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Mikhail Baryshnikov


Mikhail Baryshnikov Mikhail Baryshnikov Mikhail Baryshnikov Mikhail Baryshnikov
Mikhail Baryshnikov

Nato nel 1948 a Riga, in Lettonia, da genitori russi, inizia a studiare danza giovanissimo. Dopo pochi anni viene ammesso alla Vaganova School di Leningrado dove si forma sotto la direzione del famoso Alexander Puskin. Entrato come solista nel Kirov Ballet, vi rimane dal 1968 al 1974, anno in cui lascia la Russia comunista. Fino al 1979 danza in quasi tutto il mondo, con compagnie classiche e contemporanee, stabilendosi infine a New York, prima come danzatore principale al New York City Ballet, quindi in veste di direttore artistico dell’American Ballet Theatre, dal 1980 al 1989. Nel 1990, insieme a Mark Morris, fonda il White Oak Dance Project, progetto grazie al quale forma un’intera nuova generazione di ballerini e con il quale compie diverse tournées in America e in Europa, diventando uno dei punti di riferimento della modern dance statunitense. Con un nome preso dalla White Oak Plantation, una area selvaggia di 7.500 acri al confine fra Georgia e Florida che le fa da sede, la compagnia ha commissionato, nel corso della sua esistenza, più di 40 lavori a maestri ed artisti emergenti quali David Gordon, John Jasperse, Lar Lubovitch, Tere O’Connor, Kevin O’Day, Lucinda Childs, Dana Reitz, Jerome Robbins, Joachim Schlömer, Paul Taylor, e Twyla Tharp, acquistandone molti altri da coreografi del calibro di Trisha Brown, Martha Clarke, Merce Cunningham, Jane Dudley, Martha Graham, Hanya Holm, José Limón e Meredith Monk.
Al di là del suo instancabile lavoro di animatore culturale del mondo della danza, Baryshnikov rimane nell’immaginario collettivo come uno dei più grandi ballerini viventi, protagonista di più di cento allestimenti in ruoli classici e moderni – tra quest’ultimi, Push Comes to Shove di Twyla Tharp e Apollo di George Balanchine. Accanto a queste sue memorabili interpretazioni, va ricordata inoltre la sua lunga carriera di attore cinematografico, che lo ha visto recitare in film quali Due vite, una svolta (1977), di Herbert Ross, o Il sole a mezzanotte (1985), di Taylor Hackford.
Tra gli ultimi dei molti riconoscimenti ricevuti, si contano il New York Dance and Performance Award (1997), il Kennedy Center Honor e la National Medal of Arts (2000), il Jerome Robbins’ Award, il Liberty Award e l’Arison Award.
Il suo più recente e ambizioso progetto, di cui è previsto il debutto nell’autunno 2005, porta il nome di Baryshnikov Arts Center, laboratorio aperto a tutti gli artisti indipendenti con sede nel cuore di New York.