Nato a Johannesburg nel 1955, William Kentridge si laurea in Scienze Politiche, passando in seguito a studiare Belle Arti alla Johannesburg Art Foundation e mimo a Parigi con Jacques Lecoq. Il suo interesse per il cinema e il teatro risale all’inizio degli anni settanta, quando si impegna in diversi progetti come autore, regista, attore e scenografo, fondando la Junction Avenue Theatre Company e collaborando alla realizzazione di sceneggiati televisivi e lungometraggi. La sua prima esposizione personale di stampe e disegni risale comunque al 1979 (ne seguiranno numerose, da allora, sia in Africa che in Europa), mentre il lavoro nell’animazione viene inaugurato dieci anni più tardi con Johannesburg 2nd Greatest City After Paris, dove compaiono per la prima volta i celebri personaggi di Soho e Felix.
La sua eclettica e versatile attività artistica ha ricevuto negli anni consensi sempre più unanimi, approdando nei maggiori festival internazionali, come dimostra la retrospettiva dedicatagli nel 1993 dall’International Film Festival di Edimburgo e poi ripresa dal Museum of Modern Art di New York e dal Centre George Pompidou di Parigi. Ospite della Biennale di Venezia, della X Documenta di Kassel, del Kunstverein di Monaco, del Museo d’Arte Contemporanea di Barcellona e della Serpentine Gallery di Londra, William Kentridge ha dato una ulteriore svolta alla sua carriera dopo l’incontro, nel 1992, con la Handspring Puppet Company, compagnia di marionette: al pluripremiato Woyzeck on the Highveld, prima occasione per sperimentare l’uso del disegno, dell’animazione, della performance dal vivo e della puppetry in un’unica opera, sono seguiti Faustus in Africa! (1995), Ubu and the Truth Commission (1997), Il ritorno di Ulisse (1998), Confessions of Zeno (2002, con le musiche di Kevin Volans).
Capace di raccontare i risvolti più duri e quotidiani della realtà sudafricana con un linguaggio che nulla concede alla retorica, Kentridge oltre a continuare nel disegno di brevi film di animazione (il suo Soho è protagonista anche dell’ultimo Tide Table, 2004, dedicato all’emergenza Aids in Sudafrica), Kentridge partecipa con la sua opera alle maggiori kermesse mondiali, come recentemente dimostrano le sue installazioni per la Triennale di Auckland 2004 e per la Biennale di Venezia 2005.
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William Kentridge