Peter Eötvös ha composto la sua opera Senza sangue successivamente alla pubblicazione dell’eponimo romanzo di Alessandro Baricco, mentre il libretto di Mari Mezei è basato sulla parte conclusiva del romanzo e racconta la storia di un unico, drammatico, incontro.
Durante la guerra civile, un uomo e i suoi compagni uccisero l’intera famiglia di una ragazza. La trama dell’opera in singolo atto attraversa molte decadi: dal momento in cui la bambina incrocia lo sguardo con il giovane di 22 anni che ha sparato a suo padre, ma le ha risparmiato la vita, al momento in cui i due s’incontrano diversi anni dopo.
Dalla tragedia in poi, la donna aveva passato tutta la sua vita affetta da una sorta di schizofrenia e guardava a se stessa come un osservatore esterno. S’ipotizzava che avesse ucciso od organizzato l’omicidio degli assassini di suo padre, fatta eccezione per l’uomo che l’aveva salvata. Entrambi sapevano che si sarebbero incontrati di nuovo, ma nessuno dei due poteva immaginare cosa, dopo tutti quegli anni, quest’incontro avrebbe comportato.
Durante la loro conversazione, la storia prende una nuova piega. La donna non lo incontra per vendicarsi, ma per essere salvata dall’uomo ancora una volta. Desidera rivivere quello sguardo di tanto tempo fa: «lui che ci ha salvate una volta può farlo ancora e ancora».
Nella prima parte del concerto il direttore ungherese ci farà ascoltare il poema sinfonico Dalla culla alla tomba, una pagina di raro ascolto di Franz Liszt, e l’Adagio dell’incompiuta Decima Sinfonia di Gustav Mahler.
Durata prima parte 40’ – intervallo 20’ – seconda parte 50’
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Direttore Peter Eötvös
Mezzosoprano Sonia Ganassi Baritono Russell Braun
Liszt, Dalla culla alla tomba 14’
Mahler, Sinfonia n. 10: Adagio 22’
Eötvös, Senza sangue 50’ dal romanzo di Alessandro Baricco
Foto © Marco Borggreve