L’Orchestra nazionale e Coro del Capitole di Tolosa, diretta da Michel Plasson, ha eseguito, in forma di concerto, quest’opera del “cittadino” Cherubini, presentata per la prima volta la sera del 16 gennaio 1800 al teatro Feydeau di Parigi: perfettamente in linea con lo spirito di questa edizione del Festival, è un piccolo compendio degli ideali rivoluzionari, convogliati nel racconto di un episodio, realmente accaduto, di ribellione al potere monarchico. La vicenda, narrata nel libretto di Jean-Nicolas Bouilly, è ambientata infatti durante il carnevale del 1647 ed ha come protagonista il popolano Micheli, portatore d’acqua, che offre rifugio al nobile ribelle Armand ed a sua moglie, in fuga dalle persecuzioni della polizia di Mazarino: anche grazie al lieto fine, capace di unire ragione politica (il Popolo ottiene la grazie per l’amato Conte Armand, una volta che questi è catturato dalla polizia) e sentimento (il figlio di Michele, Antonio, sposa la giovane Angeline), l’opera di Cherubini ebbe all’epoca un successo immenso, gran parte del merito del quale va comunque attribuito alla bellezza della musica e alla straordinaria ricchezza dell’orchestrazione – uno dei primissimi esempi italiani di sinfonismo messo a disposizione del teatro.
Rassegna stampa
“Musicalmente il lavoro raggiunge, in più momenti, livelli di vera completezza artistica e la grande vena del miglior Cherubini si riconosce anche nell’impianto “discorsivo” della scrittura. La varietà di stile, che passa dal clima rurale dell’aria Un pauvre petit savoyard alla geniale costruzione del sestetto che chiude il primo atto, è sempre sostenuta da una lucidissima scrittura orchestrale dove le esigenze narrative trovano accenti timbrici e ritmici assai variegati. Non mancano, inoltre, tratti descrittivi di forte impatto emotivo, come all’apertura del secondo atto in cui la delicatezza dell’alba trascolora in possenti accenti militari al risveglio della guarnigione (coro dei soldati Point de Pitié! Point de clemence!). Insomma, se non di capolavoro si tratta, queste Deux journées meritano un posto di tutto rispetto nel panorama melodrammatico dell’epoca e la realizzazione teatrale aumenterebbe di molto il fascino di una partitura già così seducente.
L’esecuzione guidata da Michel Plasson ha perfettamente individuato le giuste cadenze drammaturgiche, con scelte calibratissime dei tempi e perfetti risultati di equilibrio dinamico e coloristico. […]
Successo pieno al termine, da parte di un pubblico numeroso e conquistato dalla scoperta di tale preziosissimo gioiello musicale”.
(Carlo Boschi, L’arte e lo stile di Cherubini per celebrare la rivoluzione, Il Messaggero, 26 luglio 1989)
“Una partecipazione assai attenta del pubblico e consensi assai vivi hanno accompagnato l’esecuzione oratoriale de Les deux journées sotto la sensibile e scattante guida di Michel Plasson. Un successo entusiastico ha infine coronato il concerto, durato una novantina di minuti senza intervalli e in lingua originale, con bis del conclusivo coro Livrons nous tout à la joie che è la sigla liberatoria dell’opera. E a Roma Les deux journées passa alla storia come uno degli eventi artistici più significativi della stagione. […]
In tutto l’arco de Les deux journées si impone con autorevolezza estrema la sagacia della scrittura cherubiniana. Una sagacia che non è soltanto abilità tecnica ma inventiva generosa, geniale. E tutto si traduce nel fluire di una scorrevolezza melodica, immediata e fantasiosa, nel tradurre in spontaneità di accenti sia le effusioni nel patetico, sia gli afflati popolareschi che travalicano l’ambito del teatro napoletano coevo, spiccatamente della Nina paiselliana, come un tempo si credeva, per gettare un ponte verso la sensibilità romantica.
Oltre a lumeggiare le premonizioni moderne, la direzione di Plasson ha puntualmente individuato la sostanza classica delle idee musicali di quest’opera, rilevando lo spessore della trama strumentale ma anche l’omogeneo equilibrio dell’insieme, con un disegno interpretativo assai efficace”.
(Luigi Bellingardi, Il piccolo Savoiardo, Corriere della Sera, 26 luglio 1989)
Crediti
Musica Luigi Cherubini
Testo Jean-Nicolas Bouilly
Direzione musicale Michel Plasson
Direzione dei Cori Marcel Seminara
Ensemble Orchestre National du Capitole de Toulouse
Solisti Jean-Philippe Lafont (Mikéli), Leonard Pezzino (Antonio), Christian Papis (Armand), Maryse Castets (Costance), Edwige Courtis (Angeline), Jean Louis Soumagnas (il comandante), Philippe Courtis (voce recitante)