Trisha Brown nasce ad Aberdeen (Washington) nel 1936. La sua prima formazione avviene presso il Mills College di Oakland (California). Giunta a New York, intorno alla metà degli Anni Sessanta inizia a lavorare con il leggendario gruppo di coreografi che darà vita al Judson Dance Theatre ed insieme ad artisti quali Steve Paxton e Yvonne Rainer crea lavori che travalicando i confini degli appropriati movimenti coreografici, determinano un cambiamento epocale nel mondo della danza.
Nel 1970 forma la sua compagnia (che rimane esclusivamente femminile fino al 1979), per la quale crea un gran numero di brani (che resteranno a lungo nel suo repertorio) apprezzati in tutto il mondo sia per il rigore strutturale che per la fluidità dei movimenti. I suoi primi lavori inaugurano il periodo illustre degli “Equipement pieces”, coreografie che muovono il corpo, giocando con la gravità, in spazi non convenzionali quali tetti e pareti (Man Walking Down the Side of a Building, 1969; Walking on the walls, 1971; Roof pieces, 1973). Allo stesso tempo esplora le strutture matematiche con Locus (1975) e l’integrazione del movimento ai testi recitati con Accumulation (1971), With Talking (1973) e Plus Watermotor (1978).
Dal 1979 Trisha Brown comincia a lavorare in teatro ad opere che si avvalogono della collaborazione di noti, ma soprattutto brillanti, artisti e musicisti, costituendo un repertorio che rivitalizza e reinventa lo spazio scenico tradizionale quale contesto per la continua esplorazione della sua idea di movimento del corpo. Alla coreografa si affiancano Robert Rauschenberg e Laurie Anderson: nascono lavori quali Glacial Decoy (1979), caratterizzato da uno sfondo di foto in bianco e nero di Robert Rauschenberg, Set and Reset (1983), con costumi e video clip dello stesso Rauschenberg e partitura di Laurie Anderson, Astral Convertible (1989) e Foray Forêt (1990), ancora con Rauschemberg, If you couldn’t see me (1994), singolare solo interpretato unicamente di spalle dalla stessa coreografa.
Nel 1986 dopo aver coreografato e danzato Carmen di Bizet, messa in scena da Lina Wertmuller per il Teatro San Carlo di Napoli, Trisha Brown sposta la propria attenzione sulla musica classica arrivando a mettere in scena, nel 1995, M.O. sulla monumentale Offerta Musicale di Bach, e nel 1998, Orfeo di Monteverdi, un successo internazionale, ma anche raggiungimento, da parte della coreografa, di una perfetta e totale integrazione fra musica, testo e movimento.
Con la collaborazione di due nuovi artisti, il “visual artist ” Terry Winters ed il compositore Dave Douglas crea, a partire dalla struttura e dai suoni del new jazz, El Trilogy, una trilogia – ultimata nel 2000 – che mostra la costanza di una ricerca sul movimento quotidiano che strutturandosi attraverso la musica si trasforma in virtuosistico ed assoluto.
Nel 2001 torna nuovamente al teatro musicale con Luci mie traditrici di Salvatore Sciarrino e nel 2003 firma il suo Present Tense che le vale il World Premier a Cannes.
Trisha Brown ha ottenuto svariati premi ed onorificenze nel corso della sua carriera, tra questi si ricordano la nomina, da parte del Governo Francese, a Chevalier (poi nel 2000, Officier) dans l’Ordre des Arts et des Lettres (1988) e, da parte del Governo Americano, ad Honorary Member of the American Academy of Arts and Letters, a cui si aggiunge il New York State Governor’s Art Award (1999). È stata inoltre la prima coreografa donna a ricevere la borsa della Mac Arthur Foundation per il suo contributo al mondo della coreografia.