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Villa Medici
dal 18 al 30 Giugno 1991
25romaeuropa.net

Mondi riflessi – La nuova scena in video


Più di cento sono state le opere proposte nell’ambito della rassegna Mondi riflessi. Si è potuto così avere una documentazione, se non esaustiva, quanto meno complessa e variegata dei molteplici rapporti intercorsi fra scena e video, in un arco di tempo che va dagli inizi degli anni Ottanta ai primi anni Novanta: un segmento temporale durante il quale la sperimentazione sull’immagine bidimensionale è stata piuttosto rilevante per numero ed importanza di opere prodotte.

Paesi di riferimento la Francia e l’Italia, con una piccola selezione di video tedeschi.
I video italiani, opera dei protagonisti della “nuova scena”, si muovono tra documentazione di spettacoli e lavori autonomi, pensati e realizzati per la specificità elettronica. Sulla scia del cosiddetto teatro-immagine, i video lasciano emergere quella fase di innamoramento per il mezzo filmico, accompagnato da una voglia di sperimentazione del ed attraverso l’allora nuovo linguaggio.

Della produzione francese sono presenti opere di registi poco noti nel nostro paese (almeno in questo inizio anni Novanta), alle prese con il rapporto tra corpo in movimento ed immagine elettronica. Tra queste, si segnala una delle migliori opere video mai realizzate sulla danza: il Mammame dall’omonima opera di Gallotta con la regia del geniale e visionario Raoul Ruiz.

A cura di Colette Veaute e Carlo Infante
Collaborazione Arcanal, Centre Pompidou, C.N.D.C. d’Angers, Goethe Institut, La Sept, Intermedia, Service Culturel de l’Ambassade de France, POW, Softvideo, The Tape Connection

 

MONDI RIFLESSI
di Colette Veaute

Si tratta qui di “riflessi” del pensiero, certamente, ma anche di “riflessi allo specchio”, quello specchio che l’immagine è in grado di trattenere da spettacoli purtroppo effimeri… Tante immagini che diventano, col passare del tempo, un vero catalogo al soccorso della memoria. Nel 1984, Bernard Faivre D’Arcier aveva scelto come tema del Festival di Avignone Le vivant et l’artificiel, situazione ideale per proporre un raggruppamento della produzione “Videodanza”. Per la prima volta il Festival Romaeuropa, già da tempo promotore di creazioni coreografiche contemporanee, propone un programma video, inevitabilmente frammentario ma ideato per incuriosire il pubblico e fargli conoscere meglio quelle immagini elettroniche della danza.

In effetti è una vecchia storia quella dell’immagine e della danza, una lunga storia d’amore da quando esiste il cinema. Per rendersene conto basta ascoltare Patrick Bensard, Direttore della Cinémathèque de la Danse: “Come gli amanti della canzone di Prévert, il cinematografo e la danza camminano guardandosi negli occhi da tantissimo tempo […]. Sono molti i grandi realizzatori ad aver inseguito questa meta: avvicinare lo stesso mistero, gli istanti di grazia e di vertigine in cui i movimenti dei corpi disegnano le costellazioni del desiderio”. Vertigine, passione, grazia, movimento: ma come trasmettere quella magia dell’istante, del luogo, del misterioso legame tra spettatore singolo e folla, tra folla e palcoscenico? Come evitare che il film e il video “facciano schermo?”.
S’impone il sapere, imparare a meglio filmare la coreografia. Ma non solo. Occorre raggiungere il sublime, quel punto in cui non sono più dissociati i corpi dalle immagini di corpi che danzano, animati e trascinati dalla stessa vibrazione, dalla stessa necessità, dallo stesso slancio. L’arte del montaggio si fa sovrano. Una curiosità sorge: ma chi sono quei maghi dell’immagine, troppo anonimi per il gran pubblico spesso disattento ai titoli di coda? Chi sono Claude Mourieras, Jean-Louis Letacon, Robert Cahen, Charles Picq, Raoul Ruiz, Camille Guichard, Cyril Collard e tutti gli altri che non possiamo citare qui? Abbiate nei loro confronti la stessa attenzione e considerazione che hanno i coreografi per questi realizzatori che lavorano in perfetta sintonia con loro. Ammettiamo tutti di esser stati tentati, una volta o l’altra, di preferire al traffico urbano e a qualche posto scomodo in un teatro, la morbidezza del sofà di casa e l’anestesia del piccolo schermo… E se fosse giunto il turno della televisione? Ovviamente con la certezza della qualità e dell’intelligenza, chiamando in causa tutti quei realizzatori di talento. Per ora è a Villa Medici che troveremo questo piacere. Rammentiamo però altri nomi essenziali alla realizzazione della manifestazione e che qui vanno ringraziati: Arcanal, il C.N.D.C. di Angers, Intermedia, la SEPT, Centre Georges Pompidou e i servizi culturali dell’Ambasciata di Francia a Roma (1991).

 

PROGRAMMA

18 Giugno

L’entreinte
Di Joelle Bouvier e Regis Obadia
Con la Compagnia Joelle Bouvier e Regis Obadia
5′ – 1988 – Francia
Intorno ad un divanoletto, una coppia s’incontra, si ritrova, percorre lo spazio, si accarezza, si spezza con violenza appassionata, in un corpo a corpo amplificato dal ralenti, con dei movimenti incessanti come la risacca del mare. Una coreografia bella, forte, pura che tradisce la tempesta negli spiriti e che ci svela il desiderio che si fa violenza. Risulta, dal film, la rinuncia.

La camera astratta
Di Studio Azzurro, Giorgio Barberio Corsetti
Musiche Daniel Bacalov
Produzione Studio Azzurro
26’5″ – 1987 – Italia
Il video traspone l’opera teatrale che Corsetti e Studio Azzurro hanno ideato in occasione di Documenta di Kassel. È lo sviluppo di un’esperienza iniziata insieme con il Prologo che felicemente coniugò il “naturale” dei corpi in libertà con l’artificiale del dispositivo video: installazioni di monitor semoventi dinamici e presenti come attori.
Gli attori si rincorrono, si battono, consumano i loro giochi elementari ed infantili, leggeri e spinti, travolti da un spirito panico.
Il dispositivo video offre l’altra dimensione nella quale passare continuamente, esasperando la confusione tra il dentro e il fuori della scena: esci dal palcoscenico ed entri nel set, esci dal set ed entri in scena.

Waterproof
Di Jean Louis Le Tacon
Con Daniel Larrieu e la Compagnia Astrakan
22′ – 1986 – Francia
Questa creazione unisce la danza contemporanea allo sport, che diventa una nuova fonte di ricerca coreografica, e di conseguenza propone una visione originale del nuoto.
Creazione videografica con il supporto di inquadrature, sovrapposizioni, effetti che rimandano in alcune scene a quadri astratti, che trasformano l’acqua in specchi trompe-l’oeil. Musica acquatica fatta di rotture sonore, di missaggi. E dentro l’acqua, sotto l’acqua, fuori dall’acqua, è una visione magnifica sull’illusione, che in più non manca di humour.

Trucco
Di Riccardo Caporossi
Musiche Antonello Salis
Produzione Pow, Softvideo, Etabeta
10′ – 1988 – Italia
Nell’opera video più che sulle scene (dove Caporossi in coppia fissa con Remondi nell’arco di più di 15 anni ha creato un modello inconfondibile di teatro dolce e visionario) vengono a germinare le intuizioni di un’artista che sa investigare lo sguardo. Nel video due anonimi personaggi si guardano, immobili si fronteggiano seduti e poggiati a dei tavoli: e nell’attesa che genera l’oblio, la vertigine allucinatoria. Un trucco generato da una fantasia accesa ed alterata o nell’ordinaria manipolazione dell’elettronica da un harrypaintbox che produce immagine immateriale, sintetica, digitale.
Trucco rappresenta un precedente emblematico: vincitore del Concorso per Storyboard indetto del Progetto Opera Video Videoteatro (POW) di Narni rappresenta un prototipo di spettacolarità televisiva realizzato sulla base di uno storyboard, una “scrittura del visibile”, un’affermazione di progettualità video.

La Danse de l’epervier
Di Robert Cahen
Con Hideyuki Yano
13′ – 1984 – Francia
Video-danza ispirato ad uno spettacolo originale di Hideyuki Yano, creato al Festival d’Avignone nel luglio 1983, che mette in scena il Giappone medioevale collegato ad una leggenda irlandese, quella dell’eroe Cuchulain, trascritta da William Butler Yeats.
Alcuni momenti sono stati scelti per essere filmati in studio sviluppando, con l’aiuto di effetti, di elaborazioni video e di montaggi, il rapporto con lo spazio ed il tempo.

Notturni diamanti
Di Compagnia Solari-Vanzi, Mario Canale
Realizzazione Etabeta
Musiche originali Gino Castaldo, Paolo Modugno, Massimo Terracini
Produzione La Gaia Scienza, Etabeta
20′ – 1985 – Italia
Alle riprese dell’omonimo spettacolo, si combinano azioni originali realizzate in un luogo devastato. Tra macerie e detriti gli attori si muovono come esploratori di una città morta, come militari irregolari di un esercito assediante. Si muovono nella notte come ladri, come amanti.
Un testo evocativo (di Alessandra Vanzi) induce una tensione drammatica particolare: viaggia miscelato tra interferenze di suoni inquietanti come un insieme di frammenti di una comunicazione radio impazzita.

A sangue freddo
Di Donatello Alunni Pierucci, Compagnia Solari-Vanzi
Produzione Indigena, Videoset, Compagnia Solari-Vanzi
5′ – 1988 – Italia
Un’opera breve e compiuta nella sua formalizzazione di trailer; un presagio più che un promo.
Delle riprese in esterni conducono narrativamente dentro lo spettacolo che viene continuamente richiamato per flash di memoria, drastici, drammatici, tesi in una risoluzione interpretativa che regge bene l’impatto con il video. Si tratta di un breve viaggio nella violenza, sproporzionata, improvvisa, disumana, fino al delitto gratuito.

Folgorazioni
Di Cesare Ronconi (Teatro della Valdoca)
Riprese Corrado Bertoni
Produzione Teatro della Valdoca
20′ – 1986 – Italia
Tutta l’opera si fonda su un paradosso televisivo: l’arbitrarietà del colore emesso dal cinescopio. L’occhio elettronico della camera video legge l’immagine trasmessa da un monitor: tutto il video è quindi ripreso da un altro video. Una mise en abîme, un abisso televisivo. Un gioco che permette una plateale manovra dei contrasti e delle luminosità in una continua pulsazione di colori indistinti. Gli attori si espongono in affreschi di rara umanità che citano esplicitamente alcuni quadri di pittura minore percorsi nei particolari dalla camera.

Con Pim
Di
Federico Tiezzi
Produzione I Magazzini
5′ – 1988 – Italia
Parte integrante dello spettacolo Com’è che i Magazzini hanno tratto dall’omonimo romanzo di Samuel Beckett, questo video siglava il passaggio nella seconda parte della messinscena.
Un intervallo della scrittura scenica, un presagio dell’interpretazione di Sandro Lombardi, attore di straordinaria natura beckettiana.
Un uomo solo seduto con la testa china in un platea di periferia subisce le ossessioni del suo immaginario devastato.

Genet a Tangeri
Di Magazzini Produzioni
Produzione I Magazzini
9′ – 1984 – Italia
Gli attori si autoespongono di fronte alla camera sullo sfondo di un sipario di lamè dorato. Un vago sentimento di decadenza. É una sorta di promovideo, un “presagio”, girato durante le prove dello spettacolo Genet a Tangeri, una tragedia barbara scritta da Federico Tiezzi. In una fredda, cinica, sequenza di apparizioni compaiono diversi personaggi da vaudeville infernale tra cui il Genet interpretato da Marion D’Amburgo. Una maschera tragica dalla cui bocca gronda sangue. è nel rosso che sgorga incessantemente che il nome di Genet viene siglato con la titolatrice elettronica.

Das Tanztheater der Reinhild Hoffmann
Di
Ulrich Tegeder
24′ – 1984 – Germania
Documentario sul lavoro di Reinhild Hoffmann e la sua Compagnia di teatrodanza a Brema. Il video presenta estratti dalle opere (Hochzeit, Dido et Aeneas, Callas) e riprese delle prove con la compagnia.

Tuffo nell’acqua e tonfi nel cuore
Di
Kiko Stella
Ideazione e coreografie Laura Balis, Crema Giambrocono, Cinzia Romiti
Musiche Paolo Ciarchi
Produzione Minnie Ferrare & Associati
10′ – 1990 – Italia
Il video è tratto dallo spettacolo Tuffo nell’acqua e tonfi del cuore, opera prima del Gruppo La Corte Sconta. In uno spazio chiuso, si anima una dimensione di ricordi attraverso “momenti emotivi”. Stati di visione che l’autore video esalta ricostruendo lo spettacolo secondo la specificità propria di chi sa di cinema. La coreografia si ispira a Corte sconta detta arcana di Hugo Pratt.

Quai Bourbon
Di
Luc Riolon
Con Daniel Larrieu
6′ – 1986 – Francia
Daniel Larrieu si è ispirato alle fotografie di Charles Negre I piccoli spazzacamini per realizzare Quai Bourbon, una passeggiata perlata di grigi sottili e di neri di fuliggine, un approccio essenzialmente plastico.

Angeli di luce
Di
Kripton, Toni Verità
Musiche Andrea Venturoli
Produzione Kripton
4′ – 1985 – Italia
L’opera nasce da forti suggestioni letterarie, da Edmond Jabès e da Henri Michaux in particolare. È della loro poetica, mistica e allucinatoria, che si tratta: una turbolenza immaginaria che produce vertigine. La risoluzione spettacolare è fondata sulla teatralità della luce, che ritaglia gli attori dal buio, che proietta immagini simboliche, che disegna con il laser. Le riprese in 35 mm tendono ad esaltare la definizione della luce e di quel vertice di luce in particolare disegnato dal laser computerizzato.

19 Giugno

Diario segreto contraffatto
Di
Giorgio Barberio Corsetti, Italo Pesce Delfino
Produzione Compagnia Giorgio Barberio Corsetti, Artivideo, Level Video
Musiche Daniel Bacalov
12′ – 1987 – Italia
Il video ricostruisce l’omonimo spettacolo sovrapponendo l’azione all’io narrante, pensante.
È un viaggio attraverso dissolvenze scenografiche che vanno dai paesaggi naturali alle apparizioni della città. Il teatro di Corsetti trova nel montaggio elettronico un suo ritmo ideale, sincopato e suadente.

Final
Di
Irene Jouannet
Con Philippe Anota, Alex, Veronique Silver, Matteo Corvino, Philippe Marie Christophe
14′ – 1989 – Francia
Final è l’ultimo salto di Nijinskij che, fulminato dalla pazzia, ebbe un ultimo sobbalzo davanti al giovane Serge Lifar venuto a ballare per lui. Una foto presa dal vivo di questo fuggitivo ritorno di coscienza è all’origine di questo film.

Glue
Di
Farid Rezkallah
Con Karin Wincke
22′ – 1986 – Francia
Tre donne vestite con grembiuli da lavoro neri, tristi e senza stile, tre macchine da scrivere e subito il sentimento di una grande spossatezza, di una stanchezza alienante. Quando esse si allontanano dalle loro macchine, inizia la danza, quella della loro rivolta interna. La scenografia è disperatamente povera, piccola scrivania, piccola vita.

Woyzeck
Di
Gustavo Frigerio
Musiche Vittorio Gelmetti
Realizzazione Video Studio Rizzo
Produzione Spazio Zero
30′ – 1986 – Italia
La regia video ripercorre l’idea di fondo dell’allestimento teatrale omonimo: il “raffreddamento” del dramma attraverso una meccanica suddivisione delle scene intervallate dal buio. Un aprire e chiudere di palpebra. E in questa direzione il montaggio elettronico ha offerto la possibilità di combinare le scene al di fuori della linearità del tempo reale del teatro. Una particolare caratteristica del video è nell’impaginazione per capitoli, scena per scena, secondo un’indicazione dello stesso Büchner. Questo video ha vinto l’edizione 1986 del Premio Opera Videoteatro di Narni per “la rigorosa trasposizione in video di un progetto teatrale”.

Stamping ground
Di
Luc Riolon
Con Mark Tompkins
11′ – 1986 – Francia
Paesaggi esterni sassosi, movimentati, quasi selvaggi. In lontananza una colonna umana: uomini e donne, gli uni di fronte agli altri, accennano degli spostamenti laterali come in una sfilata, quasi una parata in uno spazio infinito, popolato da mille cose invisibili.

Syrma
Di
Antonio Bruschetta (Nutrimenti Terrestri)
Musiche Fabio Blandini
Montaggio Roberto Burchielli – Interferenze
Produzione Arte E Spettacoli – CISE
3′ – 1987 – Italia
Syrma: ciò che viene trascinato. Nel greco antico questa parola trova significato anche in traccia. E nei dintorni di Tebe esiste una località chiamata “Syrma Antigones”: Traccia d’Antigone. L’indizio è preciso: la traccia è quella lasciata per terra dal corpo di Polinice trascinato faticosamente da Antigone. È questa infatti la colpa, la trasgressione rilevata da Creonte. È questo il dispositivo irreversibile della Tragedia. Un atto esemplare. Un segno definitivo. Quella “traccia” è l’inizio iconico, il segno imperante, un’ossessione.

Anna De La Cote
Di
Marielle Gros e Nicole Alix
Con Nicole e Norbert Corsino
13′ – 1986 – Francia
Una sorta di omaggio ad Italo Calvino ed alle sue Città invisibili: storie che iniziano e non finiscono, e si svolgono, talvolta, in un’assenza di gravità acquatica.
Dalla scrittura alla danza, dalla danza al video, l’eco del testo assente attraversa i gesti, le immagini e la musica in una creazione comune.

Studio
Di
Lucio Diana (da coreografie di Michele Abbondanza)
Con Michele Abbondanza
Produzione Il Gaviale, Centro servizi culturali S. Chiara, Europa TV Nove
9′ – 1990 – Italia
Dal laboratorio coreografico di Michele Abbondanza, danzatore reduce dalla compagnia di Carolyn Carlson, nasce questo video attento alla composizione dei corpi nello spazio. Con il coreografo danza Antonella Bertoni in un pattern intenso che evoca un sentimento di memoria, per un “tempo perduto”. La produzione nasce da un’esperienza collettiva di lavoro che orbita intorno al progetto di un festival estivo “Drodesera”, uno dei pochi spazi franchi per la sperimentazione, un’identità rara come il gaviale, quella specie di piccolo coccodrillo dal muso lungo e sottile, introvabile se non nelle acque dolci della Birmania.

A minor walz
Di Fariz Rezkallah
Con Aaron Osborne
12′ – 1986 – Francia
Una breve coreografia, brillante e birichina che non manca certo di humour e che usa molto bene il linguaggio teatrale per alcuni gesti, sguardi ed espressioni facciali. Una coreografia con una colonna sonora spiritosa che gioca con Chopin, il jazz e il rock.

L’alluvione della truffa
Di
Paolo Liberati e Stefania Pieri
Montaggio Alessandro Signori
Musiche Sandro Rocchi
Produzione Tradimenti Incidentali – Telegalileo
15′ – 1991 – Italia
Attraverso il gioco elementare dei trucchi elettronici, gli effetti si coniugano con una poetica della visione che Liberati ha per anni espresso con i Tradimenti Incidentali all’interno del teatro di ricerca. L’alterità del corpo teatrale si fonda così con il linguaggio video attraverso la soluzione ossessiva di una speculiarità che dà forma all’opposizione tra maschile e femminile.

Nuit de Chine
Di
Claude Mourieras
Dallo spettacolo Mort de rire
Con Mathilde Monnier e Jean François Duroure
26′ – 1987 – Francia
È un adattamento molto personale dello spettacolo Mort de rire da Claude Mourieras, che ha rinchiuso il suo mondo in un hotel chiuso, tenuto da due vecchie cinesi. Sei altri personaggi, clienti che sembrano viverci tutto l’anno, abitano questo luogo. Rimangono solamente i visi stravolti, le corse affannate, gli sguardi furtivi, gli avvinghiamenti impossibili, gli abbandoni solitari.

Song
Di
Charles Picq
Dallo spettacolo Blue Lady
Con Carolyn Carlson
26′ – 1986 – Francia
La complicità tra la danzatrice e il realizzatore del film fu tale che decisero di mettere in immagini il balletto Blue Lady. Così nacque Song: il video pone in tutto risalto la bellezza di una danzatrice all’apice della sua arte.

Gerd Bohner
Di
Ulrich Tegeder
20′ – 1984 – Germania
Il video è un omaggio a Gerd Bohner, uno dei danzatori e coreografi più importanti della scena avanguardistica tedesca. Nato nel 1936, Bohner fu uno degli autori che tentarono, dopo la seconda guerra mondiale, di sollecitare lo sviluppo la danza. È un pioniere del Tanztheater tedesco.

20 Giugno

Inferno
Di
Agata Guttadaura
Dallo spettacolo Commedia dell’Inferno di Federico Tiezzi
Produzione Edilight
20′ – 1989 – Italia
Si traspone in video lo spettacolo messo in scena da Federico Tiezzi al Fabbricone di Prato, parte di una trilogia sulle cantiche della Commedia dantesca. Un progetto di teatro di poesia che ha trovato nell’adattamento drammaturgico di Edoardo Sanguineti (un “travestimento dantesco”) una chiave teatrale caratterizzata dalla babele linguistica.

Les Aventures d’Ivan Vaffan
Di Claude Mourieras
Con Jean-Claude Gallotta e la Compagnia Emile Dubois
34′ – 1985 – Francia
1985, la stazione dell’Est azzurino, un uccello smarrito, è forse mattino; canti zingari, forse sono degli emigrati. Le donne hanno un fazzoletto sulla testa; gli uomini dei costumi lisi, una danza s’installa, calma. Alcuni viaggiatori inebetiti raccontano una storia con i loro volti.

Mammame
Dallo spettacolo
Mammame di Jean Claude Gallotta
di Raoul Ruiz
con Jean Claude Gallotta
65′ – 1986 – Francia
Il film inizia con dei danzatori che attraversano lo spazio dello schermo compiendo dei gran jetès. Ruiz filma integralmente il balletto; trasposizioni rapide senza dispersione; sparpaglia i piani sequenza e cattura gli avvinghiamenti, si sofferma sull’arco di un piede, su un rond de jambe. Ogni Mammame nei suoi pantaloncini da boyscout è terribilmente singolare.

Un tetto sopra la testa
Di Roberto Castello (Sosta Palmizi), Homework Tape
Musiche Fabio Calabrò
Produzione Homework Tape
12′ – 1985 – Italia
Una citazione da Erik Satie mette in guardia lo spettatore, lo predispone ad un puro delirio video. Un veloce montaggio di apparizioni improvvise, in una bagarre da Helzapoppin elettronica, ironica e gradevolissima. Con il cromakey un plastico di quattro metri per uno si trasforma nell’improbabile villaggio in cui si incrontrano secondo un illogico carosello i vari personaggi, gli attori-danzatori di Sosta Palmizi, ma non si accenna neanche un passo di danza.

La Noce
Di
Joelle Bouvier e Regis Obadia
8′ – 1990 – Francia

Il cavaliere azzurro
Di
Ivana Massetti, Compagnia Solari-Vanzi
Musiche Gino Castaldo, Paolo Modugno, Massimo Terracini
15′ – 1985 – Italia
Le riprese in pellicola 16 mm. esaltano la natura del colore, della luminosità, della scena. La struttura dell’opera si fonda esclusivamente sulla ricostruzione dell’allestimento scenico omonimo. L’idea forte dello spettacolo è nell’astrattismo di Vassily Kandisky, il padre spirituale di tutta l’avanguardia.

Tumulte
Di Claude Guichard
Con Anne Dreyfus
8′ – 1988 – Francia
Questo film è stato realizzato partendo da un duo che, nel 1986, ha ricevuto il premio come migliore duo contemporaneo al Concorso della Danza di Parigi. È la messa in scena dell’incontro amoroso, un corpo a corpo di due esseri che si scoprono, si cercano, si avvinghiano con violenza e passione e si separano per ritrovare la loro propria identità.

Un chant presqu’eteint
Di
Claude Mourieras
Dallo spettacolo di Jean-Claude Gallotta
Musiche Henry Torgue, Serge Houppin
26′ – 1986 – Francia
Nella sala d’attesa di una stazione dell’Est s’incontrano personaggi astratti, emigranti, ebeti. Canti zigani, danze violente per un’opera video che Mourieras realizza su coreografie di Gallotta, evocative ed emozionanti.

21 Giugno

La chambre
Di
Joelle Bouvier e Regis Obadia
Con Compagnia Joelle Bouvier e Regis Obadia
12′ – 1988 – Francia
C’è una donna sola nel mezzo di una scenografia sobria, e poi anche delle donne demoltiplicate, appuntate al muro come delle farfalle – i loro movimenti sono di una rara rapidità, brutalità. Ci offrono una danza di rottura: degli istanti immobili come degli stop sull’immagine, dei movimenti inaspriti con dei corpi che si rovesciano, crollano. Un momento di una forza rara ed anche di una sofferenza estrema.

Un’Ofelia tra Oriente e Occidente
Di
Agata Guttadauro
(un videoritratto di Nakamura Shijaku dallo spettacolo Hamletmaschine di Federico Tiezzi)
Produzione Edilight
30′ – 1988 – Italia
Il video ricostruisce due momenti di danza dell’ onnegata (l’attore Kabuki che recita ruoli femminili) Nakamura Shijaku tratti dallo spettacolo Hamletmaschine di Heiner Müller messo in scena da Federico Tiezzi con i Magazzini nel 1988. È il corpo che tra il linguaggio convenzionale della tradizione e il sapiente dominio di sé crea sulla scena una danza densa di significato, dove l’interpretazione di Ofelia è coniugata con storie Kabuki.

Les raboteurs
Di
Cyril Collad
Con Angelin Prejlocaj
7′ – 1988 – Francia
Una breve finzione nata dall’incontro tra un coreografo, un cineasta e un compositore. Thierry Lancino, intorno ad un opera del XIX secolo appartenente alle collezioni del Museo d’Orsay: I piallatori di parquet di Caillebotte.

22 giugno

L’adieu
Di
Jean -Marc Gigon
Con Thierry Guedk
5′ – 1990 – Francia
È la metamorfosi di un giocatore di Cesta Punta in danzatore e della pelota in palla di luce, con in più una dimensione di sogno che fa viaggiare.

Boqueria
Di
Johane Charlebois
Con Angels Margarit
5′ – 1990 – Francia
Una fuga senza inizio né fine, nello spazio di un mercato dei Ramblas dove la vita e la morte si fiancheggiano e si intercambiano.

Nuit d’ete
Di
Pascal Nottoli
Con Veronique Ros de la Grange
5′ – 1990 – Francia
Un universo fantomatico che spinge il video nei suoi ultimi trinceramenti.

Pour toi
Di
Gilles Moisset
Con Elsa Wolliatson
5′ – 1990 – Francia
Gestualità che attinge le sue forze nelle danze molto primitive.

Volte face
Di
Bertrand Van Effenterre
Con Jean-Christophe Bleton
5′ – 1990 – Francia
Alla scoperta di un uomo e di un’anatra che fanno il voto di danzare insieme.

Macchine sensibili
Di
Giacomo Verde, Tam
Realizzazione Blow up
Produzione Tam
5′ – 1988 – Italia
È un video ideato per trasmettere l’idea di un’opera teatrale e nel farlo ne ripercorre sinteticamente la partitura. L’impronta è quella sonora, una ricerca che il Tam conduce da anni creando azioni sceniche secondo una sensibilità musicale. Macchine Sensibili sono i corpi che interagiscono con una scena-dispositivo da far risuonare. La regia video di Verde è tutta fondata sul montaggio di repertori già preesistenti, sull’impaginazione video dei frames (tratti da fotografie e bozzetti di scrittura scenica) in una sequenza che esalta la musicalità dell’opera, ricostruendola.

Visioni da Tre giorni e mezzo
Di
Giocomo Verde (dallo spettacolo di Tam)
Musiche e regia teatrale Michele Sambin
11′ – Italia – 1989
Il video ricostruisce lo spettacolo del Tam Tre giorni e mezzo: una performance solitaria di Laurent Dupont in gioco con le sue risonanze sceniche e sonore: microrituali che si espongono ad una mistica dell’ascolto. È la sua bocca a diventare un teatro di suoni; Giacomo Verde era ormai uno dei videomaker più assidui intorno alla nuova scena, complice teatrale del Tam. Ne risulta un’opera audiovisiva di emblematica sintesi nella reimpaginazione delle visioni teatrali, con l’utilizzo di memoria di quadro e intarsi di cromakey (l’occhio che guarda la bocca).

Codex
Di
Philippe Decoufle
Con Philippe Decoufle
26′ – 1987 – Francia
Il movimento di Decoufle è vertiginoso, concentrato sulla velocità, ampio e aperto. Una sorta di enciclopedia delle particelle con un ritmo infernale. Danze circolari in grembiuli bianchi, spiagge artificiali, raggi venuti da un altro pianeta.

In attesa di soccorsi
Di
Roberto Mazzi, Susanna Dini, Giacomo Verde
Produzione Teatro Mascarà in collaborazione con il Comune di Campi Bisenzio
23′ – 1986 – Italia
Tratto dall’omonimo spettacolo teatrale, il video lo ricostruisce siglando l’atto di un corpo solitario, sensuale e forsennato. Una donna sola, sporca di fango, lotta in mezzo alla distruzione fino a quando imprevedibilmente incontra un altro sopravvissuto. La femminilità di quella presenza s’impone come energia pura incontrollata, bestiale ed irregolare. Vaga cercando la propria misura in quello spazio desolato, vi si confonde, vi si mimetizza come un suo elemento naturale. Il video rivela lo stato di questa fisicità alterata fissando i particolari di un’azione che si svolge come un allucinato rituale, come una “danza macabra”.

Kurt Joos
Di
P. Ulrich
42′ – 1989 – Germania
Kurt Joos è considerato il coreografo tedesco più importante del suo secolo e il creatore di un nuovo stile di danza, uno stile che è stato ripreso dai suoi allievi discepoli per diventare il “nuovo teatro-danza tedesco”. Joos studiò dapprima la musica, seguì poi dei corsi per attori. In seguito incontrò Rudolf Von Laban, pedagogo della danza, di cui diventò, insieme a Mary Wigman, uno dei più importanti collaboratori. Nel 1933 emigra in Inghilterra e ritornerà in Germania solo nel 1946 per insegnare alla Folkwang Schule di cui fu il cofondatore nel 1933. Il film mostra dei brani delle opere più importanti di Kurt Joos.

Ebdomero 2
Di
Magazzini Criminali
Produzione Magazzini Criminali
48′ – 1981 – Italia
Il viso di un Tuareg apre un video che in parte documenta ma in fondo evoca l’immaginario teatrale dei Magazzini Criminali. Erano i primi anni ottanta e sulla colonna sonora firmata dalle musiche di Brian Eno e David Byrne, straordinarie citazioni di contemporaneità, trovavano luogo le performance dei Magazzini e ancor meglio questo video “a basso costo” prodotto dal gruppo in collaborazione con alcune reti televisive private. È un documento importante perchè mostra il lavoro dei Magazzini nella fase in cui il loro teatro “patologico-esistenziale” determinava un preciso grado di nuova cultura scenica, radicale se non nichilista, ma in particolar modo perchè espone uno dei primi approcci all’uso del video in scena.

23 Giugno

Tango glaciale
Di
Mario Martone / Falso Movimento
Produzione RAI / Sede Regionale Per La Campania – Falso Movimento
45′ – 1982 – Italia
Realizzato nel grande teatro di posa della RAI di Napoli, il video ripercorre tutta la partitura scenica dello spettacolo che siglò un successo straordinario per Falso Movimento. Le scenografie di luce, proiettate con le diapositive in scena, trovavano nel set, con l’uso del cromakey una convenzione ideale per permettere agli attori, “consapevoli della visione” del quadro ottico dell’azione, di abitare con straordinaria agilità la “scena artificiale”. Un sincopato “racconto iconico” ambientato in una casa (che potrebbe essere a Posillipo o a Los Angeles o su Marte) vissuta dai tre schizoidi protagonisti che ballano tanghi con aspirapolveri, palleggiano buste della spesa e si tuffano in piscina insieme ad automobili volanti. Citazioni innamorate da film di Scorsese e di Coppola per un’opera video che traspone lo spettacolo nello scenario elettronico.

46 Bis Rue De Belleville
Di
Pascal Baes
Con Sara Denizot
3′ – 1988 – Francia
Ispirato al tema del tango, questo breve film sperimentale dalla vivacità sbalorditiva conferma un gusto estetico raro.

Le globe
Di
Luc Riolon
Con Josette Baiz
32′ – 1988 – Francia
Josette Baiz è una coreografa che narra delle storie. Così questo film si ispira ad una coreografia che osserva il gioco dell’amore e dell’azzardo in uno strano dancing, sperduto vicino ad un vulcano. Drammi e commedia delle coppie, sguardi, seduzioni, attrazioni e rifiuti, la telecamera si aggira da un danzatore all’altro registrando l’atmosfera particolare del dancing.

Folkwang Studio Suzanne Linke
Di
Ulrich Tegeder
28′ – 1984 – Germania
Il Folkwang Studio di Essen è da circa 10 anni una pista di lancio, una fucina di talenti nel campo della coreografia. Il documentario mostra diversi brani dalla produzione di Suzanne Linke e della sua Compagnia FS. Nel video trova inoltre posto anche la giovane coreografa argentina Marylen Breuker, proveniente dalla FS, che si è distinta in numerosi concorsi internazionali.

Come è
Di
Agata Guttadauro
Dallo spettacolo di Federico Tiezzi
Produzione Edilight
3′ – 1988 – Italia
Il programma video si misura rigorosamente con lo spettacolo messo in scena da Federico Tiezzi, Come è, adattamento drammaturgico di Franco Quadri dall’opera di Beckett. Nella ricostruzione in elettronica dell’azione scenica si attua una traduzione che non si fa “tradimento” dell’opera teatrale. Eppure la telecamera s’introietta nello sguardo di uno spettatore che stabilisce un suo autonomo atteggiamento di visione nei confronti della scena. E la penetra, seguendo il movimento degli attori, atto dopo atto, in sequenze mirabili girate in steady-cam.

La derniere fuite
Di
Yves Turgier e François Verret
26′ -1989 – Francia
Dopo aver lasciato ciò che amava, un vecchio uomo distrutto interpretato da Emilfork, si ritrova solo e cerca nel passato ciò che era stato. Egli dorme, si sveglia e tenta, attraverso un lungo monologo, di risvegliare una memoria delirante. Questa creazione è tratta dalla coreografia Quale è il segreto di François Verret.

25 Giugno

Newark
Di
Jacques Keruhel
Con Trisha Brown
30′ – 1987 – Francia
Regia molto plastica. Sul fondo della scena subentrano delle grandi tele rettangolari, rosse, gialle e blu, i tre colori fondamentali, che sono anche il limite virtuale dello spazio scenico. I momenti di tensione sono caratterizzati da danzatori che giocano dentro il quadro, fuori dal quadro, dentro il campo, fuori campo. L’occupazione della scena che utilizza le perdite di equilibrio, i punti di focalizzazione, le rotture, gli spazi vuoti: nessun argomento narrativo.

Les tubes
Di
Marie Daulne, Pierre Ledent e Yves Mora
Con Nina e Philippe de Pierpont (Compagnia NA)
10′ – 1990 – Francia
I corpi dei danzatori completamente fasciati dentro dei “tubi” di tessuti morbidi scompaiono, l’intera coreografia fa nascere delle forme puramente plastiche come delle sculture viventi astratte, piene di vita e di humour, come delle note di musica gigantesche e futuriste o semplicemente delle specie di “uomini”. Un film nato dal contrasto tra il bianco e nero dei tubi e la scenografia, tra l’astratto e il realismo banale, tra le materie.

I.C.
Di
Italo Pesce Delfino (dallo spettacolo di Guidarello Pontani)
Musiche Paolo Modugno
Produzione Level Video
7′ – 1988 – -Italia
Lo sguardo allenato al teatro di Pesce Delfino penetra lo spettacolo di Guidarello Pontani, Immaculèe Conception, e lo reinventa. Lo rimpagina in un montaggio video che rivela altri punti di visione, come quelli dall’alto, colti da particolari e suggestivi riflessi di specchi usati in scena. Nella trasposizione elettronica l’evento teatrale viene così a cambiare natura acquistando in visionarietà. Complici le musiche di Paolo Modugno che sottolineano le cariche evocative e immaginarie del progetto teatrale.

Dolcemente
Di
Italo Pesce Delfino
Dallo spettacolo Tecnicamente dolce di Enzo Cosimi
Realizzazione Level Video
Produzione Level Video, Compagnia OCCHESC, Tape Connection, BIG TV
15′ – 1988 – Italia
Il video nasce come progetto da Tecnicamente dolce, realizzato da Enzo Cosimi in collaborazione con l’artista visivo Giorgio Cattani ed il musicista Luca Spagnoletti. Uno spettacolo prodotto nel 1988 per il Romaeuropa Festival di Villa Medici. La coreografia si agita, inquieta, fra atmosfere ora dense, ora evanescenti, secondo un canone trasgressivo e disincantato proprio della danza di Cosimi. Il video è articolato su tre quadri di questi movimenti. La ricerca del linguaggio si è concentrata anche essa in tre tagli diversi: uno fisso dall’alto, uno circolare ed uno a traiettorie trasversali.

Arie
Di
Italo Pesce Delfino
Con Monica Vannucchi, Susanna Odevaine, Estella Bacalov
Musiche Daniel Bacalov
Produzione BIG TV, AGAVE, BILD TREE MUSIC
17′ – 1990 – Italia
Un video realizzato in uno scenario straordinario, una cava di marmo, di quello finissimo, apuano. È un adattamento di tre pièce sulle quali le tre danzatrici stavano già lavorando, l’operazione originale è nel montaggio scenico (oltre che audiovisivo) in un’ambientazione che non è il palcoscenico teatrale. La qualità della ricostruzione in video della coreografia è nella direzione della fotografia, pensata, realizzata in cinque punti macchina (l’abilità è nel fatto di aver utilizzato solo una telecamera, con tutta la complessità di inserti che ha comportato). Punti di vista estremamente particolari date le caratteristiche della cava che hanno reso possibili riprese che continuamente ribaltano la prospettiva di visione.

Racconti inquieti
Di
Marco Solari, Alessandra Vanzi, Italo Pesce Delfino
Musiche Massimo Terracini, Kiber Pass
Realizzazione Level Video
Produzione Compagnia Solari-Vanzi, Level Video
3′ – 1986 – Italia
Tre minuti veloci e sensuali. Un racconto inquieto, in video. Un preludio ideale ed elettronico a quel Racconti inquieti pensato e realizzato per la scena. Il video ha come protagonista un bar, una deriva dell’umanità metropolitana. Il luogo di un amore o di un delitto possibile. Il luogo di un incontro o di uno scontro. Il tempo è quello sospeso di una notte senza confini, tenera e forse anche disperata. Questo video è stato premiato all’edizione 1987 del Premio Opera Videoteatro di Narni per “il ritmo del montaggio video e l’inserzione di imprevedibili elementi figurali”.

Il ladro di anime
Di
Giorgio Barberio Corsetti, Italo Pesce Delfino
musiche originali Daniel Bacalov
Produzione La Gaia Scienza
3′ – 1985 – Italia
Velocissimo. Una sceneggiatura riscritta per apparizioni sincopate, fondata su un montaggio di immagini analogiche, ripercorre al volo la partitura teatrale dell’omonimo spettacolo. Utilizzo misurato ed intelligente del cromakey, che rivela scenari immaginari all’interno dei fondali dipinti da Claire Longo.

Des oeufs debout comme par curiosite
Di
Joel Farges
Con Ushio Amagatsu e la Compagnia Sankai Yuku
97′ – 1986 – Francia
Una coreografia minimalista che somiglia ad un incantesimo misterioso, fuori dal tempo, permeata di una grande dignità, di una certa religiosità e che ricorda i movimenti ancestrali delle arti marziali e della danza Butoh. Il piacere dell’occhio è di continuo sollecitato dagli effetti quasi pittorici nella scenografia, nei costumi, nelle luci.

26 Giugno

Mendeleev clip
Di
Teatro Settimo – Ilvio Gallo
Realizzazione Videoscena
Produzione Laboratorio Teatro Settimo
11′ – 1985 – Italia
Attraverso una serie di foto in bianco e nero (di Maurizio Buscarino) vengono ricostruite le fasi teatrali di Esercizi sulla tavola di Mendeleev. Una performance campale, ideata e realizzata per spazi aperti. Attraverso una memoria di quadro le immagini vengono percorse con un ritmo sincopato, animate al tempo di musica. Alle foto di repertorio si combinano per sottile analogia varie iconografie d’arte che svelano le suggestioni di partenza di alcune azioni, veri e propri tableau vivant. Nel montaggio serrato sono poi inserite alcune riprese in esterni, documentazioni dell’evento di piazza. Uno spettacolo di grande impatto visuale, diviso tra atmosfere rarefatte e strappi di violenza terrorista.

Violences civiles
Di
Jacques Renard
Con Odile Duboc
28′ – 1990 – Francia
Il balletto si svolge nell’atmosfera gelida e scura di un luogo che potrebbe essere la Grande Hall della Villette. I danzatori compiono delle evoluzioni, e malgrado il loro numero, la solitudine di ognuno è fortemente sentita. Tragicamente, i loro costumi hanno sia qualcosa del guerriero che del quotidiano. Le immagini suggeriscono una certa confusione, un disordine.

Time out
Di
Ilvio Gallo
Tratto dallo spettacolo Iso Dance
Musiche Ludovico Einaudi
Produzione Studio Gallo
4′ – 1988 – Italia
Il video non è solo la sintesi dello spettacolo ma una interpretazione libera nata in fase di edizione. È nel montaggio veloce e sincopato che si rivela una pratica di ricostruzione in video della scena particolarmente connotata. L’editing coglie la lezione dei videoclip musicali e si risolve in continue dissolvenze incrociate, alimentando quel senso di sfasatura temporale che la coreografia di Iso Dance tiene presente nello spettacolo.

Caramba
Di
Philippe Decoufle
Con Philippe Decoufle
8′ – 1986 – Francia
Philippe Decoufle firma un’opera molto personale. Un personaggio si trova immerso nell’estraneità inquietante del cinema, il Louxor, dove si trovano mescolati la danza, il sogno, il racconto ed i fumetti. L’accumulo di idee e di effetti speciali crea qui il fantastico, con in più una nota di humour.

Romolo und Remo
Di
Socìetas Raffaello Sanzio
Con Paolo Guidi, Romeo Castellacci
Realizzazione Corrado Bertoni
Produzione Socìetas Raffaello Sanzio
9’30” – 1984 – Italia
L’inaudita poetica teatrale dei ragazzi terribili della Socìetas Raffaello Sanzio trova in questo video una sua soluzione autonoma dalla scena. Il loro radicale espressionismo (nei toni figurativi ed ideologici) si traduce nell’impatto visuale di azioni che ricordano la body art. Tra le colline romagnole, nel fango, i due attori si incontrano in duri corpo a corpo, s’imbrattano, si muovono per azioni esemplari e plastiche. Gli effetti di colorazione elettronica esaltano i toni eccessivi delle scene, quadri di un’arte simbolica ed evocativa. Questo video è stato premiato nell’edizione 1985 del Premio Opera Videoteatro di Narni.

Le defile
Di
Marc Caro
Dallo spettacolo Le défilé
Con Regine Chopinot
5′ – 1987 – Francia
Questo clip è un documento totalmente stravolgente che in meno di 5 minuti traduce tutta l’atmosfera dello spettacolo di Regine Chopinot. Si succedono rapidamente una fata Carabosse dalle scarpe enormi, un trio di bambole in crinolina poco cattoliche, dei vecchi slip ed una coppia di sposini male assortiti.

Dance premiere
A cura di
Sonia Schoonejons
(videoritratti di M. Béjart, J.C. Gallota, Kirov, M. Marin, B. Wilson, D. Gordon, P. Bausch, C. Carlson, R. Petit, W. Forsythe)
Produzione Gedeon, Softvideo, Banco di Napoli
130′ – 1988 – Italia – Francia
Dieci video ritratti di dieci protagonisti della coreografia contemporanea per la trasmissione Hellzapoppin di RAI 3. Alle interviste si alternano le riprese dello spettacolo in allestimento, i backstage e la “prima”. Nella ricostruzione del percorso d’esperienza vengono montati repertori diversi che documentano il lavoro svolto nell’arco di anni di coreografie di successo.

27 Giugno

La complainte de Gerfaut
Di
Farid Rezkallah
Con Claude Brumachon
16′ – 1987 – Francia
Il lamento di Gerfaut è una nuova coreografia creata per i borsisti del CNDC d’Angers da Claude Brumachon che ha inoltre lavorato con S. Buirge e K. Saporta.

Officina
Chaos Motus Vita Lignea
Di
Adolfo Geremei
Coreografie Valentina Marini, Abasso
Produzione Danzainvideo
8′ – 1989 – Italia
“Officina è il luogo dove si crea, dove si costruisce, dove da un’idea si sviluppa e si realizza sia un oggetto che un pensiero, un movimento o una qualsiasi altra cosa. Vedere e vivere due situazioni, una dove esiste il nulla, il vuoto, l’altra dove questo vuoto si riempie di vita e questa alternanza di momenti diventa ciclica fino al punto in cui ciascuna delle sue situazioni è consequenziale all’altra”. Con queste parole l’autore rivendica un’opera autonoma dalla scena, pensata e realizzata sulla base di un progetto video coniugato con una coreografia originale.

Dentro
Di
Adolfo Geremei
Coreografia Valentina Marini
Musiche Jorge Reyes
Produzione Danzainvideo
4′ – 1990 – Italia
In un complesso architettonico ancora in costruzione un corpo emerge in una fuga senza fine. La danza creata per questo video, autonoma dalla scena, è netta, iscritta nelle soluzioni geometriche dello scenario di ambiente. L’autore così rivendica: “A volte si cerca di fuggire con una corsa estenuante, inseguiti dalle nostre idee. Ma dentro non c’è sosta, non c’è tempo, e la corsa continua”.

Le crawl de Lucien
Di
Charles Picq
Con Dominique Bagouet
62′ – 1986 – Francia
Un esercizio musicale intorno ad una piscina, la coreografia è precisa quasi affilata. I gesti delle braccia sono come le lame di un coltello, tese come i movimenti del nuotatore, le mani chiuse per fendere l’aria. Gli spostamenti seguono gli schieramenti e l’insieme dà la sensazione di uno stato di concentrazione estrema. Tutto ciò è quasi della matematica.

Froissement d’ailes
Di
Gustavo Frigerio
Dallo spettacolo Pour Octave di Claire Renard e Gustavo Frigerio
Musica Michaël Levinas
Produzione Krystal Prod., Centre G. Pompidou, Arcanal, C.N.C., Min. de la Cultura, SACEM, Fond. Beaumarchiar
4′ – 1990 – Italia – Francia
Il video è il primo di una serie di sei video, concepiti a partire dallo spettacolo Pour Octave. Il progetto audiovisuale sviluppa e radicalizza le caratteristiche formali e stilistiche della performance teatrale e sonora. L’invisibile della musica viene così accostato alla visibilità dell’immagine. Nello spettacolo si trattava di forme geometriche luminose, riprese anche nei costumi e nella scenografia. Nel video a queste si aggiungono delle forme geometriche in soluzione videografica, elaborazioni elettroniche che permettono di violentare il necessario naturalismo del teatro, per virarlo verso l’astrazione della musica.

Il lungo viaggio
Di
Laura Martorana (Terza Stanza), Paolo Carnera
Con Elio Bertozzi, Isabella Caracciolo, Elisa Coradeschi, Silvia Costantini, Laura Martorana, Giuseppe Sagamella, Laura Talluri, Ivan Truol
Musiche Gino Castaldo – Massimo Terracini
17′ – 1986 – Italia
Come in un Ellis Island, isola d’approdo per gli emigrati nella New York fine secolo scorso (già evocata da Meredith Monk) si tracciano le coordinate sentimentali del viaggio, del distacco, della partenza. La coreografia ne narra le storie segrete, i segreti del cuore. Abbracci e baci, corse e sospensioni a mezz’aria.

A la renverse
Di
Valerie Urrea
Con Mathilde Monnier
12′ – 1990 – Francia
All’interno di una biblioteca vivono dei personaggi irrigiditi; essi rilassano le loro posizioni per vivere degli incontri, provocare degli incidenti e alla fine tentare di liberare questa tensione con un caos generale.

Setia
Di
Andrea Soldani
Musiche originali Massimo Del Guidice, Felix Band
Realizzazione Interferenze
Produzione Progetto IRT
10′ – 1987 – Italia
L’opera video s’immerge nella leggenda di questo bor

 

LA SCENA IMMATERIALE
di Carlo Infante

Nel travaso tra la scena e il video c’è sempre una perdita, è ovvio. La teatralità è data dall’aura della presenza, della percezione condivisa del tempo e dello spazio. E nel video questo valore è solamente evocato. C’è un tradimento anche, come in tutte le traduzioni da un linguaggio a un altro. È però vero che nella traduzione dalla scena al video si può creare un linguaggio intermedio, una condizione forse ibrida ma sicuramente inedita, innovativa, intrigante. In questi casi si va oltre la specificità, oltre la qualità del lavoro scenico, teatrale o di danza che sia, e anche oltre le proprietà della regia audio visuale. In questi casi tra “scrittura scenica” ed elaborazione elettronica emerge una compenetrazione di senso e un’intima affinità elettiva. Va detto che per quanto riguarda il caso del “video-teatro” italiano questo è accaduto fino a quando l’onda della sperimentazione teatrale è montata fino a creare un vero e proprio movimento culturale che ha attratto linguaggi diversi e pensiero filosofico (nonché le turbolenze antagoniste alla deriva dopo gli anni Settanta), in una sorta di campo magnetico per la contemporaneità. Una condizione di una tale vitalità che ha visto germinare al suo interno anche un fenomeno come quello del “videoteatro”, emblematico per l’articolazione della sua ricerca tra scena e video. Un fenomeno di videocreazione indipendente peculiare per l’investimento ideale in un campo produttivo non sostenuto dalle istituzioni e dal broadcasting televisivo.

La selezione di Mondi riflessi esporrà principalmente quei repertori che nell’arco di una decina d’anni hanno espresso il fenomeno del “videoteatro”: sono produzioni a basso costo per la maggior parte, pochissime infatti le produzioni RAI. Ad offrire uno spaccato “critico” di questo fenomeno sarà in particolar modo una sorta di indice ragionato composto da quattordici estratti in pochi minuti l’uno: Index, una compilazione di 20 minuti realizzata nel 1989 dal POW di Narni. Un “concept film” sorto per evidenziare le differenti constanti di linguaggio in questa ricerca che “traspone” scena in video, o la “ricostruisce” (con un’elaborazione audiovisuale particolare, dettata da una specificità video), o che crea opere disancorate, quindi “autonome” dalla messinscena o ancora che produce “presagi”, anticipando lo spettacolo. Al di là del fenomeno del “videoteatro” sono state rilevate anche delle produzioni recenti che testimoniano comunque una nuova professionalità video attenta alla scena nel sottolineare la qualità dei progetti teatrali e coreografici.
Riflessi nel video sviluppa quindi un’altra coscienza della scena, questa volta “immateriale”, qual è appunto la natura dell’elettronica, una sfera d’altra potenzialità espressiva in grado di ricreare altre “aure”, oltre quella della presenza (1991).