Spettacolo conclusivo degli incontri tra poesia e teatro, Perso per perso è un atto unico di Valerio Magrelli che, rinunciando alla complessità del linguaggio delle proprie composizioni poetiche, costruisce dialoghi asciutti e spogli, funzionali a situazioni che richiamano evidentemente il teatro dell’assurdo. Un interno domestico, un oggetto perduto, una ricerca inspiegabile condotta dentro l’armadio da parte del padrone di casa, aiutato dal cameriere e da un falegname armato dei ferri del mestiere: “Man mano che la ricerca va avanti – suggerisce Magrelli – il mobile acquista proporzioni sempre più minacciose e dilatate, si trasforma in una specie di montagna al cui interno si procede scavando come dei tunnel” (Nico Garrone, Un po’ di assurdo nel triangolo, la Repubblica, 1 Luglio 1986).
L’autore, che già aveva pubblicato per Feltrinelli (Ora Serrata Retinae, 1980) e Mondadori (La Forma della Casa nella raccolta Almanacco dello Specchio, 1983), teneva Perso per perso nel cassetto da un paio d’anni, ma l’occasione del festival si è rivelata particolarmente propizia, vista anche la collaborazione con un regista come Barberio Corsetti, che ha saputo sfruttare al massimo le potenzialità grottesche e inquietanti del testo.
Rassegna stampa
“Giorgio Barberio Corsetti (qui anche interprete insieme a Irene Grazioli e Benedetto Fanna) riesce a vivere anche questa pièce con grande intensità. Rimandando gli spettatori ad altre sue precedenti performances, sceglie una multimedialità che sottolinea il gioco di verità e finzione: le immagini trasmesse dai monitors inscatolati nell’armadio, del quale riproducono l’interno illusorio, doppiano gli attori di carne ed ossa. Il risultato è quello di una composizione plastica, ritmata da una secca successione di movimenti e di pause, che non evoca fantasie bizzarre, ma piuttosto disperate certezze”.
(Emilia Costantini, Le “cose” in fondo all’armadio, Corriere della Sera, 4 luglio 1986)
Crediti
Testo Valerio Magrelli
Regia Giorgio Barberio Corsetti
Organizzazione Marilisa Amante/Teorema
Interpreti Giorgio Barberio Corsetti, Irene Grazioli, Benedetto Fanna