Il gusto per il gotico non è certo esclusiva della moda dark o dello hard rock: tramutato da racconto popolare in testo teatrale di Philip Marlowe, Faust ha attraversato i secoli in decine di versioni letterarie, musicali e cinematografiche. La sua figura sarà al centro di un concerto diretto da Antonio Pappano con una prima assoluta di Matteo D’Amico e la Sinfonia a lui dedicata da Ferenc Listz, un appuntamento che rinsalda la storica collaborazione tra Santa Cecilia e Romaeuropa. Direttore musicale ceciliano da oramai sei anni, Pappano predilige architettare programmi che abbiano un tema conduttore: l’impaginato che presenta mette a confronto due trasposizioni musicali di diverse versioni della vicenda faustiana. Mito fondativo della modernità, in Faust coincidono l’inesauribile slancio dell’uomo verso il sapere e la sua profonda corruttibilità di fronte al piacere. Piacere e sapere valgono bene un patto con il diavolo e le variazioni su questo tema sono infinite: sulla pagina dedicata all’argomento da Wikipedia in Inglese si possono contare oltre 230 titoli, e tra questi ben 5 videogames faustiani a testimoniare l’inesauribilità della vicenda. Certo è che due sono i pilastri letterari di questo mito: le versioni di Marlowe e di Goethe, che oltre a un finale opposto, rispettivamente la dannazione e la salvazione del protagonista, propongono due Faust assai diversi. Negromante e occultista, lui stesso chiede un patto a Lucifero attraverso Mefistofele e volutamente ignora la grazia divina: il personaggio di Marlowe è alla base di “Veni, veni Mephostophilis” D’Amico, che non a caso prende come testo il dialogo teatrale tra il protagonista e i due angeli, il buono e il cattivo. È il momento in cui emerge l’anima più filosofica di Faust che per la seconda volta rifiuta la grazia divina, palesando la voluttà per la perdizione. Assai più ambiguo invece il personaggio di Goethe, in bilico tra la lotta per la conoscenza e la ricerca del piacere, tra l’inutile tentativo di salvare la sua Gretchen e un viaggio nel tempo alla ricerca della bellezza delle dee dell’antica Grecia. Si salva l’anima per divina intercessione dell’eterno femminino: insomma il perfetto eroe romantico che Listz trasporta in una prodigiosa sinfonia grazie a un virtuosismo orchestrale, a una brillantezza armonica e una inventività tematica che l’hanno resa eterna.
Crediti
ANTONIO PAPPANO direttore
GREGORY KUNDE tenore
ORCHESTRA E CORO DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA
CIRO VISCO maestro del coro
MATTEO D’AMICO
Veni, veni Mephostophilis (…lente currite noctis equi)
COMMISSIONE DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA