Come anche l’Arte video in Germania e Paesi dell’Est, la rassegna di arte elettronica curata da Colette Veaute e Nicola Sani si sofferma in questa edizione, con Arte sonora, sulle nuove produzioni europee. Vengono presentate installazioni e percorsi sonori, tra cui le cinque composizioni in prima assoluta di Johannes Goebel, Jon Rose, Ulf Langheinrich ed Eduardo Polonio (commissionate dal Romaeuropa Festival), oltre ad opere di Nicola Sani ed alla straordinaria creazione di Goebbels che, con molteplici suggestioni sonore, ripropone la metodologia di scavo di Schliemann, l’archeologo che fece riemergere Troia.
In collaborazione con RNE – Radio Nacional de España, Accademia di Spagna, ORF – Österreichische Rundfunk, Istituto Austriaco di Cultura, ZKM – Zentrum für Kunst und Medientechnologie Karlsruhe, Goethe Institut Rom, RAI RadioUno, Westdeutscher Rundfunk Colonia, BBC – British Broadcasting Corporation, Accademia di Romania, Radiodiffusione Romena, VPRO – Vrjzinning Protestantse, Radop Omroep – Olanda, YLE YleisRadio – Finlandia, Audio Arts Londra, IBA Radio Gerusalemme, JRT Radio Belgrado, CECM Radio Bratislava, SFB – Sender Freies Berlin, Hessischer Rundfunk Francoforte.
IL GRAND TOUR NEI NUOVI SCENARI DELL’ARTE ELETTRONICA
di Nicola Sani
Che cosa hanno in comune i viaggiatori che hanno attraversato l’Italia, da Montaigne fino alla prima metà del nostro secolo alla ricerca delle radici della classicità e della cultura mediterranea, con gli attuali viaggiatori degli spazi virtuali? Cosa hanno in comune gli artisti del passato con quelli che oggi attraverso i media elettronici cercano nuove forme di linguaggio e di rappresentazione? Apparentemente nulla, ma a ben guardare troviamo impensabili analogie. Per prima cosa il concepire il viaggio come elemento fondamentale di un processo di ricerca espressiva. Il viaggiatore che partiva per il Grand Tour in Italia si metteva in viaggio perché solo attraverso quella esperienza poteva trovare risposta agli interrogativi sul proprio rapporto con la materia. Viaggiava attraverso l’Italia per interrogarsi e per interrogare la contemporaneità a partire dall’esperienza storica della classicità. Al tempo stesso viveva un’esperienza di estraneità pensando però di ritrovare in quell’estraneità i punti di riferimento su cui era basata la propria formazione culturale. E se ripercorriamo alcuni dei nomi di viaggiatori appartenenti alla grande cultura europea che hanno attraversato l’Italia negli ultimi quattro secoli, vi troviamo autori appartenenti a diversi campi dell’arte e del sapere, nella cui opera in una certa fase vi è stata l’influenza determinante del viaggio in Italia. Montaigne, Poussin, Charles De Brosses, William Beckford, Elisabeth Vigéé -Le Brun, De Sade, Montesquieu, M.me de Stael, Goethe, Chateaubriand, Stendhal, Byron, George Sand, Andersen, Dumas, Goncourt, Dickens, Edward Lear, Liszt, John Ruskin, Flaubert, Wagner, Hippolyte Taine, Nietzsche, Maupassant, Zola, Wilde, Rilke, Proust, Mann, Kafka, Benjamin, Musil, Klee, Gorkji, Cocteau, Ezra Pound, Joyce, von Hoffmanstal, Huxley, Freud, sono solo alcuni tra coloro che hanno attraversato la nostra penisola alla ricerca di quelle risposte che solo nella terra della classicità avrebbero potuto trovare.
Molti di quegli intellettuali e uomini di cultura, soprattutto nei tempi più vicini a noi, cercavano in Italia quei contrasti, quelle lacerazioni, quelle contraddizioni, che altrove non erano più percepibili o erano sopite. Sublime e demoniaco si alternano come anime complementari nella ricerca faustiana di contrasti del viaggio in Italia. Accanto agli elogi per la grandezza degli artisti italiani, Stendhal scriveva con grande lucidità nella sua biografia di Rossini, a proposito del malessere italiano: “Immagino un terribile mostro, un drago della favola, rigonfio di veleno, che esce dal fango di immense paludi; appare di colpo in mezzo alle campagne ridenti e coperte di fiori; la voluttà lascia il posto al terrore; è un essere malvagio, forte, irresistibile, dal quale ci si può aspettare solo del male, e che si lascia passare, che si cerca di evitare quando si fa vedere, ma nessuno ha il coraggio di guardarlo…”. Correva l’anno 1823, ma come non associare queste riflessioni alle immagini delle recenti tragedie che hanno attraversato il nostro paese? Anche se oggi si è perso quel senso del viaggio in Italia, sono molte le tracce comuni sulle quali si sono mossi i viaggiatori che hanno attraversato il nostro paese nelle varie epoche, da Montaigne a Freud.
Fino alla prima metà del nostro secolo era rimasto intatto il senso della scoperta, perché in Italia era ancora possibile, fino ad un tempo relativamente recente, scoprire qualcosa di veramente diverso da ciò che esisteva altrove, con legami a tradizioni profondamente antiche. E Roma, la città del “sogno” freudiano, è vicina a quella metropoli virtuale, rappresentazione immateriale della memoria, che oggi vogliamo rappresentare attraverso un nuovo tipo di viaggio.
A noi, come si era detto all’inizio, in questo contesto interessano i viaggiatori che scoprono l’Italia attraverso una rappresentazione virtuale e fatta di immagini e suoni. Su questo progetto, quello di un Grand Tour virtuale, abbiamo pensato il programma della nuova sezione che Romaeuropa dedica all’Arte Elettronica. Un suggerimento e qualcosa di più per gli artisti, per pensare a progetti che abbiano aderenza con il rapporto tra memoria e contemporaneità. Nel programma di installazioni sonore abbiamo chiesto ad alcuni compositori internazionali, da Johannes Goebel a Jon Rose, da Ulf Langheinrich a Eduardo Polonio, di immaginare i suoni per uno spazio di esecuzione inedito: il chiostro dell’Accademia di Spagna a Roma. Un luogo antico, da cui vengono proiettati i suoni della contemporaneità, uno spazio entro cui l’immagine sonora viaggia liberamente ed entro cui è possibile muoversi liberamente, un luogo di ascolto della musica e dell’arte sonora diverso dalla tradizionale sala da concerto.
Nel programma di arte video abbiamo scelto quest’anno un orientamento geografico. Se da una parte esploriamo la produzione di una delle realtà più tecnologicamente all’avanguardia in questo settore, quella della Germania, dall’altra per la prima volta presentiamo un ampio itinerario sulle realizzazioni nei Paesi dell’Europa dell’Est. È un’occasione unica per conoscere ciò che è stato prodotto negli ultimi venti anni in realtà solitamente poco frequentate dai festival video internazionali, eppure interessantissime per il livello qualitativo della proposta. È un altro tipo di viaggio, che ci permette di scoprire, attraverso il linguaggio dell’avanguardia artistica contemporanea, l’evoluzione di tutta una scena culturale che ha caratterizzato i grandi cambiamenti dell’Europa di oggi.
Seguiamo quindi alcuni artisti formatisi nell’Est, ma attivi poi in altri Paesi, come Zbigniew Rybczynski a cui dedichiamo un’ampia programmazione dai primi lavori in Polonia fino alle più recenti realizzazioni negli Stati Uniti e in altri paesi europei. Anche le migrazioni, il confluire di una cultura nell’altra, la commistione dei linguaggi, fanno parte delle forme dell’arte elettronica di oggi, che tende ad integrare le espressioni e la molteplicità dei linguaggi in un nuovo codice fatto di interrelazioni e uso simultaneo di media differenti.
Guardando il complesso della programmazione di questa nuova area dedicata all’elettronica, vengono alla mente i versi con cui Eliot apriva il primo dei suoi Quattro Quartetti: “Time present and time past are both perhaps present in time future”. A proposito delle realtà virtuali, delle nuove poetiche elettroniche, della scena multimediale questo rapporto di meditazione sulla storia è estremamente importante.
Quest’anno, aprendo una finestra sul futuro, vorremmo rappresentare la nuova stazione di un viaggio destinato ad arrivare ancora molto, molto lontano.
PROGRAMMA
Accademia di Spagna, 6 luglio 1993
RADIO NACIONAL D’ESPAÑA – RNE
RADIO – 2 ARS SONORA
(per Romaeuropa Festival 1993)
A. Roving
Di Eduardo Polonio
20′
L’opera è un viaggiare attraverso testi poco noti… S’inizia questo viaggio con un testo di Byron, da cui è tratto il titolo dell’opera. Il materiale sonoro dell’opera è estratto in buona parte da un lavoro sui testi realizzato con programmi per calcolatore. Mi interessava che tali testi, più che generatori, fossero pretesto, “guida di viaggio”, di una musica elaborata in forma di glossa.
I
So, we’ll go no more a-roving
So late into the night,
Though the heart be still as loving,
And the moon be still as bright.
For the sword outwears its sheath,
And the soul wears out the breast,
And the heart must pause to breathe,
And love itself have rest.
Though the night was made for loving,
And the day returns too soon,
Yet we’ll go no more a-roving,
By the light of the moon.
Poema di Lord Byron, scritto a Venezia nel 1817 e pubblicato solo nel 1980 (A Choice of Byron’s Verse, selected by Douglas Dunn; Faber and Faber, London – Boston).
Radio – 2/R.N.E. per il Festival ROMAEUROPA.
Realizzazione L.I.E.M./C.D.M.C. e presso lo studio privato dell’autore.
II
A Milan, on se baigne avec les femmes, dans des baignoires de marbre blac; nous avions les baignoires, mais pas les femmes, et nous nous sommes bornés à nous laver le gland, dans le silence du cabinet de bain, sans avoir rendu ce soin de propreté nécessaire par aucune intromission suivie de bave et de fromage.
(Testi scelti dalle Lettres à la presidente, testi erotici di Théophile Gautier, Roma, 19 de octubre de 1850); Editions Sauret, Monaco.
III
“Un giorno in cui stavo guardando le Antichità di Roma di Piranesi in compagnia di Coleridge, questi mi descrisse una serie di incisioni dell’artista, chiamate i Sogni, nelle quali si rappresentavano le visioni che aveva avuto mentre delirava per la febbre. Alcune di queste incisioni (che descrivo solamente a partire da quello che me ne disse Coleridge) rappresentano dei vasti vestiboli gotici; altre delle macchine formidabili, ruote, cavi, catapulte, ecc., e fanno intuire una enorme potenza messa in opera o un’enorme resistenza sormontata. Ci si vede una scala che si eleva lungo una muraglia, e Piranesi che ne sale a tentoni i gradini. Un po’ più in alto, la scala finisce di colpo, senza nessuna protezione, non offrendo altra uscita che quella di una caduta nell’abisso. Succeda quel che succeda allo sfortunato Piranesi, si capisce che in un modo o nell’altro le sue fatiche finiranno in quel punto. Ma alzate gli occhi, e vedrete una seconda scala situata ancora più in alto, sulla quale si trova di nuovo Piranesi, questa volta in piedi sul bordo estremo dell’abisso. Alzate gli occhi ancora una volta, e vi accorgerete di una serie di scalini ancora più vertiginosi, e su questi il delirante Piranesi che continua la sua ambiziosa scalata; e così di seguito fino a che le infinite scale e il disperato Piranesi si perdono insieme nelle tenebre delle regioni superiori. È con la stessa capacità di sviluppo illimitato che l’architettura dei miei sogni cresceva e si moltiplicava all’infinito…”
(Testo citato da Marguerite Yourcenar in Sous bénéfice d’inventaire, proveniente da Le confessioni di un mangiatore d’oppio di De Quincey, o piuttosto da reminiscenze di Coleridge raccolte da De Quincey).
RAI – RADIOTELEVISIONE ITALIANA
RADIOUNO “AUDIOBOX”
(per Romaeuropa Festival 1993)
Mr. Aha May comes to town
Di Jon Rose
Composizione per “caos interattivo” e improvvisazioni per violino.
(Opera commissionata per il Romaeuropa Festival 1993)
“In questa nuova versione di Mr Aba May comes to town due concetti fondamentali della Teoria del Caos sono stati messi in risalto nel processo drammatico e nell’uso consequenziale di software interattivo. Come base principale, un sistema ad ultrasuoni misura continuamente i movimenti del braccio che si piega e del violinista. Questo flusso di informazioni e altri importanti parametri confluiscono nei DATIMIDI che a loro volta controllano un campionatore (sampler) o un sintetizzatore. Nel caso di Aha May, i suoni provengono da un campionatore Yamaha […]”(Jon Rose).
ÖSTERREICHISCHER RUNDFUNK ORF KUNSTRADIO – RADIOKUNST
(per Romaeuropa Festival 1993)
The Grand Tour
Di Ulf Langheinrich
Commissionato da TRANSIT per il Romaeuropa Festival 1993
A day tour – under pressure
Di Dezibel
Commissionato da TRANSIT per il Romaeuropa Festival 1993
A day tour è una riflessione musicale ed acustica sul trascorrere dei giorni, esposta attraverso un modo particolare ed originale che la materializzata o “cristallizzata” nelle 6 parti: Good Morning!; 1st Days Measure; Relaxing; 2nd Days Measure; Evening; Night… 6 Min Each (“under pressure”).
ZENTRUM FÜR KUNST UND MEDIENTECHNOLOGIE – ZKM
KARLSRUHE – GERMANIA
INSTITUT FÜR MUSIK UND AKUSTIK
(per Romaeuropa Festival 1993)
Après les Grands Tours
Di Johannes Goebel
15’ca
La composizione mescola alcuni suoni raccolti nel corso della lunga storia di scambi fra le Alpi del Nord e quelle del Sud. Vecchie pareti che, attraversate da innumerevoli viaggi, hanno risuonato di per così lungo tempo di molteplici note. Ne sono quasi stanche. La canzone delle pareti è piuttosto semplice. Forse, adesso e nel futuro, preferirebbero riflettere qualche altro suono.
Accademia di Spagna, 7 luglio
RAI – RADIOTELEVISIONE ITALIANA
RADIOUNO “AUDIOBOX”
Buon Mercato
The Grand Tour
Di Jon Rose
Musica ispirata a In Nomine di Henry Purcell.
Testo brani e citazioni da liriche e poesie erotiche della letteratura inglese
Voci Shelley Hirsch
Ensemble Orchestra del Second Viennese School (diretta da Johannes Rosenberg Jr.)
Violini e Interactive Computer Samples Jon Rose.
Rose ha scritto quest’opera sull’onda del desiderio, del lust. I brani sono scelti da poesie erotiche inglesi del XIX secolo. Racconta, attraverso le avventure di una giovane donna, l’evoluzione ed I cambiamenti avvenuti nelle abitudini e nel fare sessuale: i passaggi tra ambiguità e strane tendenze, fra edonismo e nichilismo, fra romanticismo e barocco.
Il progetto è stato commissionato dall’Australian Council For the Art per Romaeuropa Festival 1993.
Spiriti Materani
Di Lawrence “Butch” Morris
35′ – 1990
Questo lavoro, che utilizza suoni predeterminati ed improvvisati, vuole evocare i secoli di storia umana vissuta nei Sassi. Attraverso i campionamenti digitali si evocano i suoni caratteristici della città (come il rintocco delle campane o lo scorrere del torrente Gravina) e si evoca così la storia umana attraverso quella di un luogo “metaforico” come Matera.
Tufo Muto II parte – Opera Rock
Di Alvin Curran
37′ – 1990
Campionatore, strumenti elettronici A. Curran
Percussioni S. Baldoni, A. Erriquez, G. Loparco
Sax D. Di Fonzo, F. Marini, N. Pisani, D. Perrone, A. Sacco
Gruppo rock Déjà vu.
Musica di pietra, in un concerto-omaggio a Matera. La musica utilizza il tufo stesso come materia sonora, una grande cava è il luogo del concerto. In questo enorme buco nella terra – che rimanda a scavi, alla ricerca di una città immaginaria – le quattro pareti di tufo sono uno straordinario contenitore acustico, oltre ad un naturale generatore di echi molto complesso. Gli echi (che durano 6/7 secondi) consentono all’ensemble di fiati, percussioni e strumenti elettronici di intrecciarsi in un contrappunto ritmico e armonico, ricco e instabile. La presenza di voci dal dialetto materano, registrate e campionate, esalta la geografia culturale e le possibilità ritmico-musicali della lingua. I suoni frantumati di un gruppo rock spostano il sogno dell’antico al segno dei nostro tempo.
Radiomantra
Di Sergio Messina
17′ – 1991
L’idea è quella di un contenitore sonoro che si disponga ad accogliere tutte le forme di comunicazione audio. Vox Divina viene presentata nella versione radio. Si tratta di un missaggio di musiche e canti religiosi appartenenti a credo diversi. L’autore ha solo ordinato, creando così una liturgia virtuale e onnicomprensiva. Vox Divina costituisce la puntata pasquale della serie Radiomantra.
The Waste Land as a Hörspieldrama
(The Waste Land/La terra desolata)
Di Alessandro Fabrizi e Nicola Sani da T.S. Eliot
20′ – 1992
Questo Hörspieldrama è composto da 5 parti, corrispondenti alle 5 sezioni del testo di Eliot. La terza, The Fire Sermon, è la più particolare; in essa si riassume la composizione musicale. Ricorda i riti, i suoni caotici della Sagra della Primavera di Stravinskij, che qui si inseriscono nei riti e nel caos della città. In Notes to the Waste Land ci sono allusioni all’opera di Wagner Götterddämmerung, quando le voci delle Figlie del Tamigi si mescolano e si confondono con quelle delle Figlie del Reno.
Opera
Di Enrico Frattaroli
15’15” – 1992
Opera è una composizione sull’Ars acustica, una scrittura sulla “riscrittura”, ovvero come trascrivere un lavoro teatrale in un’opera sonora e acustica. La tragedia di Edipo è la tragedia “dell’ascoltatore”, o del non “capire”.
La natura ama nascondersi
Di Roberto Paci Dalò e Isabella Bordoni
10’20” – 1992
Il tutto è fondato sulla scoperta del prof. Walter Dalowitz dell’Università di Trieste, che ha ritrovato l’abbondante corrispondenza fra Mozart e Stadler e fra Mozart e altre personalità ungheresi. Strumenti tradizionali e tecniche odierne prendono i ruoli di Mozart e degli altri. Interferenze fra spazio e tempo, luoghi e personaggi, intreccio e dialogo fra passato e presente.
Faust
Di Lucio Gregoretti
22′ – 1993
Voce Sheila Concari
Baritono Sergio Leone
Arpa Lucia Bova
Violino Pierluigi Pietroniro
Violoncello Valentino Sani
Orchestra d’archi Camerata delle Arti di Roma
Direzione Massimiliano Carlini.
O quadri sonori, di Lucio Gregoretti. La situazione dinamica di questo Faust è quella di una “sceneggiatura musicale” che racconta astrattamente, attraverso i suoni, alcuni episodi del Faust goethiano. Formalmente l’opera è una sorta di poema sinfonico, inteso come composizione che trae, da spunti di carattere extramusicale, le proprie ragioni costruttive.
Accademia di Spagna, 8 luglio
RADIO NACIONAL DE ESPAÑA
R.N.E. 2 – ARS SONORA
Selezione da
“Ciudades Invisibles” (Città invisibili):
Vivos voco
Di Llorenç Barber
Prodotto da RNE-Ars sonora
12′
Llorenç Barber è sin dagli anni ’70 uno dei più importanti autori e organizzatori contemporanei spagnoli. Oggi è il responsabile della serie Paralelo, otras músicas. Vivos voto è la sua prima opera per campanili; nel 1988 ha realizzato un’opera per la città di Valencia de Ontinyent. Qui viene presentato un brano di questo strano concerto cittadino.
Viva Madrid, que es la corte
Di Isidoro Valcarel Medina
Prodotto da Ministero degli Affari Esteri
12′
Valcarel Medina è uno dei massimi protagonisti spagnoli nel campo dell’arte visiva, dell’installazione e della performance. Viva Madrid, que es la corte è la sua prima opera radiofonica. È un percorso pittoresco, sonoro, attraverso diversi luoghi di Madrid.
Desolación de la ciudad
Di Francisco Felipe
11′ ca
Francisco Felipe è uno dei fondatori dell’Ars Sonora. È un artista innovativo nel campo delle arti visive e sonore. Da 2 anni, e dopo numerosi viaggi, vive a Düsseldorf. In Neringen (la Città dell’Ambra) allude a leggende baltiche e lituane. Utilizza il collage come una tecnica espressiva. Desolación de la ciudad parla con naturalezza della realtà cittadina.
Spoken Madrid
Di Concha Jerez – José Iges
Prodotto da Ministero degli Affari Esteri.
18′ ca
Concha Jerez e José Iges hanno collaborato alla creazione di Spazio Sonoro e Visuale, ed hanno realizzato una serie chiamata Interferencia de los Medios. Spoken Madrid è uno degli episodi dove le voci della città si mutano in un paesaggio sonoro.
Ritirata
Di Emiliano Del Cerro
Prodotto da Ministero degli Affari Esteri.
17′ ca
Emiliano Del Cerro è chitarrista. Dal 1983 vive e insegna all’Università di Buffalo negli Stati Uniti. Nel suo studio ha realizzato Ritirata, uno svago musicale fatto di melodie intimiste e madrilene, come sottofondo un canto per due voci, e percussioni.
Palermo
Di Pedro Ellias
Prodotto da RNE – ARS SONORA
30′ ca
Ellias lavora in Italia, Spagna e Francia. Dalla serie Derivas è estratta Palermo, una composizione ispirata a temi fondamentali come l’esilio e la lontananza.
El ruido y la furia de Madrid
Di José Luís Carles
Coproduzione COM – 92
12′
Dal 1986 la ricerca musicale di Carles è orientata sullo studio dell’Ambiente Medio Sonoro, presso l’Istituto di Acustica del CSIC di Madrid. El ruido y la furia de Madrid (Identidad sonora de la ciudad) è la ricerca dell’identità di qualcosa che è immerso nella memoria, inconscia e profonda.
L’Escalier des Aveugles
Di Luc Ferrari
Coproduzione CDMC e la Muse en Circuit
34′ ca
L’autore è l’erede spirituale del gruppo di musicisti che crearono la “Musica Concreta”. È membro del GRM ed è anche il fondatore della “Muse en Circuit”. L’Escalier des Aveugles è una passeggiata per Madrid realizzata con 13 quadri, in ogni quadro interviene una giovane attrice.
Accademia di Spagna, 9 luglio
WESTDEUTSCHER RUNDFUNK COLONIA
WDR STUDIO AKUSTISCHE KUNST
Sdreamings
Di Josephine Truman, in collaborazione con K. Schoning
Realizzazione WDR Colonia.
27’17” – 1991
“Quando per la prima volta, verso i 20 anni, provai a suonare il didjeridu, mi accorsi di cose strane, intense, che mi turbarono assai. Mi sembrava di avere aperto la porta di un luogo comune a tutti i popoli. Sdreamings è una sorta di omaggio a questo mondo, o un invito a cercarlo, a sentirlo” (Josephine Truman).
Metropolis Buenos Aires
(Temi e variazioni sulla città)
Di Francisco Kropfel
Realizzazione WDR Colonia, Studio Akustische Kunst.
59’09” – 1989
“La conoscenza semiologica” è la base della ricerca musicale dell’artista nel cui linguaggio si mescolano ai suoni tradizionali, al tango, i paesaggi sonori della città.
Silent Landscape
Di Ronald Steckel
Realizzazione WDR Colonia, Studio Akustische Kunst.
20′ – 1990
L’artista vive a Berlino. La sua composizione è come un paesaggio polifonico acustico.
Metropolis Tokyo. Tokyo im Rennschritt
Di Emmanuelle Loubet
Realizzazione WDR Colonia, Studio Akustische Kunst
62’27” – 1990
“Gli occhi sono dei microfoni. Ritmi dei Taikos, rituali di trance dei Matsuri, fra tecnica, video, suoni, screpolature interiori, immobilità, rock, silenzio e rumori. Poi niente più tensioni, niente luci abbaglianti, solo un sorriso perpetuo” (Emmanuelle Loubet).
Lingua X Tichon Oder die Bedeutung des Weges
Di Thomas Schulz
Realizzazione WDR Colonia – Studio Akustische Kunst
59’45” – 1990
Il tema della composizione dell’artista berlinese Thomas Schulz è la costruzione del tunnel sotto la Manica, o il legame europeo della Gran Bretagna con il continente.
“Dal 1988 fino al 1993 si potrà osservare il mutamento del paesaggio dei fondiali marini; io lo trasformo in suono e compongo la mia sinfonia Lingua X Tichon. Compongo spazi sonori fra l’oggetto e l’immaginazione. Unisco al suono un’informazione linguistica, un luogo immaginario, il tunnel, che l’ascoltatore può percepire. Nel movimento Grave – Lines percussioni e ritmi attraversano un paesaggio artistico. Il foro viene come liquefatto, la pietra diventa la materia del suono. Scalped Landscape è un altro movimento violento dove è trascritto il possesso della terra. Ho voluto descrivere, interpretare con dei Lieder il più grande progetto di costruzione”.
Matera Sassi
Di Nicola Sani
Sound Editing Luca Spagnoletti
Realizzazione WDR, Studio Akustische Kunst.
20’55” – 1988
Nell’ambito di Metropolis dell’Hörspiel Studio della WDR, la composizione originale di Nicola Sani si inserisce come una visione sonora di Matera. Vi sono racchiusi i suoni dei Sassi, le antiche abitazioni scavate nella roccia, luogo oggi disabitato, dove Pasolini ha girato le immagini del Vangelo Secondo Matteo e che Carlo Levi ha descritto nel suo Cristo si è fermato a Eboli.
Accademia di Spagna, 12 luglio
RADIODIFFUSIONE ROMENA
Musica Elettronica ed Elettroacustica
In collaborazione con l’Accademia di Romania
Terra di pietra
Di Anatol Vieru
20’10”
Realizzata nello studio della Radio – diffusione Romena.
Pitagoreia
Di Lucian Metianu
18′
Realizzazione Staatliche Hochschule für Musik – Colonia
Roata
Di Corneliu Cezar
10′
Realizzazione Studi della Radio – diffusione Romena.
Movimento scenico I
Di Corneliu Cezar
7’50”
Realizzazione Studi della Radio – diffusione Romena.
Archeusis – Eufonia
Di Nicolas Brindus
20′
Interpreti Compagnia Archeaus
Direzione Liviu Danceanu.
Realizzazione I.R.C.A.M. – Parigi, mixage nello studio della Radio – diffusione Romena.
Musique Spectrale
Di Càlin Ioachimescu
14’10”
Realizzazione Studi di Musica elettronica dell’Unione dei Compositori di Bucarest.
Palindrom
Di Càlin Ioachimescu
13’30”
Solista sassofono Daniel Kinntzy
Realizzazione I.R.C.A.M. – Parigi; mixage: Studio di musica elettroacustica di Metz.
Zodiaque III
Di Ana Maria Avram
16’10”
Realizzazione studio “Hyperion” di Bucarest.
Pierre sacrées
Di Iancu Dumitresou
14’10”
Soatu (H)R
Di Octavian Nemescu
21′
Realizzazione Studi di musica elettronica del GMEB di Bourges.
Impar
Di Octavian Nemescu
21’33”
Solista Cristin Granicence
Realizzazione Studio di musica elettronica dell’Unione dei Compositori di Bucarest
CECM RADIO BRATISLAVA EXPERIMENTAL STUDIO
Simple electronic symphony
Di Miroslaw Bazlik
1975
È l’ottava composizione elettroacustica dell’artista, realizzata negli Experimental Studio. Quattro parti la compongono, Sonata, Cantus Firmus, Madrigale e Ciaccona, formando un ciclo per una particolare sinfonia.
Epitaph for Nicolaus Copernicus
Di Roman Berger
1974
Nella personalità e nella metodologia di pensiero di Copernico, Roman Berger trova molti punti comuni e simili al suo modo di procedere. La composizione è stata premiata al Festival di Bourges.
The cross and the circle
Di Martin Burlas
1989
È una visione poetica dei problemi dell’inquinamento, dell’atteggiamento degli uomini nei confronti del mondo. L’opera è divisa in sei parti simboliche.
At the roots
Di Magdalena Dlugosz
1991
Un ambiente raro, reso particolare da una selezione polifonica con tante sfumature. Il materiale sonoro è stato “preparato” presso gli studi di Krysztof Suchodolski. La composizione è stata realizzata in collaborazione con E. Kulka dell’EMS di Cracovia, presso l’Experimental Studio della Radio Slovacca di Bratislava.
Dreams
Di Juraj D’Uris
1989
Il compositore ha voluto creare in quest’opera una variazione sulle tensioni fra realtà e immaginario, dove l’intelligibile si muta in strati cromatici.
E 15
Di Peter Koloman
1974
Diverse sequenze compongono l’opera. Il ritmo musicale cambia e segue accenti e parametri quali Densità, Flusso, Poliritimia, Timbro.
La composizione ha ottento il secondo premio a Bourges nel 1974.
…and even rock would cry
Di Vitazoslav Kubicka
1982
Il lavoro è una variazione meditativa sullo strumento di base: il violoncello. I suoi suoni sono trasformati da strumenti elettronici.
Orthogenesis
Di Jozef Malovec
1966-67
Questa composizione è stata la prima ad essere realizzata nel campo della musica elettroacustica presso l’Experimental Studio della Slovak Radio di Bratislava. L’opera è ispirata al filosofo Teilhard de Chardin. Il confronto fra nuove tecniche e musiche tradizionali è l’altro tema trattato.
Composizione premiata al Dartmouth College di Hanover, USA, nel 1967.
Theorem
Di Jozef Malovec
1971
Theorem appartiene a un ciclo di opere che si presentano come riflessione acustica sulla memoria, sul proseguire e sull’interrompere, sul nobile e il banale.
Music To Vernissage II
Di Ivan Parik
1970
In quest’opera, la musica elettronica e la pittura s’incontrano, si rispecchiano, si turbano, e si confondono.
Harmonics
Di Iothar Vioigtlaender
1975
L’opera si divide in tre parti e si ispira al poeta Eugene Guillevic: frammenti per voce a solo, per coro, strutture strumentali e materiale elettroacustico.
Opera premiata a Bourges nel 1977.
Accademia di Spagna, 13 luglio
ÖSTERREICHISCHER RUNDFUNK ORF KUNSTRADIO – RADIOKUNST
A tourist in the soundscape
Di Lisl Ponder
1993, Kunstradio
Coinvolta nel progetto Fremdes Wien, Ponder si muove con trasporti pubblici attraverso tutte le diverse culture che rappresentano la vita della città di Vienna alla fine del XX secolo. L’artista fotografa e registra i suoni. Mentre le fotografie sono pubblicate tutte le settimane su una rivista, i suoni costituiscono il materiale di questa composizione. Lisl Ponger ha utilizzato la stessa tecnica di montaggio adoperata nei suoi primi lavori di cinema sperimentale.
Concerto Grosso Balcanico
Di Arsenije Jovanovic
Prodotto da ORF KUNSTRADIO
1993
Quest’opera è la più conosciuta dell’artista. “Il concerto è una visione aperta e libera del suono. Non distrugge, ma esprime la sofferenza umana in un modo impercettibile”.
VRIJZINNING PROTESTANTSE RADIO OMROEP NOS/VPRO – RADIO – PAESI BASSI
The tree were the wind lives
Di Joes Janssen – Paul Goodman
Commissionato da VPRO Radio
50′
Quest’opera è un collage realizzato con vari materiali sonori. Il titolo poetico preannuncia la tematica, che si oscilla fra mitologia e realtà. L’albero ed il vento sono paragonati alla donna, simboli entrambi di fertilità e di reincarnazione.
Awaken in floating colours
Di Vidna Obmana
Commissionato da VPRO Radio
50″
Composizione in 5 parti. Ognuna di esse è elaborata con lo stesso materiale musicale. L’opera radiofonica è una riflessione particolare sul mutare delle stagioni.
Symfony in Wrau
Di Kaleido Sonique – Robbert Bloemendaal – René de Groot
Commissionato da VPRO Radio
50′
Tre parti compongono la Symfony in Wrau: Natura, Religione, Droga.
Intreccio di sintetizzatori, registrazioni ed altre tecniche, testi e brani scelti da Baudelaire, Burroughs e Ellis. La Symphony in Wrau è una variazione su desideri e turbamenti dell’indole umana.
Sunwheel
Progetto di Michael Fahres con la collaborazione di Kurt Dahlke e Michael Jollich.
Prodotto da CEM STUDIO – ARNHEM – HOLLAND
Quest’opera è una variazione e riflessione sul sole. Osservazioni scientifiche del sole, osservazioni astrali, mitologiche e religiose, effetti magnetici, magici, interazioni, cicli solari. In questa composizione spicca il desiderio strano ma reale di prendere il suono dei raggi del sole. Prendere i suoni del calore, utilizzando “macchine architettoniche” antiche o contemporanee, di marmo o di acciaio. L’opera si svolge in uno spazio-tempo fittizio di 18 ore, fra il crepuscolo e il tramonto, fra giorno e notte, fra oscurità e luce. Sunwheel è una contemplazione dei mille aspetti solari che non ha un senso dialettico, non è un esperimento astratto, ma una suggestione per un evento.
Accademia di Spagna, 14 luglio
BRITISH BROADCASTING CORPORATION – BBC
RADIOPHONIC WORKSHOP
Fragment from childhood
Di Peter Howell
Fragment from childhood è un’opera elettroacustica che utilizza tutte le possibilità di un moderno studio di musica elettronica assieme ai suoni legati al mondo dei neonati. La composizione è stata costruita attorno a registrazioni dei suoni prodotti dalle due figlie gemelle dell’autore, nell’età compresa tra 0 e 3 anni.
Amazon Requiem
Di Elizabeth Parker
In quest’opera siamo nella foresta dell’Amazzonia: piove, attorno si sente la naturale bellezza della vita selvaggia, le tribù, abitanti la zona ormai da millenni. Di colpo un albero si sradica: l’inevitabile distruzione è iniziata.
A passing whale
Di Elizabeth Parker
La storia è stravagante. Un giovane cerca di salvare una balena insabbiata. Vede in lei sua zia: identificazione straniante. Ma questa zia vuole essere sepolta nel mare, immergersi nelle acque sul dorso di una balena. “La mia opera è un requiem per la balena e per mia zia; quando l’attrice ha recitato il testo, si è messa a piangere…”, scrive l’artista.
Premio FUTURA nel 1989.
Sleeptalking
Di John Hunt
Un musicista entra nei suoi sogni; rumori e suoni. Il compositore ha cercato di creare un ambiente in cui coesistano le emozioni e la drammaticità dell’ora notturna. Suoni, effetti, registrazioni, attori e musicisti, tutto ciò è il materiale musicale.
Mirooo
Di Richard Attree
Mirooo è un omaggio radiofonico al pittore catalano, nato cent’anni fa. È anche un viaggio sonoro attraverso le sue opere pittoriche della serie Il Carnevale di Arlecchino, realizzate a Parigi nel 1924. I testi di Miró accompagnano la musica di Attree.
Soundmoney
Di Tessa Watt – Tim Suster – Malcolm Clarke
Commissionato da Radio Beyond del Broadgate Centre
Il tema è il denaro, i suoi giri internazionali, il suo venire e scomparire.
AUDIO ARTS LONDON
OPERE DI WILLIAM FURLONG
California
Commissionato da The Institute of Contemporary Arts, di Londra.
4’40”
Individui che si chiedono da dove provengano. Il nome del paese nominato, la sua pronuncia, la sua musicalità dà informazioni più sensibili che la conoscenza della sua posizione geografica. Parole, suoni, immagini.
World Service
Commissionato da The Museum of Modern Arts di Oxford.
3’20”
Territori, confini conosciuti attraverso la radio, comunicazioni frammentate, interpretazioni.
Clapham Creggan
Commissionato da The Orchard Gallery di Derry (Irlanda del Nord)
2’57”
Un gioco di intonazioni su risposte (Clapham) e domande (Creggan) che genera sequenze verbali. Le parole vanno e vengono, sincronia o sovrapposizione di elementi astratti.
Uhms And Ahs
Commissionato da The Orchard Gallery di Derry (Irlanda del Nord)
3’07”
“Uhms” e “Ahs” normalmente rappresentano pause di riflessione nel discorso, in cui vengono organizzati i pensieri e formulate le idee.
Crossing
Commissionato da The Herbert Art Gallery di Coventry e BBC Radio 3
9′
I temi musicali sono il passaggio della gente attraverso alcune vie di Londra. L’architettura, i viaggi, il passeggio… altri ritmi, altri temi musicali.
Placement & Recognition
Commissionato da Audio Arts
5′
I rumori degli uccelli, paura, conflitto, rivendicazioni territoriali, cibo, comunicazioni, e tutto quanto possa costituirsi come metafora della vita in Gran Bretagna, o altrove.
Audio Arts Selection
10′
Sono presentate opere di John Cage, Jean Tinguely, Richard Long, Venice SFX, Song for Edwina, Joseph Beuys, James Joyce.
Accademia di Spagna, 15 luglio
IBA RADIO STUDIO ONE JERUSALEM
Il Dolce Suono
Di Ilana Zuckerman
Prodotto da Studio One, IBA Gerusalemme
Commissionato da Ars Sonora (RNE, Madrid)
13’30” – 1992
Le musiche sono state registrate nei dintorni di Gerusalemme e negli studi. Immagini che turbano la memoria, segreti, misteri, passato, paesaggi interni ed esterni.
The Angels of Tamara
Di Ilana Zuckerman 1
8′ – 1993
Ilana guarda Tamara che guarda Caterina mentre osserva gli angeli di Tamara che si muovono lentamente attorno ai lati della stanza, danzando, toccandosi gli uni con gli altri, fluttuanti pigramente sul pavimento, sorreggendo con nonchalance le loro pesanti ali, maschi e femmine quasi uguali, i segni del loro sesso quasi invisibili, muovendosi con sensualità, sorridendo con innocenza, vibrando eroticamente lungo le linee dei loro corpi. Ilana guarda Tamara che guarda Caterina mentre osserva gli angeli di Tamara.
RADIO BEOGRAD JUGOSLOVENSKA RADIOTELEVIZIJA JRT
Metropolis of silent/old ras
Di Ivana Stefanovic
Sandzak, religione fra quella musulmana e cristiana, fra oriente e occidente. I suoni raccolti sono come onde del passato prestigioso, tutto sempre sullorlo del silenzio, reale irreale, immaginazione, vibrazioni dell’artista stesso, poesia, riflessioni, nostalgia, rovine, in una composizione contemporanea.
YLE YO YLEISRADIO AB FINLANDIA
Opere di Patrick Kosk
Distrak (Sillalla) 13′ – 1985-92; Trance -dance 18’20” – 1980-81; Distractions pour l’eternité 1982-85
Quotations from History
Di Paavo Rintala, Ilkka Toiviainem, Jukka Jarvola, Mikko Laakso
Water Tales
Di Agnieszka Waligorska, Pekka Siren
12’50”
Radiocaravan
12’50”
Radiocaravan è basata su trasmissioni in onde corte, captate attraverso la Radio Finalndese, sul crollo del Comunismo in Unione Sovietica e sulla guerra nella ex Jugoslavia.
Accademia di Spagna, 16 luglio
HESSISCHER RUNDFUNK ARD
Schliemann’s Radio – 10 Protokolle
Di Heiner Goebbels
Prendendo spunto dalla relazione dell’archeologo Heinrich Schliemann sui suoi scavi a Troia, il compositore Heiner Goebbels lavora con i più svariati reperti sonori, tutti focalizzati su Troia e la sua storia: dalla musica contemporanea seria e leggera, alla prospettiva del XIX secolo (I Troiani di Berlioz), dalla rinascita delle armonie ellenistiche classiche nel Medio Evo, ai tentativi di ricostruzione degli inni della Grecia antica. A questa materia sonora Goebbels aggiunge inoltre i suoni naturali ed rumori provenienti dal mondo del lavoro e dalla vita quotidiana. In modo sempre nuovo e sempre sorprendente gli ascoltatori sono così invitati a scavi musicali in questo paesaggio sonoro. I 10 resoconti che non hanno però un carattere documentario, rispecchiano invece la metodologia di scavo in profondità seguita da Schliemann: “Scavare senza riguardi, mettere insieme frammenti, numerare cocci, ricoprire a volte qualcosa di importante, e tuttavia portare alla luce sempre qualcosa di nuovo” (Heiner Goebbels).
Schliemann’s Radio ha ottenuto il Premio Speciale della Giuria al Premio Italia 1992.
Of the melody of thinking
Di Roderich Gold
L’opera di Gold si ispira prevalentemente alle Elegie Duinesi di Rilke, dieci canzoni, scritte fra il 1912 ed il 1922, che esprimono una visione “fresca” dell’esistenza. Altri testi di Rilke, quali Von den Mädchen I, sono stati usati come materiale di base per altre composizioni di Gold. L’impasto sonoro nasce da un intreccio di brani di Ligeti, Eno, Cage, M. Mathieu e Paradis.
SENDER FREIES BERLIN S.F.B. HÖRSPIEL STUDIO
Padre, canto per una figura perduta
Di Mayako Kubo – Axel Vent
Prodotto da S.F.B. e S.R. (Saarländischer Rundfunk), negli studi di musica elettroacustica dell’Accademia di Basilea
37′ – 1992
È noto che con la rivoluzione industriale è stato messo in discussione il ruolo del padre. In Europa è scomparsa questa mitica figura. Oggi i padri sono spesso stanchi e fiacchi, o aggressivi e suscettibili. In altre culture le cose sono diverse. In Giappone qual è il suo ruolo oggi, e quale fu in passato?
L’opera è costruita in tre parti, e si muove come fosse una riflessione ed un’analisi sull’immagine del padre e del ruolo paterno nella cultura giapponese. Emerge, un po’ ovunque, l’assenza di questa figura che resta viva, forse, solo nell’immaginazione dell’artista, dove padre e uomo si confondono.
Mada.nces 1-7
Di Martin Daske
Coprodotto da Fondazione Gulbenkian di Lisbona
50’56” – 1992
“È morto il vecchio, gli altri scompaiono, danze e memoria”. Tre parti per una trilogia in sette episodi.
ROMAEUROPA E LA VIDEOARTE
di Monique Veaute
L’arte elettronica è l’arte del nostro tempo? Dal punto di vista tecnologico, lo è certamente, e dal punto di vista di ciò che quest’arte ha suscitato nel nostro fantasticare, lo è innegabilmente.
La produzione d’arte sottoforma di immagini video, o di creazioni sonore, ha a volte trovato attraverso la TV, o attraverso la radio, un modo di diffusione che non è quantificabile, e che ha messo quest’arte elitaria a disposizione di tutti. Stranamente, questa forma di diffusione ha spesso snaturato i suoi autori e le loro opere, poiché essi non lavoravano in spazi qualificati, che sono i musei, i cinema o le sale da concerto. Però l’arte elettronica ha permesso la creazione d’immagini irreali, di suoni inusuali e sorprendenti, permettendoci di accedere ad un universo di forme fantastiche.
Presentare quest’anno una nuova sezione dedicata all’arte elettronica è per il Festival Romaeuropa un traguardo privilegiato nella sua futura programmazione.
Un progetto per una videoteca europea è in preparazione. Ci sarà uno spazio speciale per le produzioni di videoarte, e si cercherà di valutare anche le realizzazioni video, che presentano percorsi attraverso le arti plastiche, la danza, la musica e gli spettacoli dal vivo.