Si esibirono per la prima volta insieme a Colonia in Germania nell’Ottobre del 1960: John Cage suonava, Nam June Paik gli faceva uno shampoo. Iniziava così un sodalizio all’insegna dello spirito ludico e irriverente del movimento FLUXUS che sarebbe nato di lì a poco, di cui Cage è stato il primo ispiratore e Paik uno dei portabandiera. Pioniere della videoarte, l’artista coreano ha infatti dedicato al compositore statunitense molte opere video, omaggi toccanti, affettuosi e talvolta ironici, tra cui spicca un classico come A Tribute to John Cage, realizzato fra il 1973 e il 1976 e proiettato da Romaeuropa per la prima volta in versione integrale nel nostro paese.
Introdotto da un incontro curato da Nicola Sani e Marco Maria Gazzano su Cage e il suo rapporto con Paik, A Tribute to John Cage è un documento di grande fascino per la presenza anche di personaggi che hanno segnato un’epoca, come il soprano Cathy Berberian, il compositore e pianista David Tudor, fino ad Alvin Lucier, teorico della musica balbuziente cui sono riservati gli interventi più spassosi. Nell’opera si respira l’atmosfera delle avanguardie statunitensi tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70, con gli happening che coinvolgevano decine di musicisti, ma anche artisti di ogni genere. Emblematica la ripresa dal vivo a Harvard Square, dell’esecuzione di 4’33″ il brano di assoluto silenzio di Cage nel caos della folla di Manhattan. Tra aneddoti, discorsi ed esibizioni di Cage che compone musica aleatoria usando le monetine I Ching, la seduzione di A Tribute to John Cage sta anche nel modo in cui Paik ha realizzato il video, trattando e montando le immagini come suoni di una grande partitura musicale.
Considerato il primo videoartista, Nam June Paik (Seul 1932 – Miami 2006) è celebre per la sua ricerca di nuovi mezzi espressivi applicata alle complesse ambientazioni che combinano la musica, le immagini elettroniche e le videoinstallazioni. Dopo la laurea conseguita a Tokyo con una tesi su Arnold Schönberg, Paik continua gli studi musicali in Germania dove entra in contatto con Karlheinz Stockhausen, Joseph Beuys e John Cage, e partecipa alle azioni del movimento FLUXUS. Il suo debutto alla mostra collettiva Exposition of music-electronic television è considerato l’atto di nascita della videoarte. Dal 1964 si stabilisce a New York dove mette a punto strumenti tecnologici innovativi ed elabora video e installazioni sempre più complesse, coinvolgendo artisti come Cage, Merce Cunningham e il Living Theatre. Presentate nei più importanti musei e rassegne internazionali, le sue opere rimangono fondamentali nel campo della ricerca estetica e dell’immagine in movimento.
Il movimento FLUXUS nasce da un’idea del lituano-americano George Maciunas (1931-1978). I suoi componenti si identificavano sia con la musica e la poesia sperimentale sia con le arti visive. La parola “Fluxus” comparve stampata per la prima volta sugli inviti delle tre conferenze musicali Musica Antiqua et Nova organizzate nel 1961da Maciunas cui avrebbero aderito via via anche Ken Friedman, Ben Patterson, Nam June Paik, Wolf Vostell, Joseph Beuys, Charlotte Moorman, Benjamin Vautier, e in Italia tra gli altri, Giuseppe Chiari, Sylvano Bussotti.
A cura di Marco Maria Gazzano
h 17.30 Conferenza di Marco Maria Gazzano e Nicola Sani sul tema: Nam June Paik e John Cage, a poetry of infinite possibilities