Una mostra singolare e complessa, articolata in tre sezioni, grazie alla quale è stato possibile, per la prima volta nella storia dell’Accademia di Francia, consentire l’accesso agli studi, quegli ateliers dei Prix de Rome che hanno accolto i più grandi nomi della cultura francese degli ultimi due secoli.
La prima esposizione, Stanze, porta la firma dello scultore olandese Tjeerd Alkema, che con le sue “anamorphoses” riformula lo spazio attraverso distorsioni prospettiche, puntando ad un perpetuo spiazzamento del punto di vista dello spettatore.
Laboratoire è il titolo invece della mostra di Emmanuel Saulnier, che vede protagonisti elementi come il vetro e l’acqua, la cui trasparenza fluida e organica si combina con la linearità del disegno, in un gioco stimolante tra regola ed emozione, forma e natura.
Ritratti, infine, presenta una ventina di restauri realizzati da Guy Le Coroller, per restituire al pubblico il volto di alcuni numi tutelari della cultura francese, selezionati fra i settecento artisti Prix de Rome che alloggiarono in queste stanze: da Berlioz a Ingres, da David a Debussy, i grandi del passato sembrano tornati ad offrire il loro sguardo benevolo a Villa Medici.
Rassegna stampa
“Una Massenzio d’élite: questa l’atmosfera incantata e un po’ rarefatta della giornata inaugurale del Festival di Villa Medici, dove Jean-Marie Drot, il direttore dell’Accademia di Francia, ha accompagnato verso le 19 i suoi ospiti per i labirintici giardini della Villa per mostrare loro, per la prima nella storia dell’Accademia, i famosi ateliers dei Prix de Rome. Dopo poche parole spese per l’inaugurazione assieme all’assessore Ludovico Gatto – visibilmente orgoglioso per aver dato il via ad una manifestazione senz’altro prestigiosa anche se per pochi intimi – è iniziato il primo percorso-spettacolo nella Villa. Protagonisti i suoi stupendi viali che conducevano ai riservatissimi ateliers che hanno visto transitare i nomi più celebri dell’arte francese degli ultimi due secoli. La Mostra si intitolava appunto Voyage dans le Labyrinthe, dove per pochi attimi il corteo degli ospiti che seguiva il direttore dell’Accademia si disperdeva piacevolmente tra gli stretti sentieri dei giardini, prima che una fitta acquerugiola sparpagliasse ancora di più i visitatori”.
(Teresa Campi, Nei labirinti dell’Accademia, Paese Sera, 15 giugno 1986)
Crediti
STANZE
Sculture di Tjeerd Alkema
LABORATOIRE
Sculture di Emmanuel Saulnier
RITRATTI DEI PRIX DE ROME
A cura di Guy Le Coroller