Tornano a Roma gli australiani dal retrogusto freak con un nuovo disco fresco di stampa, Moment Bends. Più che architetti, l’eccentrica band di Melbourne sembra essere composta da alchimisti alla perenne ricerca di suoni altri. La loro musica si avvale di una vasta gamma di strumenti, dai sintetizzatori analogici, campionatori e glockenspiel, fino agli strumenti classici come tromba, tuba, trombone, clarinetto, flauto dolce e alle più convenzionali chitarra, basso e batteria. Pop-progressive, a volte non troppo armonico, sempre contaminato con la giusta razionalità, l’orizzonte espressivo degli Architecture in Helsinki accoglie forme differenti e spesso, in apparenza, antitetiche: sinfoniette e caroselli, kraut-rock e spacepop, electro-beat e psycho-funk. In altre parole, goliardie e raffinatezze.