La forte ascendenza interdisciplinare che accompagna da sempre la ricerca di Lucia Latour nella danza e nel teatro, deve molto ad una formazione avvenuta lungo due percorsi paralleli, che la portano a diplomarsi presso l’Accademia Nazionale di Danza (dove ha l’occasione di imparare da maestri del calibro di Boris Kniaseff, Mila Cirul, Kurt Joss) e contemporaneamente a laurearsi in architettura all’Università di Roma “La Sapienza”. Nel 1972 partecipa alla fondazione del Gruppo Altro/Lavoro Intercodice, che fin dal nome aspira a diventare un laboratorio aperto a diverse forme espressive: danzatori, pittori, musicisti, architetti, fotografi e artisti della più diversa estrazione realizzano insieme mostre e spettacoli teatrali, accumulando esperienze che dieci anni più tardi saranno raccolte nel volume Altro /Dieci anni di lavoro intercodice (Edizioni Kappa).
Il libro segna ovviamente la conclusione del percorso del Gruppo Altro, ma la Latour continua la sua ricerca concentrandosi sulla danza e collaborando con il compositore Luigi Ceccarelli: risalgono a questo periodo spettacoli come Pas d’espace (1981), Spatium Teca (1983, rappresentato a Bourges, in Francia, nell’ambito del XII Festival des Musiques Experimentales) e Lalu La (1985).
Il lavoro che, come coreografa e danzatrice, compie sul corpo nei primi anni Ottanta si riallaccia a quella “contact-improvisation” elaborata dal coreografo americano Steve Paxton, e consistente in una comunicazione dei gesti basata appunto sul contatto, sulla trasmissione dell’energia da un corpo all’altro.
Il 1986 è comunque l’anno della svolta: fonda la compagnia di danza contemporanea Altroteatro e, a partire dalla realizzazione di Frilli Troupe, che le offre la possibilità di un palcoscenico internazionale, sposta l’obiettivo della sua pratica artistica dall’improvvisazione del corpo al suo spiazzamento, alla sua decontestualizzazione. Nelle coreografie della compagnia sopraggiunge il paradosso, lo humour, ma soprattutto una profonda tensione spaziale, che sfrutta appieno la consapevolezza architettonica della Latour. Oltre Frilli Troupe, appartengono a questo periodo creativo On y tombe…on n’y tombe (1988), Anihccam (1989), Naturalmente tua (1992).
Dal 1993, un nuovo cambio di strategia investe la ricerca scenica del gruppo, che si riconcentra nuovamente sul singolo corpo come perno assoluto dello spettacolo: Marmo Asiatico (1993), Metopa sud-Planktai (1994), Ultramarine (1995), ben testimoniano questo periodo di transizione, che traghetta la compagnia verso un allargamento dello staff tecnico e nuove sperimentazioni multimediali. A partire dal 1997, infatti, le tecnologie e l’immaginario digitale assumono un ruolo preponderante nelle coreografie della Latour, come anche la musica elettronica e l’uso del video: Straballata (1997), Du vu du non vu (1998, in collaborazione con gli artisti visivi Carlo Bernardini, Pino Barillà, Licia Galizia e Paolo Radi), _ansa (1999), sono le tappe di un percorso che culmina nel 2001 con Physico, realizzato nell’ambito del progetto “Momentanea” e arricchito dalle architetture di Orazio Carpenzano, dalla musica elettronica dal vivo di David Barittoni e dal video in azione di Roberto Carotenuto.
All’attività artistica, che negli anni ha portato la sua compagnia in tournée in moltissimi paesi europei, Lucia Latour ha comunque sempre affiancato un’appassionata propensione pedagogica, insegnando per dieci anni (1978-88) presso l’Accademia Nazionale di Danza e dirigendo diversi laboratori all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, all’Università di Roma, allo IUSM. Nel 1991 ha inoltre partecipato alla costituzione del Centre Européen pour la Chorégraphie, diretto da Susan Buirge, presso l’Abbaye de Prémontrés, in Francia, e nel 1992 alla fondazione dell’Associazione LAICC (Liberi Autori Italiani Coreografi Contemporanei). Dal 1993 al 1996 è stata direttore artistico delle manifestazioni di danza contemporanea “Aspidistra” ad Orvieto e “Segni Mobili” a Roma.
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