléans.
Tra le opere più recenti di Nadj si contano una nuova versione di Petit psaume du matin, nel 2001, Les philosophes (omaggio a Bruno Schulz per cinque ballerini, presentato al Festival di danza di Cannes), Journal d’un inconnu (2002, alla Biennale di Venezia), Il n’y a plus de firmament (2003), dedicato al pittore Balthus, Poussière de soleils (2004), ispirata dall’opera di Raymond Russel, e Last Landscape (2005), nata dalla collaborazione con il celebre percussionista Vladimir Tarasov.