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A 21st century remix of D.W. Griffith Birth of a Nation
Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia
20 Ottobre 2004
25romaeuropa.net

DJ Spooky That Subliminal Kid alias Paul D. Miller

Rebirth of a Nation


Photo © Piero Tauro
Rebirth of a Nation

Rebirth of a Nation di Dj Spooky (Paul D. Miller), presentato per la prima volta ancora in fase di lavorazione nell’autunno 2002 e poi concluso grazie all’interessamento del Lincoln Center Festival, del Festival D’Automne à Paris e dello Spoleto Festival USA (a testimonianza della qualità e dell’interessante lavoro compiuto dall’artista) è una innovativa quanto coraggiosa riflessione e ri-lettura di quel capolavoro, ambiguo e controverso, che fu Birth of a Nation (1915), di David W. Griffith: sul regista americano, uno dei fondatori della cinematografia moderna e del cinema d’autore, cadde infatti la pesante accusa di razzismo poiché, la ricostruzione della storia americana che lì presentava, pendeva, senza alcuna verità storica, a favore della popolazione americana “bianca”, a discapito invece di quella afro, tratteggiata come violenta ed aggressiva secondo una visione artefatta ed irrealista. Dj Spooky riflette su questa icona contraddittoria e celebrativa dell’America, affiancandola ad una contro-narrazione che ne porta in superficie l’ideologia razzista. Mixa dal vivo inedite composizioni musicali, create appositamente per l’evento romano, con rielaborazioni delle immagini del film, i cui fotogrammi scorrono paralleli su tre grandi schermi. Opera una distruzione e una mistificazione del capolavoro griffithiano, attraverso l’uso di un linguaggio fatto di assemblaggi e di un serrato dialogo visivo-sonoro, che ne svela contraddizioni e falsità. Applica al video le tecniche del mixing e scratching, con rallentamenti, accelerazioni, stop, loop e sovrapposizioni di texture astratte che scompaiono e appaiono. Rebirth, non accolto con simpatia da molta critica cinematografica, vive di quella blasfemia, talvolta salutare e necessaria perché il dubbio torni ad essere impulso ad uno sguardo più attento e critico, sempre: “ho cominciato a lavorare subito dopo l’elezioni presidenziali del 2000, dopo aver visto i giochi sporchi che sono stati fatti sul voto”, dice infatti Dj Spooky, e “questo film di propaganda mostra come la nascita del Ku Klux Klan abbia salvato il Sud, facendo fuori gli elettori neri che poi è quello che sta succedendo oggi”.

Durata 80 minuti circa

Commissionato da The Lincoln Center Festival, Festival D’Automne à Paris, Spoleto Festival USA e Wiener Festwochen. Sostenuto da The American Center Foundation e Mass MOCA.
Co-realizzazione Romaeuropa Festival 2004, Accademia Nazionale di Santa Cecilia “Santa Cecilia It’s Wonderful”. Presentato da Temps d’Images

RISCRIVE GRIFFITH: COSI UN FILM DIVENTA DANZA
a cura di Carlo Moretti

“Mi interessava fare il remix di un film, applicare il ritmo ad una visione, la cultura dei Dj ad un film che racconta a suo modo la storia d’America. Ma la ragione per cui ho scelto Birth of a Nation è che stiamo vivendo un periodo di grande transizione: ho cominciato a lavorare subito dopo l’elezioni presidenziali del 2000, dopo aver visto i giochi sporchi che sono stati fatti sul voto. Questo film di propaganda mostra come la nascita del Ku Klux Klan abbia salvato il Sud, facendo fuori gli elettori neri che poi è quello che sta succedendo oggi.
Mi ha aiutato il fatto che in un film muto la recitazione è sempre sopra le righe, esagerata. Il linguaggio del corpo è telegrafico, sembrano i movimenti di una coreografia. Per questo i movimenti degli attori si inseriscono alla perfezione come una danza sulla linea del blues che ho applicato alle immagini. È una break dance del Ku Klux Klan.
Penso che Griffith non sarebbe molto contento.
L’Università mi ha aiutato a contestualizzare il mio lavoro di dj. Mi sento un artista digitale e mi piace andare in direzioni diverse. Perché secondo me non c’è molta differenza tra Umberto Eco e Grandmaster Flash”.

(Carlo Moretti, Dj spooky riscrive Griffith: cosi un film diventa danza, la Repubblica, 21 ottobre 2004)

Rssegna stampa

Dj Spooky (“spooky” in inglese significa sinistro, e sta per il suono lugubre dell’hip-hop, la techno, l’ambient e le altre musiche che lui mixa) […] mixerà dal vivo, la sua musica originale con brani del film di David Wark Griffith. Il film viene utilizzato come metafora della storia americana fino ai nostri giorni: “Remixo in digitale le immagini con il sonoro di vecchi blues di Robert Johnson”, spiega il dj, che definisce il suo stile post-razionale e si considera un apostolo del filosofo Jacques Derrida. La sua operazione non è stata accolta da tutti positivamente: “Alcuni critici conservatori non anno accettato che io manipolassi La nascita di una Nazione, considerato un monumento storico” – racconta – “Il film rovescia la storia e io l’ho rovesciato ancora in un carnevale di colori, ho confrontato un’opera controversa con un’altra. I neri sono rappresentati come violenti e stupratori, quando invece era esattamente il contrario. È un film di bianchi con la faccia dipinta che cercano di copiare i comportamenti dei neri””.
(Marco Andreetti, Corriere della sera, 20 ottobre 2004)

Rebirth of a Nation, remixa il capolavoro cinematografico di Griffith Birth of a Nation del 1915 […], creando una nuova lettura dell’opera […]. Un concetto, quello del ribaltamento di senso e della ridefinizione dei significati, già caro a Duchamp e ai surrealisti, che è alla base di Rebirth of a Nation: ” Rovesciare, reimpostare la materia è per me una strategia di composizione- afferma Spooky- Un dj è come uno storico, esplora il passato e la memoria alla ricerca di materiali per costruire nuove cose e il sampling lo considero come un’esplorazione della storia che non riporta soltanto i suoni ma anche il ricordo che a quei suoni è legato. Al contempo sfuma i limiti del concetto di composizione e rende possibili nuove interpretazioni. È una forma di jazz. Lo definirei, il dj-ing in generale e il mio stile in particolare come post-razionale, perchè riguarda l’ambiente emotivo. […] mi piace rifarmi al filosofo Jacques Derrida, che parlava della storia come qualcosa scritto sotto la gomma da cancellare””.
(Federico Fiume, Dj Spooky ripensa il razzismo di Griffith, l’Unità, 20 ottobre 2004)