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Memè Perlini


Memè Perlini Memè Perlini Memè Perlini Memè Perlini
Memè Perlini

Cavalieri d’antichi Tempi Santi (1986)
Grand Tour Cinema (1993)
Regista di teatro e cinema, ma anche attore e scenografo, Amelio-Memè Perlini è stato uno dei protagonisti della scena d’avanguardia romana degli Anni Settanta. Nato nel 1947 a Montecchio, Reggio Emilia, da una famiglia di girovaghi proprietari di giostre, nel 1968 si trasferisce nella capitale, dove studia all’Accademia di Belle Arti da illustratore e disegnatore. Il primo contatto con il teatro arriva come scenografo per il Teatro dei Folli, poi con l’approdo alla Fede, dove, oltre che costumista, si scopre attore sotto la regia di Giancarlo Nanni per il quale interpreta tra gli altri L’imperatore della Cina, A come Alice, Risveglio di primavera.
L’anno della svolta è il 1973, quando fonda il Teatro La Maschera insieme al pittore e scenografo Antonello Aglioti, che resterà sempre il suo più fedele collaboratore, ed al musicista Alain Curran: Pirandello chi? segna l’esordio alla regia al Beat 72, e gli procura una certa popolarità. Segue una serie di spettacoli che fanno scalpore per la loro vena dissacratoria e per le provocazioni antiborghesi, ma la cui ricerca formale, che spesso attinge all’immaginario popolare ereditato dalla famiglia stravolgendone i contenuti, proietta la compagnia tra le più stimolanti del teatro sperimentale: appartengono a questo periodo Tarzan (1974), Candore giallo (1974), Otello perché? (1975, recitato in romagnolo, con una vecchia Desdemona e uno Jago bambino), Paesaggio n.5, Locus solus (1976), La partenza dell’Argonauta (1976).
Con il compagno Aglioti apre a Roma il teatro La Piramide, che diventerà negli anni un imprescindibile punto di riferimento per la scena d’avanguardia nazionale e in cui Perlini dirige tra gli altri La cavalcata sul lago di Costanza di Peter Handke. All’inizio degli anni Ottanta sceglie di rivisitare alcuni classici, da Gli Uccelli di Aristofane a Il mercante di Venezia di Shakespeare, ma la sua ricerca che procede soprattutto verso l’appropriazione di nuovi spazi, lo porta a lavorare per la televisione (Cavalleria rusticana, 1981) e soprattutto ad affrontare una serie di spettacoli per le strade e nelle piazze italiane: Intorno a Garibaldi, rappresentato all’aperto sul Lungotevere, Storia di un Soldato di Ramuz-Stravinskij (1984), in piazza della Rocca a Todi, All’uscita di Pirandello, in piazza Grande ad Arezzo (1987).
La crescente popolarità lo rende ospite gradito dei luoghi più prestigiosi e tradizionali del teatro italiano, dal Festival di Spoleto al teatro Olimpico di Vicenza, dove nel 1990 allestisce una versione di Ifigenia in Aulide di Euripide. A partire dal 1987, inoltre, con Cartoline italiane, Memè Perlini si cimenta anche nel cinema, dirigendo in seguito Ferdinando uomo d’onore (1991) e Il ventre di Maria (1993). Il rapporto con il cinema sarà più intenso sul fronte attoriale, interpreta infatti parti di rilievo in film come Atto di dolore (1990) di Pasquale Squitieri, Panama Sugar (1990) di Marcello Avallone, Un amore americano (1992) di Piero Schivazappa, senza parlare di piccole parti in film precedenti come Cercasi Gesù (1982) o La Famiglia (1986), o successivi come La lingua del santo (2000) di Carlo Mazzacurati.
L’attività teatrale di Perlini continua tuttora con ritmi sostenutissimi, sia come regista che come autore: i suoi testi, circa cinquanta in tutto, sono rappresentati in tutto il mondo.