I beduini e le popolazioni del deserto, incuriositi, sorpresi e divertiti, guardavano le due silhouette danzare sulle dune, fermarsi a parlare, poi riprendere i loro movimenti: è successo alla fine di quest’inverno nel Sahara marocchino e quei due, MarÃa Pagés e Sidi Larbi Cherkaoui, stavano preparando Dunas che sarà presentato in prima italiana a Romaeuropa 2009. È la prima collaborazione tra due importanti personalità della danza, diversissime tra loro, incentrata sulla fascinazione del deserto, un luogo di solitudine dove però si intrecciano i percorsi di genti che arrivano da lontano e vanno lontano, uno spazio contemplativo dove il destino traccia solchi profondi sulla sabbia, mentre il vento li cancella.
Un incontro voluto dai due artisti che si conoscevano e stimavano da tempo: portante in loro è la confluenza di svariate culture, estetiche, idee del movimento, e non solo perché Pagés è una diva del flamenco e Cherkaoui invece è una delle nuove personalità della danza contemporanea: la loro essenza è gia in partenza multiculturale. Coreografo e danzatore, giovane breakdancer emerso da quella fucina di talenti che è il Ballets C. de la B. di Alain Platel, già per le sue origini -madre belga e padre marocchino- Cherkaoui possiede la fusione di culture che si manifesta con naturalezza nelle sue creazioni inclini al teatro-danza come Foi, Tempus fugit e Zero Degree in collaborazione con il danzatore anglo-indiano Akram Khan, tutti presentati a Romaeuropa, oppure Sutra con i monaci tibetani del tempio Shaolin. Un fisico, il suo, piccolo e asciutto, slanciato, flessibile, nervoso: duttile alle più diverse tecniche, utilizzate con grande espressività .
Imperiosa presenza scenica, danzatrice di sconfinato carisma, Pagés ha trovato nel flamenco un universo già di per sé composito, dove si erano sedimentate tradizioni gitane, e dunque in parte provenienti dal lontano oriente, arabe ed europee: definita la “danzatrice dalle braccia senza fine”, nel suo recente lavoro Sevilla a esempio confrontava il flamenco con diverse forme d’arte, aprendo la danza dell’Andalusia a nuovi territori e possibilità di sviluppo. Non è un caso che uno studio preliminare di una parte di Dunas abbia debuttato alla Cité Nationale de l’Histoire de l’Immigration: la prospettiva del dialogo tra i due artisti rispecchia quello tra persone di diverse culture, non nel senso astratto di popoli o di stati ma di incontri, per quanto difficili, tra individui. Più che negli ovattati palazzi di rappresentanza, nella confusione delle strade; più che sui tavoli dei grandi summit, sulle tavole del palcoscenico della vita: è lì il luogo del dialogo che nello spettacolo si riflette anche nella colonna sonora originale eseguita da un ensemble dove suonano affiancati musicisti di estrazione classica, araba, e flamenca. E proprio nella dimensione metafisica del deserto, uno spazio puro, aperto e disabitato, l’incontro e il dialogo acquistano il valore di una scommessa che si rinnova ogni giorno: sia essa miraggio o realtà , ha la magia dei segni sulla sabbia lasciati dalle mani o dai piedi che il vento porta via e solo la danza e la vita riescono a evocare nuovamente ogni volta.
Sidi Larbi Cherkaoui è stato ospite del Romaeuropa Festival 2003 con Foi al Teatro Valle e nel 2004 con Tempus fugit all’Argentina; al Romaeuropa Festival 2007 ha presentato all’Auditorium Conciliazione Zero Degrees, che lo vede protagonista insieme a Akram Khan.