«Per raccontare la grande Storia a teatro servono le piccole storie di vita, altrimenti i grandi conflitti restano giornalistici, informativi». Lo spiega Marco Baliani a proposito di “Terra promessa”, spettacolo realizzato con Felice Cappa e la drammaturgia di Maria Maglietta, su Carmine Crocco: una delle figure più singolari del brigantaggio postunitario.
Una vicenda individuale insomma per parlare di uno dei momenti più inquietanti della nostra storia: nato poverissimo nel Vulture in una delle zone più economicamente depresse del Meridione, angariato fin da giovanissimo lui e la sua famiglia, dopo essersi macchiato di vari crimini Crocco accorre tra le fila dei Mille quando Garibaldi sbarca in Sicilia. Non ottenendo l’amnistia promessa a chi ha combattuto per l’Unità, nel 1861 si dà alla macchia e organizza di una serie di bande che organizza con grande sagacia, conquistando ampi territori e centinaia di centri tra Lucania, Campania e Puglia, dove è spesso accolto come un liberatore, vuoi per paura vuoi per convinzione. Dichiarandosi a favore del ritorno dei Borbone, cui però non sarà mai fedele, dà vita a una vera e propria insurrezione, la più politica di quel fenomeno che la storiografia ufficiale ha chiamato brigantaggio e che nelle parole di Crocco, che si definiva un cafone, acquista tutt’altra luce: «Molti, molti si illusero di poterci usare per le rivoluzioni. Le loro rivoluzioni. Ma libertà non è cambiare padrone. Non è parola vana ed astratta. È dire senza timore, È MIO, e sentire forte il possesso di qualcosa, a cominciare dall’anima».
La scenografia minimalista è funzionale a dipanare la matassa: una scatola luminosa ma forse addirittura una scatola magica, da cui Baliani tira fuori parole e atmosfere, luoghi e protagonisti di quella vicenda, con la partecipazione, in video, di Salvo Arena, Naike Anna Silipo, Aldo Ottobrino, Michele Sinisi. Oltre a Crocco, ecco allora affacciarsi la presenza di un contadino, di un soldato piemontese, di una popolana e di un barone: un polittico dove le vicende private si trasformano in altrettanti aspetti di uno degli episodi più emblematici della nostra storia.