Sin dalla pubblicazione del suo primo album da solista, Un meraviglioso declino, Colapesce, all’anagrafe Lorenzo Urciullo, si è imposto nella nuova scena cantautoriale italiana attraverso una scrittura limpida ed evocativa, un amore dichiarato per la Sicilia -sua terra natia- e una particolare attenzione al rapporto della sua musica con l’immagine video. Non è un caso se i suoi video-clip (spesso nati dalla collaborazione con animatori e illustratori) rappresentino sempre una seconda chiave di lettura, metaforica od onirica, delle sue stesse canzoni.
Tutti elementi che hanno accresciuto il suo hype facendogli conquistare, in pochissimo tempo, un pubblico numeroso e appassionato.
A un anno dalla pubblicazione del suo secondo disco, Egomostro, Colapesce presenta un progetto esclusivo pensato appositamente per il Romaeuropa Festival: Isola di fuoco. La forma canzone (intesa qui nella sua complessità letteraria e musicale) incontra le immagini di Vittorio De Seta, padre del documentario italiano.
Isola di fuoco è infatti il titolo del film girato a Stromboli con il quale il compianto regista palermitano fu premiato al festival di Cannes nel 1955. Non un live dedicato a questo grande Maestro, che con tanta perspicacia e poesia riuscì a cristallizzare tradizioni, usanze e riti del Sud Italia, ma un vero e proprio «concerto per visioni» (così lo definisce lo stesso Colapesce) per costruire un dialogo tra parole e immagini, documenti e musica o, forse, tra due modi differenti di narrare la Sicilia e il mondo.
Crediti
Durata 80′
Musiche Colapesce
Immagini Vittorio De Seta
Foto © Laura Lo Faro