Loro sono i Mbongwana Star e arrivano da Kinshasa. Due di loro provengono da Staff Benda Bilili, una band composta da musicisti di strada (si è sciolta nel 2013), quasi tutti paraplegici a causa della poliomielite che avevano contratto da bambini. Avevano iniziato a suonare insieme perché nessun altro musicista voleva suonare con dei disabili. Si esercitavano all’interno dello zoo di Kinshasa, suonando con strumenti costruiti con materiali trovati tra i rifiuti. Spesso il loro unico pubblico era composto dalle scimmie dietro le gabbie. Dormivano agli angoli delle strade o in case alloggio per disabili, guadagnando da vivere vendendo sigarette di contrabbando. Nel 2009 un produttore belga li notò e iniziò così un grande successo che li portò a suonare nei festival più importanti del pianeta. Ma al culmine del successo, qualcosa si ruppe e il gruppo si sciolse. Due protagonisti di quell’incredibile esperienza (Coco “ Yakala” e Theo “ zonza”) si ritrovano insieme con la precisa volontà di “tirare fuori la magia dalla spazzatura”. Mbongwana, significa “cambiamento”. Il cambiamento in questione arriva direttamente dal produttore hip-hop irlandese Doctor L (Liam Farrell), che Coco e Theo avevano apprezzato tra i solchi di “Black Voices” di Tony Allen.
La maggior parte di loro vive ancora per strada. Ed è proprio la vita di strada a ispirare i testi e le sonorità delle loro canzoni. Il 18 giugno hanno pubblicato il loro primo disco, From Kinshasa, un eclettico mix di musica punk, elettronica, psichedelica e rumba congolese. Per il Guardian sono 5 stelle, così come l’Indipendent. “Sembra arrivare da un altro pianeta, e in effetti è davvero un miracolo che una musica del genere sia stata prodotta”.
Curatela Mauro Zanda