A trasformare in spettacolo il Ramayana, poema epico indù già protagonista in questa edizione del Festival con il Bali Wayang Wong e con il Khon tailandese, è stato questa volta il Wayang Kulit del Sultanato di Kelantan. “Wayang Kulit” significa “teatro di figure di cuoio” e rimanda alla antichissima arte delle silhouette, realizzata grazie alle ombre proiettate da piccole sagome intagliate nel cuoio. Le figure predisposte per un singolo spettacolo sono circa un centinaio e vengono manovrate da un unico maestro, il dalang, che dà loro anche la voce, alternando l’aulica lingua di corte al parlato popolare dei clowns e lasciando spesso spazio all’improvvisazione. Nell’elaboratissimo disegno degli abbigliamenti è riconoscibile inoltre la decisiva influenza esercita sul kulit malese dal khon tailandese.
L’esibizione, nella cornice atipica del cortile del Liceo Visconti, è stata accompagnata da nove musicisti, per un totale di otto percussioni e con l’unica linea melodica del serunai, strumento tradizionale simile al nostro oboe.
Rassegna stampa
“La trama per uno spettatore occidentale non è facile da seguire. Le ombre dialogano fra loro o intonano canti struggenti grazie al Delang, che presta loro la voce facendole parlare nella lingua di corte malese. Rama, sua moglie Sita e il fratello Laksmana sono i protagonisti delle avventure del Ramayana. Esiliati per quattordici anni nella foresta sono sul punto di fare ritorno alla loro città quando il re dei demoni, Ravana, invaghitosi di Sita, la rapisce. Rama e Ravana, il bene e il male, si scontrano in uno strenuo combattimento, ma il principe e la sua virtù trionfano nel finale.
L’attenzione del folto pubblico non era catturata tanto dalla vicenda, quanto dai segreti che si celano dietro la tela bianca. Prima i bambini, poi alcuni adulti incuriositi hanno aggirato il palco per ammirare l’abilità del Delang. Accovacciato sul palco muove veloce le sue marionette, infilzate in un lungo tronco di banano adagiato di fronte a lui. Musica e dialoghi sono improvvisati, seguendo uno schema rituale, rinnovando ogni sera lo spettacolo”.
(Paola Di Luca, Figure di cuoio di Wayang Kulit, l’Unità, 24 luglio 1990)
WAYANG KULIT: LA TRAMA
di Giovanni Giuriati
Quando Sri Rama, la sua sposa Sita Dewi e suo fratello Laksamana si apprestano a rientrare al loro regno di Ayudhia attraversando la foresta, Sri Rama trova un piccolo padiglione dove Rawana, il re dei demoni, ha teso un tranello per lui. Laksamana lo consiglia di non entrare. Sri Rama ha sete e manda Laksamana a cercare dell’acqua. Rawana ha costruito due sorgenti, la prima con acqua torbida e nauseabonda, la seconda con acqua limpida nella quale ha gettato del veleno. Laksamana porta a Sri Rama un po’ d’acqua torbida ma egli si rifiuta di berla. Laksamana ha intuito che Rawana ha fatto un sortilegio sull’acqua limpida e avverte Sri Rama, ma egli conduce Sita Dewi verso la fonte d’acqua limpida e tutti e due bevono quell’acqua.
Sentendo improvvisamente caldo, si immergono nella fonte chiara per rinfrescarsi ma, quando ne riemergono, sono trasformati in scimmie. Scompaiono allora nel profondo della foresta. Laksamana, che ha assistito alla crudele metamorfosi, li insegue e li colpisce con il suo arco restituendoli alle loro forme originali ed essi continuano il loro viaggio.
Più tardi, nello stesso giorno, essi si fermano per riposare e Sri Rama si addormenta. Rawana, preso da passione per la principessa, si manifesta sotto la forma di un giovane cervo dal pelo d’oro che lecca la mano di Sita Dewi. Essa è molto attratta dalla bellezza del suo pelo e, quando Sri Rama si sveglia, gli chiede di catturare il cervo.
Laksamana resta accanto a Sita Dewi mentre Sri Rama parte alla ricerca dell’animale. Rawana imita la voce di Sri Rama chiedendo aiuto. La voce sembra uscire dal profondo della foresta. Laksamana traccia un cerchio magico attorno a Sita Dewi per proteggerla e parte alla ricerca di suo fratello.
Rawana arriva travestito da eremita mendicante e chiede l’elemosina a Sita Dewi. Resta appena al di fuori del cerchio magico e non appena Sita Dewi gli offre da mangiare, la tira fuori dal cerchio e la rapisce con le sue possenti braccia. I suoi compagni non si accorgono di nulla.
Mentre Rawana si alza in aria, l’uccello gigante Jintayu, che era stato servitore di Sri Rama, tenta di salvare Sita Dewi e lotta con Rawana, ma cade a terra ferito a morte.
Rawana porta Sita Dewi nel suo palazzo presso l’isola di Langkapuri.
Sri Rama e Laksamana partono alla ricerca di Sita Dewi. Nel loro cammino incontrano Jintayu agonizzante sull’erba; prima di morire egli ha appena il tempo di raccontare a Sri Rama il rapimento di Sita Dewi.
Sri Rama incontra Hanuman, la scimmia bianca guerriera e, con il suo aiuto, riunisce una grande armata di scimmie comprendente il re delle scimmie Sagariwa ed i due comandanti Angada e Anila. Ma Sagariwa domanda a Sri Rama di sconfiggere innanzitutto suo fratello, la scimmia Bali, che vuole impadronirsi del suo trono. Ha luogo un duello e, grazie a Sri Rama, Sagariwa è vincitore; il re delle scimmie giura fedeltà a Sri Rama.
Essi tentano di costruire un ponte di pietra sul mare, ma la Principessa dei Pesci distrugge il ponte per tre volte. Hanuman scende allora sul fondo del mare e seduce la principessa che ne resta subito incinta. Allora essi possono costruire il ponte.
Rawana è ritornato nel suo palazzo di Langkapuri, ma Sita Dewi respinge le sue profferte.
Hanuman arriva nell’isola, cerca Sita Dewi, ma essa rifiuta di essere salvata da qualcun’altro che non sia il suo sposo. Hanuman è fatto prigioniero dalle guardie di Rawana e viene gettato sul rogo. Riesce a liberarsi dai legami e, saltando di tetto in tetto, incendia molti edifici, distruggendo in parte Langkapuri. Hanuman fugge e ritorna da Sri Rama, riferendogli l’esito della sua missione. Si susseguono una serie di scontri tra i guerrieri delle due armate nemiche. Due dei combattimenti più furiosi hanno luogo tra Laksamana e Indrajit, figlio di Rawana e tra Sagariwa e Babakénu, fratello di Rawana. Sagariwa è dapprima sconfitto, ma Hanuman giunge alla riscossa e uccide il demone.
Infine, Sri Rama si batte contro Rawana in un feroce duello nel corso del quale Rawana è ucciso e sepolto sotto una collina.
Crediti
Ensemble Wayang Kulit del Sultanato di Kelantan
Dalang Maestro Hamzah Awang Amat
Produzione Festival di Avignone in collaborazione con la Caisse des Dépôts et Consignations