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Romeo Castellucci – Socìetas Raffaello Sanzio


Romeo Castellucci – Socìetas Raffaello Sanzio Romeo Castellucci – Socìetas Raffaello Sanzio Romeo Castellucci – Socìetas Raffaello Sanzio Romeo Castellucci – Socìetas Raffaello Sanzio
Romeo Castellucci – Socìetas Raffaello Sanzio

La Socìetas Raffaello Sanzio nasce a Cesena nel 1981 per iniziativa di Romeo Castellucci (regista), Claudia Castellucci (melode), Chiara Guidi (attrice) e Paolo Guidi (attore). Si tratta dell’incontro fa giovanissime personalità artistiche che intraprendono una aperta ricerca nell’ambito del linguaggio teatrale.
Molte le opere create negli anni e tutte significative nel ripensare e rimettere in gioco il linguaggio, il significato, il modo di fare, vivere e recepire il teatro.
Il debutto della compagnia avviene nel 1981 con Diade incontro a Monade. Nel 1983 ha inizio la serie delle oratorie (lettura di riflessioni teoriche che sviluppano alcuni degli argomenti messi in evidenza dalle rappresentazioni della compagnia) che comprende i capitoli dall’Oratoria n.1: Rimpatriata artistica all’Oratoria n.5: Sono consapevole dell’odio che nutri per me, su testi di Claudia Castellucci – quest’ultima è inoltre parte de Il gran reame dell’adolescenza (1988), manifestazione dal carattere mitico per il tempo, il luogo e le modalità di svolgimento. Nel frattempo la sperimentazione lungo la linea del linguaggio porta il gruppo nel 1984 a creare una nuova lingua, “Generalissima”, assunta in Kaputt Nekropolis, presentato alla Biennale di Venezia allora diretta da Franco Quadri. Sarà tuttavia con Santa Sofia, teatro khmer (1985) che avviene la dichiarazione di guerra alle immagini condotta dall’interno: una spinta iconoclasta verso la vera immagine. Questa iconoclastia viene riproposta sul piano del linguaggio ne I Miserabili (1986), in cui l’Araldo, figura centrale della rappresentazione, resta immobile e muto per tutta la durata dello spettacolo. Nel 1987 con Alla bellezza tanto antica, si entra nella fiaba con il suo carattere mitico ed anti-storico ed emerge il carattere positivo, in senso politico ed esistenziale, del teatro. Da questo momento in poi l’animale affiancherà l’attore: ha il compito di scalzare tutto il divenire scenico per essere tale e quale è, l’animale è pura voce, non ha un linguaggio, ma una lingua.
L’anno successivo ha inoltre inizio l’attività della Scuola Teatrica della Discesa, diretta da Claudia Castellucci, dove la scuola, senza metodo e senza limiti di accesso, ha il compito di aiutare l’attore a riconquistare il proprio corpo, mentre il termine “discesa” allude all’esperienza che questi compie per scoprire come vergognosamente si nasconda dietro il linguaggio.
Lo stesso anno la compagnia fonda la Casa del Bello Estremo, luogo di lavoro e sede della Socìetas.
Nel 1990 la Società diventa Socìetas per sottolineare l’istanza comunitaria del proprio teatro e dopo il precedente La discesa di Inanna (1989) è ancora il mito strumento essenziale del loro fare teatro: con Gilgamesh, sempre su testo e regia di Romeo Castellucci, si perviene alla totale coincidenza fra superficie e senso: la verità è ciò che si vede. La straordinarietà di questa operazione è posta anche nel suo sottrarsi alla realtà dei media comunicativi e nel restituire, di conseguenza, tutto il valore alla memoria che si focalizza su ciò che ha consapevolezza di perdere per sempre. Il percorso attraverso i miti dell’antichità si conclude con una grande festa drammatica Ahura Mazda. Un capodanno di palcoscenico, come può apparire (1991): al centro la Persia, il luogo di nascita della scrittura e del libro, come luogo vastissimo e disseminato di libri, ed all’attore il compito, ora, di tornare al palcoscenico. Seguono poi Amleto, la veemente esteriorità della morte di un mollusco (1992) che continua questa “discesa agli inferi del linguaggio” prendendo il Libro per antonomasia della tradizione – quella legata all’autore -, Amleto di William Shakespeare. Segue poi Masoch. I trionfi del teatro come potenza passiva, colpa e sconfitta (1993) in cui l’attore è il masochista che manifesta la propria impotenza a creare un’altra realtà e questa manifestazione diventa potenza comunicativa. La coincidenza tra corpo e comunicazione avviene con Orestea (1995), in cui la macchina scenica si serve della tecnologia per dare vita alle forme del sogno. Questo spettacolo apre le porte dell’Europa al gruppo di Cesena, ricevendo fra l’altro il Canada Premio Masque D’Or 1997 come migliore spettacolo straniero.
La retorica è al centro dell’allestimento dello shakespeariano Giulio Cesare, produzione del 1997 (Premio Ubu come migliore spettacolo), dove si compie un viaggio all’indietro nel discorso fino a giungere all’articolazione dei suoni che sono alla sua origine: Antonio è un langirectomizzato, il suo discorso diventa corpo. Con Voyage au bout de la nuit (1999), dall’omonimo romanzo di Céline, sono il suono, il ritmo, la qualità, il timbro, il respiro che rendono presenti gli uomini, le reazioni e le relazioni. Nello stesso anno è realizzato anche Genesi. From the Museum of sleep, il grande affresco della storia dell’uomo suddiviso in tre quadri: At the beginning, Auschwitz, Abel and Cain che ottiene numerosi riconoscimenti tra cui Premio Ubu come migliore spettacolo dell’anno 2000, premio come migliore spettacolo straniero nell’ambito dell’international Dublin Theatre Festival 2000, Grand prix de la critique francese per la scenografia.
Nel 2000 Il Combattimento segna l’inizio di una proficua collaborazione fra la Socìetas ed il compositore contemporaneo Scott Gibbons. Con Uovo di bocca (2001), il mistero dell’articolazione della parola si snoda in insistite domande poste ad un dio silente: il corpo diventa voce, soffio, aria, incorporeo.
Nel 2001 la Socìetas avvia il progetto de la Tragedia Endogonidia, prima grande avventura teatrale del XXI secolo, rilettura in modo assolutamente rivoluzionario del mito della tragedia, che si sviluppa nell’arco di tre anni coinvolgendo dieci città europee, in ognuna delle quali è creato e rappresentato un Episodio il cui titolo è formato dalla sigla delle città di riferimento e da un numero progressivo (C.#01 Cesena, A.#02 Avignon, B.#03 Berlin, BR.#04 Bruxelles, BN.#05 Bergen, P.#06 Paris, R.#07 Roma, S.#08 Strasbourg, L.#09 London, M.#10 Marseille, C#11 Cesena), agli Episodi si acompagnano le Crescite, che approfondiscono una determinata e singola figura tra quelle che ricorrono nella Tragedia Endogonidia, permettendo di ampliare il prisma dei concetti e dei motivi drammatici di un singolo personaggio o di un certo quadro del dramma. Dell’intero progetto, i videoartisti Cristiano Carloni e Stefano Franceschetti hanno realizzato una memoria videografica, Ciclo Filmico della Tragedia Endogonidia.
Dal 1992 la Socìetas produce inoltre opere di teatro infantile con la regia di Chiara Guidi e Romeo Castellucci, tra cui si ricordano Le favole di esopo (1992), Le fatiche di Ercole (1994), Buchettino (1995), Hansel e Gretel e La prova di un altro mondo. Seguendo questa propensione, Chiara Guidi apre nel 1995, la Scuola Sperimentale di teatro infantile che si conclude tre anni dopo.
Come artista, Romeo Castellucci ha esposto in diverse città italiane e straniere le sue opere, mentre Claudia Castellucci ha pubblicato molti dei suoi testi, tra cui Uovo di bocca con la Bollati Boringhieri.
Lo straordinario percorso di questa compagnia, che ha pubblicato una nutrita serie di testi di teoria teatrale e prodotto autonomamente alcune opere video, le ha guadagnato, da tempo, una induscutibile posizione a livello internazionale.