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Teatro Argentina
31 ottobre, 1 novembre 2001
25romaeuropa.net

Artisti vari

Electromusic – Europe


TRESOR VS. NO UFO’S
Interpreti Dj Pacou, Dj Namito
26 ottobre

THE NEW CONCEPTION OF JAZZ
Interpreti
Bugge Wesseltoft
27 ottobre

DJ TEEBEE
Interpreti
Dj TeeBee (Torgeir Birknes)
2 novembre

ELECTRONACHT VOLKSBÜHNE – ELECTRONIC NIGHT: OCEAN CLUB
Interpreti
Barbara Morgenstern (live), Gudrun Gut (Dj), Thomas Fehlmann (Dj), Kerstin Anders (visuals)
3 novembre

PEPE DE LUXE
Ensemble
Pepe De Luxe
9 novembre

RAINER TRUBY
Interpreti
Rainer Truby, Fauna Flash (Christian Prommer, Roland Appel)
10 novembre

Alcuni dei guru della “club culture” europea sfilano alla consolle del centro sociale Brancaleone, offrendo quanto di più innovativo vi è attualmente nel campo della musica elettronica da ballare. Ad aprire le danze sono due dj, Pacou e Namito, provenienti rispettivamente dal Tresor, locale di culto delle notti berlinesi ricavato in un ex-supermarket, e dal gruppo No Ufo’s, mentre la sera successiva è di scena il norvegese Bugge Wesseltoft, pianista con tre album all’attivo capace di proporre una suggestiva miscela di jazz ed elettronica. Dopo TeeBee (alias Torgeir Birknes), mago del drum’n’bass britannico, il 3 novembre è la volta di Barbara Morgenstern, protagonista assoluta della breve rassegna, che a Berlino firma solitamente con ElectroNacht il dopoteatro alla Volksbühne di Frank Castorf, presente in questa edizione del festival con il suo Endstation Amerika. Le serate di chiusura spettano al trio finlandese Pepe De Luxe e a Rainer Truby, da Friburgo, che insieme ai Fauna Flash (Christian Prommer e Roland Appel) porta alla ribalta la sua sofisticata jazz-house condita di sonorità carioca.

SONORITÀ ELETTRONICHE E CLUB CULTURE EUROPEA…
di Andrea Lai

Negli ultimi anni Svezia, Norvegia, Francia, Spagna, Germania, Austria e (timidamente) Italia, hanno prodotto un’elettronica ed una dance diverse. Tanto la club culture inglese è ufficiale, organizzata, marketizzata ed esportata, tanto quella dell’Europa continentale è stravagante e difficile da raccogliere in stili. Capita che siano proprio i paesi in cui il “mercato” dell’elettronica è più piccolo a stupire con deliziose intuizioni e dischi radi, ma sempre avvincenti. Così l’Electromusic europea chiede attenzione ed attira nelle sue piccole produzioni, che, con la forza della sperimentazione e del tentativo raggiungono le orecchie di tutti coloro che muovono il club land europeo.

La club culture made in UK è potente nel tracciare il futuro, rapida nel comunicare, corazzata nel raggiungere tutto il mondo; quella del resto d’Europa è più lenta e caparbia, più egocentrica nell’espressione e meno formattata dal mercato. Ecco come succede che gli scandinavi Pepe De Luxe finiscano nello spot della Levi’s; che il danese TeeBee sia nelle nomination come miglior artista non inglese ai “Knowledge drum’n’bass Awards”; che da Berlino Rainer Truby continui a portare avanti il discorso degli austriaci Kruder&Dorfmeister; che il mitico club berlinese Tresor, si unisca ai No Ufo’s di Namito (che ha appena prodotto un pezzo con Riccardo Petitti di Agatha) per una sfida a colpi di techno. Tutti segnali che solamente un occhio miope potrebbe confondere per casuali.

Il Romaeuropa Festival, come lo scorso anno, sonorizza le sue notti profonde al Brancaleone e coinvolge la Berlino alternativa e notturna, insieme alle più animate e produttive capitali del Nord Europa. Electromusic-Europe, dunque: concerti, installazioni, pittura, proiezioni, performance, immagini, suoni che riempiono e cambiano le vibrazioni della notte romana. Un’onda sonora che avvolge il progetto “elettroeuropa”, un progetto che guarda alla manipolazione elettronica dei suoni: il drum’n’bass, la techouse, il leftfield, il breakbeat leggero e la scura avanguardia, entrano nella consolle di Agatha e del Brancaleone affidati ai live-set e ai dj set degli elettro-produttori nord europei.

Da Berlino arriva ElectroNacht con Barbara Morgenstern, che firma la naturale prosecuzione “afterhour” degli spettacoli di Frank Castorf, alla Volksbühne am Rosa-Luxemburg-Platz. Con la Morgenstern, sono a Roma i già citati Rainer Truby (dalla neo lounge della Jazzanova Recordings) e la storia della techno del Tresor vs No UFO’s.
Dalla Scandinavia Bugge Wesseltoft porta la sua New Conception of Jazz: una innovativa combinazione tra sample-delia elettronica e live jazz, considerata da “Liberation” l’equivalente di The birth of cool o dello storico Free Jazz di Ornette Coleman.
A chiudere il programma, il curioso Pepe De Luxe che mantiene valido il discorso di stravaganza dell’elettronica del nord Europa e TeeBee, che direttamente dall’etichetta di drum’n’bass inglese “Certificate 18”, porterà il suo suono spietato sopra il pubblico di Agatha.
L’elettronica atterra a Roma, nel Brancaleone, grazie al Romaeuropa Festival, e non è il caso di lasciare che le vostre orecchie e le vostre gambe manchino quei suoni.

Rassegna stampa

“In concomitanza dunque con l’ottimo Endstation Amerika di Frank Castorf, direttore della Volksbühne, al Brancaleone, per i giovani habitué dei locali di musica elettronica, ha suonato Barbara Morgenstern, che guida gli afterhour post-spettacolo del teatro berlinese. Una musica di grande livello da ascoltare con attenzione e che di fatto si attesta come una delle migliori produzioni del genere in ambito internazionale. Una serata di grande interesse, che ancora una volta ha messo a confronto una grande realtà artistica con un pubblico eterogeneo composto di esperti, interessati, presenti occasionali, o discotecari in cerca di una serata qualunque, ritrovatosi in un luogo alternativo, ad una decina di chilometri dal teatro in cui Castorf era in scena, ad applaudire a più non posso il lavoro di una musicista davvero eccezionale.
Ora, a Berlino questo accade nello stesso teatro la stessa sera. Che cosa succede allora se il pubblico della prosa incontra la musica elettronica di Barbara Morgenstern e il pubblico del concerto si confronta con le tematiche sociali degli spettacoli di Castorf? Esigete di saperlo”.
(Gian Maria Tosatti, Chi ha paura dei suoni elettronici?, Il Tempo, 5 novembre 2001)