È autore di numerose sigle per la Rai, tra cui Scatola aperta, Video sera, L’usignolo dell’imperatore, II pianeta Totò, Aids, Videocomic. Nel 1983 firma per il Tg2 Rai la prima sigla tridimensionale realizzata in Italia, cui farà seguito quella per il Tg3. Partecipa a numerose edizioni del Festival di Arte Elettronica di Camerino, alla Biennale di Venezia: arte e scienza, alla Quadriennale di Roma, alla Triennale di Milano, a Imagina di Montecarlo. Nel 1990 vince il Prix Ars Electronica di Linz con Footprint, il video che inaugura le trasmissioni via satellite della Rai. Realizza quadri con tecniche miste: pittura, fotografia ed elettronica, che vengono esposti a Roma, Milano, New York. Realizza l’immagine coordinata di RaiSat, del Dse, di Rai-America e di S. Marino RTV. Nel 1994 allestisce una personale al Lingotto di Torino dal titolo Architetture elettroniche. La città, la televisione.
Nella seconda metà degli anni Novanta Sasso si concentra sulle videoinstallazioni, genere in cui sintetizza la ricerca pittorica e la contaminazione tecnica e linguistica multimediale. Appartengono a questa ultima stagione La stanza di Vertov e La stanza di Bacon (1993), caratterizzate dal dialogo con la tradizione cinematografica e pittorica del Novecento, oltre che Le città continue (1996-1997) e Omaggio a Leopardi (1997) che evocano il rapporto tra artisti, città e natura. Del 1999-2000 sono Trittico – esemplificativo della vocazione della videoarte al confronto e all’interazione con le altre arti – e La torre delle trilogie, presentata anche all’Esposizione Universale di Hannover del 2000.
Mario Sasso Mario Sasso Mario Sasso Mario Sasso
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