Tra il 1961 ed il 1967 studia composizione con Alan Bush alla Royal Academy of Music e musicologia con Thurston Dart al King’s College di Londra. In disaccordo con l’allora corrente ortodossa del modernismo internazionale, abbandona nel 1964 gli studi di composizione per dedicarsi unicamente a quelli di musicologia e collabora con diverse riviste, tra cui “The Spectator”, in qualità di critico musicale: Nyman è il primo che, nel 1968, applica il termine “minimalismo” alla musica, recensendo The Great Digest di Cornelius Cardew. Quello stesso anno, la trasmissione di Come out di Steve Reich durante un programma radiofonico alla BBC lo “riconverte” alla composizione, anche se nel frattempo si occupa principalmente di scrivere il libretto per il dramma pastorale Down by the Greenwood Side di Harrison Birtwistle e di pubblicare il celebre saggio Experimental Music – Cage and Beyond (1974). Due anni dopo, Birtwistle, stavolta in veste di nuovo Direttore Musicale del National Theatre di Londra, gli commissiona gli arrangiamenti musicali di canzoni veneziane del diciassettesimo secolo per Il Campiello di Carlo Goldoni: per l’occasione, Nyman assembla ciò che descrive come “la più rumorosa band di strada non amplificata” che egli potesse immaginare. Dopo la produzione del Campiello Nyman mantiene unito il gruppo, aggiungendovi il pianoforte e dandogli un repertorio minimo con la composizione di In Re Don Giovanni, poi incluso in entrambi gli album Michael Nyman e Michael Nyman… Live. Successivamente muta la struttura dell’ensemble, introduce l’amplificazione e nasce così ufficialmente la Michael Nyman Band, laboratorio all’interno del quale il compositore ha potuto perfezionare il proprio stile costituito da forti melodie e ritmi flessibili ma ancora assertivi. Per quanto la maggior parte delle composizioni Nyman l’abbia creata per la propria Band, sono tuttavia numerose le partiture destinate ad altre formazioni, dalle orchestre sinfoniche ai cori e ai quartetto d’archi.
Egli scrive inoltre numerosi lavori per il palcoscenico (The Man who Mistook his Wife far a Hat, 1986) e per le opere di coreografi come di Siobhan Davies, Lucinda Childs e Stephen Petronio; il suo nome, però, viene scoperto dal grande pubblico soprattutto grazie ad alcune celeberrime colonne sonore per il cinema, tra cui vanno ricordate quelle composte per Peter Greenaway (The Draughtsman’s Contract, 1982, Drowning by Numbers, 1988, Prospero’s Books, 1991), Jane Campion (The Piano, 1993), Winterbottom (Wonderland, 1999), Neil Jordan (End of the Affair, 1999). Il suo eclettismo e la grande curiosità musicale lo spingono anche a comporre per eventi di moda, tra cui Yamamoto Perpetuo per lo stilista Yohij Yamamoto nel 1993, oltre che per un videogioco, Enemy Zero (1996). Nel 2000, Balancing the Books, commissionato da Swingle Singers per il 250mo anniversario della morte di Bach viene premiato al London Festival e nello stesso anno Nyman presenta in Spagna il suo Facing Goya. Con The Commissar Vanishes (1999), evento audiovisivo commissionato dal Barbican Centre di Londra e dal Warwick Arts Centre, Nyman conferma il suo interesse per lo sperimentalismo multimediale, mentre un’altra sua passione, quella della contaminazione con la musica etnica, lo spinge a collaborare con maestri come Abdessadak Chekara dell’Orchestra di Tetuan o con il mandolinista indiano Padmashrin U. Shrinivas.
Commissionata dallo Schleswig-Holstein Music Festival, ha debuttato nell’agosto del 2003 ad Amburgo la sua prima opera per violino, ma tra le ultime produzioni vanno ricordate soprattutto quelle legate alla sua attività triennale di compositore residente al Badisches Staatstheater di Karlsruhe, dove, oltre una riscrittura di Facing Goya, ha presentato Man and Boy: Dada (2004), tratta da Kurt Schwitters, e Love Counts (2005), entrambi su libretto di Michael Hastings.
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