Coreografia, luci, costumi Tina Lindfors
Musica Santiago Vazquez
Danzatori Dance Theatre ERI (Tiina Lindfors, Kristiina Lindroth, Lassi Sairela, Eeva Soini, Aleksander Zilberman)
TANGO
Coreografia Tiina Lindfors, Lassi Sairela, Eeva Soini
Musica Tanghi finlandesi e argentini
Danzatori Dance Theatre ERI (Tiina Eindfors, Kristiina Lindroth, Lassi Sairela, Eeva Soini, Aleksander Zilberman)
La compagnia finlandese ERI porta due spettacoli che lasciano emergere quell’abilità tecnica saldata a temi e luoghi comuni indagati con una leggera e sorniona ironia, un carattere che sembra distinguere, da tempo, le coreografie del gruppo. E così nel primo spettacolo presentato, Ritual, la musica dai ritmi cileni di Santiago Vazquez e la danza suomi si sono saldate, lasciando che il susseguirsi di scene di gruppo dai movimenti ripetitivi si alternassero a scene di solisti, come piccole pause nel cerchio rituale che è poi un viaggio, perché “La musica arcaica, toccante di Santiago e il fascino dei ritmi sono per me, coreografo, come un viaggio verso casa – più vicino al nucleo originario della danza”, dice Tiina Lindfors. Con Tango (1991), la compagnia ha invece presentato un collage di 50 minuti di tango finlandese e argentino, mostrando un interessante punto di vista sul modo in cui i finlandesi sentono e interpretano questo ballo e i sentimenti ad esso connessi – la passione, l’amore, la gelosia. La coreografia, uno dei lavori più popolari dell’ERI, gioca con i luoghi comuni ed il narcisismo insito sia nel tango finnico che in quello argentino. All’interno dello spettacolo, Lassi Sairela e Aleksander Zilberman sono protagonisti di un duetto per uomini mentre Eeva Soini e Tiina Eindfors in uno per donne.
Rassegna stampa
“La compagnia Dance Theatre ERI, presentandosi al Vascello per Romaeuropa a chiusura del Festival nordico, non ha recato né musiche né danze che fossero espressione autentica di saghe finniche. Coreografa e ballerini si sono abbandonati a ritmi, ad atmosfere che non appartengono loro e sono stati molto bravi per la versatilità delle tecniche impiegate, la buona volontà nell’adeguarsi ad altri mondi. L’effetto ha dato l’impressione di qualcosa di forzato, di studiato. Ritual non si discosta da lavori consimili su percussioni dai quali la scena coreografica odierna è invasa. I tanghi finlandesi e argentini sono un altro aspetto di ciò che oggi va per la maggiore. Due momenti si staccano dal resto e da una patina di gusto greve e di ironia superficiale: il duetto tra i due uomini (Lassi Sairela e Aleksander Zilberman) e l’altro delle due donne fra le quali spicca Tiina Lindfors, estrosa coreografa del complesso”.
(Alberto Testa, La facile ironia di un tango finlandese, la Repubblica, 28 novembre 1998)
“Ancora la Finlandia di scena poi con il Dance Theatre ERI di Turku, al suo nono anno di attività, alle prese con temi diversi ed ambientazioni diverse, senza disdegnare cantine o chiese. Propone in Ritual (coreografia, luci e costumi di Tiina Lindfors) sui ritmi sudamericani del cileno Santiago Vazquez uno spettacolo di gruppo con ripetitive figure di movimenti e suoni, una sorta di immaginario viaggio interrotto da interventi solistici come oasi di un percorso corale. Non meno colorito Tango, che fonde radici culturali finniche ed argentine o meglio propone una interpretazione tutta scandinava del sensuale ballo sudamericano. La coreografia non prescinde da momenti di humor, di alta intensità, di immancabile aggressiva sensualità e ambigua intercambiabilità dei ruoli danzati”.
(Lorenzo Tozzi, Assolo sensuale e divertito, Il Tempo, 26 novembre 1998)
“Atmosfere […] da milongas argentine sono invece state riprodotte in scena dalla brava compagnia Dance Theatre ERI rappresentante la Finlandia. Nelle creazioni coreografiche, comunque tutte dinamiche e ben articolate, lo spirito suomi (è questo il lemma in lingua originale del Paese finnico) è risultato però troppo prevalente. In Ritual le travolgenti percussioni della musica non sempre sono state accompagnate da una danza di giusto istinto e liberatoria. Ugualmente i ganchos e le movenze appassionate di Tango sapevano troppo di foreste e di laghi nordeuropei, e l’ironia che doveva animare lo schema grafico del balletto è giunta al pubblico, omaggiato in lingua italiana, piuttosto dolcemente”.
(M.C.B., Al Festival Nordico…, Italia Sera, 1 dicembre 1998)
Il Tango dell’Eri
IL TANGO DELL’ERI
di Rossella Battisti
Hanno voglia di calore e di sottili umorismi i cinque dell’ ERI, compagnia fondata nel 1989 da Tiina Lindfors, Lassi Sairela ed Eeva Soini – ai quali si sono aggiunti Kristiina Lindroth e Aleksander Zilberman. Prendete le loro variazioni sul tango, tema sul quale sono tornati a più riprese e che si è coagulato in una coreografia (firmata da Tiina Lindfors, ma nella quale interferiscono le esperienze collettive), diventata quasi un manifesto dell’estetica del gruppo. Un collage di microstorie a coppie, a tre, d’insieme e per single, che si svolge negli spazi post-industriali di una vecchia fabbrica, tra vampate di luce rossa (il colore della passione e del sud) e il freddo neon, pallido e blu (ambientazione, questa, che si ricollega al loro laboratorio permanente che ha per base, appunto, una vecchia fabbrica riadattata dal gruppo in cantiere di danza, oltre che come sede della compagnia).
Non c’è trama, ma il semplice svolgersi di una quotidianità d’incontri. Vita in orizzontale che si sposta da un quadro all’altro assemblando gli incastri in un paesaggio infinito. Vicino all’esercizio di stile per quel capovolgere le coppie, che può sembrare un richiamo all’origine del tango di Baires, quando veniva ballato al maschile dai marinai arsi dalla nostalgia, ed è invece un’interferenza fra le molte inventate. Come quella di ballare con la dama a testa in giù, mettere i pantaloni e il bolerino alle danzatrici o invischiarsi in triangoli ambigui.
ERI non si schiera, sfoglia le sue immagini una dopo l’altra come un album di fotografie, istantanee spiazzanti, fotomontaggi che sovrappongono alla voluttà del tango il pizzicotto dell’ironia, la prospettiva sensuale e fumosa della balera allo sfondo metallurgico da finale di Terminator. Perfettamente organici l’uno all’altro, i cinque interpreti si alternano nel gioco delle parti, fino a congelarsi in una posa ultima, da fotografia ricordo.
(in Catalogo Romaeuropa Festival 1998)