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Teatro, danza, circo contemporaneo


ITA/ENG


 

Cosa ci rende umani? Cosa ci lega? Quali immaginari condividiamo? Come si intrecciano le nostre storie? E quale punto di vista privilegiamo nel raccontarle? Qual è la nostra casa? Il nostro territorio? Cosa immaginiamo?

La compagnia Azkona & Toloza ha chiuso la scorsa settimana del festival con un invito a rallentare, a fermarsi, a porsi in ascolto.  Ed è da qui che ripartiamo per inoltrarci nella settima settimana della trentaseiesima edizione del Romaeuropa Festival. Con un immaginario filo rosso dall’America Latina ci spostiamo in Inghilterra dove il regista e drammaturgo Alexander Zeldin (artista residente al londinese National Theatre) ha dato vita a Love, dopo aver letto un rapporto redatto da un’organizzazione benefica britannica nel quale erano raccolte le testimonianze di famiglie situate in alloggi temporanei e centri di accoglienza nel periodo natalizio.  In uno di questi centri, nel gelo di un Natale qualsiasi, ci porta lo spettacolo (presentato dal 28 al 30 ottobre al Teatro Argentina per una corealizzazione con Teatro di Roma) per incontrare un uomo con la sua anziana madre, una donna in dolce attesa, il suo compagno, due migranti, insieme, costretti nello stesso spazio abitativo per un tempo indefinito, un limbo in cui la vita è una costante attesa: quella delle procedure amministrative utili per andare altrove. Zeldin ha coinvolto per oltre due anni famiglie residenti in alloggi di emergenza nelle prove di Love ma il suo spettacolo non è un documentario o un’accusa politica. Con sguardo delicato, ironico, commovente il regista inglese ci invita a percepire la natura tragica e miracolosa della vita, lasciando in primo piano la lotta giornaliera e l’umanità di chi non ha fissa dimora.

 

 

Torna con un canto di gioia e liberazione la regista, originaria del Rwanda, di nazionalità britannica e di base a Marsiglia Dorothée Munyaneza che con il suo Mailles (in scena all’Auditorium Parco della Musica il 29 e il 30 ottobre) celebra la potenza e la forza femminile riunendo sulla scena sei donne fortemente impegnate e provenienti da differenti zone del mondo. Voci afroamericane, haitiane, danesi, inglesi o brasiliane, storie di cantanti e danzatrici si uniscono sul palco per costruire un unico coro, uno spazio in cui esorcizzare i ricordi e i torti subiti. «In questi anni ho incontrato artiste libere, potenti, impegnate, audaci, ibride, portatrici di storie di popoli a lungo emarginati, abusati, segregati, a lungo considerati insignificanti (…). Danzatrici, attrici, performer, autrici, compositrici, cuoche. Siamo storie miste. Siamo melodie. Siamo umanità. Siamo incrociate. Al di là delle identità, siamo legami geografici, generazionali e professionali» racconta l’artista.

 

 

È un nuovo affondo nell’immaginazione, nella possibilità di raccontare la forza, le fragilità e la bellezza dell’umano attraverso la fantasia, Mazùt, seconda volta al festival per la compagnia franco-catalana Baro d’Evel. In scena dal 27 al 31 ottobre al Teatro Vascello lo spettacolo è un nuovo tripudio visionario capace di dissolvere i confini tra danza, teatro e nuovo circo per costruire uno spazio abitato da un uomo e da una donna, dai loro movimenti acrobatici, dalla loro capacità di trasformare la realtà in un luogo abitato da eroi e prigionieri, cavalli selvaggi e cantati, case di cartone, cieli e pareti di carta. Un nuovo sogno fragile e sospeso come una bolla di sapone in cui il tempo non è altro che un romantico passo a due. 

 

 

Ed è con questo movimento che ci accostiamo agli appuntamenti dedicati alla danza di questa settimana: il 26 e il 27 ottobre al Mattatoio la compagnia Kor’sia presenta IGRA – ????, il progetto vincitore della nuova edizione del bando Vivo d’Arte realizzato in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dedicato ad artiste ed artisti italiani residenti all’estero. La compagnia si concentra su Jeux di di Nižinskij, balleto creato per i Ballets Russes per indagarne con nuovo sguardo le tracce lasciate, i temi che ereditiamo e che fanno parte del nostro presente. Per il secondo appuntamento con Dancing Days vanno in scena il 30 ottobre ancora al Mattatoio Stefania Tansini con My Body (il progetto vincitore di DNAppunti coreografici 2020) e Iris Karayan con UNAUTHORISED un collage live di enactment e mutazioni fisiche da videoclip musicali e youtube, uno spazio asettico e luminoso invaso dalla fisicità dei performer e volto ad esplorare l’emozionalità del corpo.

A chiudere questa settimana del festival è invece un tuffo nella newwave italiana con il primo live di Mephisto Ballad ultimo album di Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi alla presenza del regista e attore Giancarlo Cauteruccio (celebre l’Eneide portata in scena insieme ai Liftiba) simbolo di un dialogo tra il rock e i linguaggi delle arti performative italiane.

 

 

Due gli appuntamenti speciali di questa settimana:

Da una commissione di Romaeuropa Festival ai curatori Sara Alberani e Valerio Del Baglivo (LOCALES) nasce BANGARANG, un progetto firmato da Giulia Crispiani e la redazione di SCOMODO sviluppatosi per diversi mesi attraverso un laboratorio di scrittura e di idee. Gli under 30 della redazione, insieme all’artista, punteggiano piccoli segnali di luce in mezzo al buio di una pandemia ancora in corso e trascinano i visitatori verso il loro punto di vista, quello di una generazione che maggiormente ha subito gli effetti collaterali delle chiusure forzate, della sospensione didattica in presenza, del diritto di investire nell’idea di fututo come per le generazioni precedenti.

Il 30 ottobre anticipiamo l’apertura di REf Kids & Family per l’open day del Mercato di Testaccio in occasione di Halloween. Romaeuropa presenta in questo frangente due laboratori teatrali a tema: i bambini si cimenteranno nella realizzaizone di scenografie, costumi e dialoghi ispirati a Nightmare Before Christmas e Coco, diventando scenografi, costumisti, truccatori e attori.

Vi ricordiamo anche che questo weekend torna il Wave Market a PratibBus district, Fiera Nazionale dell’Artigianato e del Design di Roma.


ENG

 

What makes us human? What binds us? What imaginaries do we share? How are our stories intertwined? And which point of view do we privilege in telling them? What is our home? Our territory? What do we imagine?

The company Azkona & Toloza closed the festival last week with an invitation to slow down, to stop, to listen. And it is from here that we start again to move into the seventh week of the thirty-sixth edition of the Romaeuropa Festival.

An imaginary red thread takes us from Latin America to England, where director and playwright Alexander Zeldin (resident artist at the London National Theater) gave birth to Love, after reading a report written by a British charity in which they collected the testimonies of families located in temporary accommodation and reception centers during the Christmas holidays. The show (presented from the 28th to 30th of October at Teatro Argentina in co-realization with Teatro di Roma) takes us to one of these centers, in the cold of a Christmas season like any other, to meet a man with his elderly mother, a pregnant woman , his partner, two migrants… all together, forced into the same living space for an indefinite time, a limbo in which life is a constant wait: the wait for the administrative procedures they need to move elsewhere. For over two years Zeldin has involved families living in emergency housing in Love’s rehearsal, but his play is not a documentary or a political accusation. With a delicate, ironic, moving gaze, the English director invites us to perceive the tragic and miraculous nature of life, making the daily struggle and humanity of those who are homeless the main character.

Dorothée Munyaneza the director, originally from Rwanda, of British nationality and based in Marseille, returns with a song of joy and liberation, her show Mailles, which celebrates female power and strength by bringing together six highly committed women from different parts of the world on the stage. Voices from Afro-American, Haitian, Danish, British or Brazilian women, stories of singers and dancers come together on the stage to build a single choir, a space in which to exorcise the memories and the wrongs suffered. “In recent years I have met free, powerful, committed artists, bold, hybrid, bearers of stories of long marginalized, abused, segregated people, considered insignificant for a long time (…). Dancers, actresses, performers, authors, composers, cooks. We are mixed stories. We are melodies. We are humanity. We are crossed. Beyond identities, we are geographic, generational and professional ties “, tells the artist.

Mazùt – it is the second time at the festival for the Franco-Catalan company Baro d’Evel – is a new thrust into imagination, in the possibility of telling the strength, fragility and beauty of the human through imagination. On stage from the 27th to 31st of October at teatro Vascello, the show is a new visionary jubilation capable of dissolving boundaries between dance, theater and contemporary circus to build a space inhabited by a man and a woman, by their acrobatic movements, by their ability to transform reality into a place populated by heroes and prisoners, wild and sung horses, cardboard houses, skies and walls of paper. A new fragile dream hanging like a bubble of soap in which time is nothing more than a romantic pas de deux.

And it is with this movement that we are approaching the events dedicated to dance this week: on the 26th and the 27th of October at the Pelanda/Mattatoio the company Kor’sia presents IGRA – ????, the winning project of the new edition of the Vivo d’Arte call created in collaboration with the Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation and dedicated to Italian artists residing abroad. The company focuses on Jeux by Nižinskij, a ballet created for the Ballets Russes to investigate with a new gaze the traces it left, the themes we inherit and which are part of our present.
For the second appointment with Dancing Days, on October 30th we will host at the Mattatoio Stefania Tansini with My Body (the winning project of DNAppunti Coreografici 2020) and Iris Karayan with UNAUTHORISED, a live collage of enactments and physical mutations from music videos and youtube, an aseptic and luminous space invaded by the physicality of the performers and aimed at exploring the emotion of the body.
To close this week of the festival we will take a dip into the Italian new wave with the first live of Mephisto Ballad, the latest album by Gianni Maroccolo and Antonio Aiazzi, in the presence of the director and actor Giancarlo Cauteruccio (famous for the Aeneid he staged together with Liftiba) symbol of a dialogue between rock music and the languages of Italian performing arts.