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Accademia di Ungheria Palazzo Falconieri
10, 13, 17, 20 e 24 Giugno 1991
25romaeuropa.net

Nuovi spazi musicali


Una novità significativa per questa XII edizione della rassegna “Nuovi Spazi Musicali”, ideata da Ada Gentile, è consistita nell’apertura al panorama compositivo europeo. La precedente edizione era infatti incentrata attorno esclusivamente a musicisti italiani ed ungheresi. Tuttavia, nonostante l’allargamento, la linea guida della rassegna continua a rimanere fedele a se stessa: affiancare a professionisti affermati, artisti emergenti sia sul piano compositivo che interpretativo, nel desiderio di dare impulso ad un fertile dialogo e scambio.
La manifestazione è stata aperta da György Kurtág, considerato uno dei più interessanti compositori ungheresi: per la prima volta a Roma ha presentato, con la moglie Marta, alcuni brani da Játékok (Giochi), circa trenta frammenti che riecheggiano, “giocando” in modo inedito ed evocativo, sonorità di Bach, Scarlatti e Stravinskij. Un vero esempio della sua poetica del frammento e della miniaturizzazione ricomposta in opera.
Il secondo concerto ha voluto invece mettere insieme sulla scena esecutori italiani piuttosto noti, quali la pianista Marcella Crudeli ed il violoncellista Luigi Lanzillotta, con l’emergente contrabbassista Corrado Canonici dal curriculum già denso di impegni e con la preferenza per un repertorio principalmente contemporaneo.
Il clarinettista Ciro Scarponi, la cui fama interpretativa è dovuta alle sue doti di inventiva e ricerca sonora, ha affiancato, per la terza serata, due ensemble perugini: il quartetto di clarinetti Claravoce (da tempo noto per il repertorio di musica settecentesca) ed il quintetto vocale Novo Parnaso, segnato da una specifica attenzione ai compositori contemporanei, dei quali esegue spesso opere inedite.
L’Eder Quartet di Budapest, la cui nascita nel 1973 è dovuta all’iniziativa di alcuni allievi della prestigiosa Accademia di Musica Franz Liszt, ha accompagnato il pianoforte di Tiziana Moneta (nota soprattutto per le sue interpretazioni di musica contemporanea) nell’esecuzione di autori italiani ed ungheresi, quasi tutti al debutto italiano.
La rassegna è stata chiusa dal Parnassus Ensemble, allora giovanissimo gruppo (si era infatti formato nel 1984) dalla storia interpretativa già ricca di esecuzioni difficili e complesse tali da renderlo un ensemble particolarmente amato dai compositori che, per i suoi elementi, hanno creato appositamente delle opere.

I cinque concerti sono stati introdotti da cinque musicologi, non perché la musica debba sempre essere spiegata, ma per cogliere più a fondo rimandi, risonanze ed associazioni spesso non immediate per un orecchio non abituato.

RECITAL DI GYÖRGY KURTÁG E MARTA KURTÁG
Pianoforte György Kurtág e Marta Kurtág
Musica György Kurtág (brani dall’opera Játékok)
presenta Pietro Acquafredda
10 giugno

RECITAL DI MARCELLA CRUDELI, LUIGI LANZILLOTTA, CORRADO CANONICI
Musica Luis De Pablo (Ofrenda per violoncello solo); Joanna Bruzdowics (Stigma per violoncello solo), Hans W. Henze (S. Biagio, 9 agosto, ore 12.07, ricordo per contrabbasso solo), Nicolas Maw (The old king’s lament, per contrabbasso solo), Fernando Mencherini (Il codice, per contrabbasso solo), Barbara Kolb (Appello, per pianoforte solo), Aurelio Samorì (Invenzione per Marcella, per pianoforte solo), Riccardo Piacentini (Beaux gestes, per pianoforte solo)
Pianoforte Marcella Crudeli
Violoncello Luigi Lanzillotta
Contrabbasso Corrado Canonici
Presenta Riccardo Bianchini
13 giugno

CIRO SCARPONI – QUARTETTO CLARAVOCE – NOVO PARNASO
Musica Davide Anzaghi (Airy, 2 studi da concerto per clarinetto solo), Pippo Molino (Radici, per clarinetto solo), Giampaolo Coral (Raps VIII, per clarinetto solo), Paolo Ricci (Il risveglio, la danza, il grido, per quartetto di clarinetti), Marino Baratello (“Der himmel steht in flammen…” grande madrigale, per 6 voci miste a cappella), Piero Arcangeli (Cinque arie di sortita di Attilio Lolini, per 4 clarinetti e 5 voci), Francesco Pennisi (Purpureas rosas, per 4 clarinetti e 3 voci), Mauro Bortolotti (Nil lascivius est Charisiano, 5 epigrammi da Marziale, per 4 clarinetti e 5 voci)
Clarinetto Ciro Scarponi
Quartetto Claravoce Piero Vincenti, Marco Palazzetti, Emanuela Sinigaglia, Catia Zaganelli
Novo Parnaso F.M. Saracchini, G.Rossi, S. Pelacchi, S. Maccabei, U.Rinaldi, M. Cascianelli
Direttore Vittorio Bonolis
Presenta Giancarlo Simonacci
17 giugno

EDER QUARTET – TIZIANA MONETA
Musica Pieralberto Cattaneo (Quelques rien pour quatuor), Sonia Bo (Quartetto), Ada Gentile (Quartetto I), Vittorio Fellegara (Primo vere, per pianoforte e quartetto d’archi), György Selmeczi (Quartetto n.3), György Ligeti (Quartetto n.1)
Eder Quartet Janos Selmeczi (violino), Peter Szúts (violino), Sándor Papp (viola), György Eder (violoncello)
Pianoforte Tiaziana Moneta
Presenta Enrico Marocchini
20 giugno

RECITAL PARNASSUS ENSEMBLE
Parnassus Ensemble Peter Sheppard (violino) Susan Knight (viola), Philip Sheppard (violoncello), Janne Thomsen (flauto), Robert Ault (clarinetto), Aaron Shorr (pianoforte)
Musica George Benjamin (Sotileges, per pianoforte solo), Béla Bartók (Sonata n. 1, per violino e pianoforte solo), Sylvano Bussotti (Phrase a trois, per viola, violino e violoncello), David Matthews (Clarinet quartet per clarinetto, violino, viola e violoncello), Thea Musgrave (Chambert concerto n.2), Michael Torke (The yellow pages)
Presenta Maurizio Prosperi
24 giugno

 

NUOVI SPAZI MUSICALI
di Ada Gentile
(Direttore Artistico del Festival Nuovi Spazi Musicali)

Anche per quest’anno l’Accademia di Ungheria si presenta all’ormai tradizionale appuntamento con il Festival Romaeuropa 91 offrendo un ciclo di concerti di musica contemporanea che va sotto il nome di Nuovi Spazi Musicali e che non ospita più, come per gli anni precedenti, soltanto autori ed esecutori italiani ed ungheresi, ma che apre le porte all’Europa. Una delle peculiarità della rassegna è quella di promuovere la diffusione della musica contemporanea ed è per questo che molti lavori sono stati commissionati per l’occasione. Gran parte delle opere che ascolteremo sarà in prima esecuzione assoluta od in prima italiana e sarà così possibile ascoltare brani di autori che, poco conosciuti in Italia, sono invece già affermati nei loro paesi d’origine (Benjamin, Maw, Torke, Bruzdowics, Matthews, Musgrave, Selmeczi ecc.). Ho cercato, compatibilmente con gli spazi a disposizione, di offrire agli ascoltatori un panorama il più ampio possibile della situazione della musica contemporanea in Europa. A fianco dei 5 concerti ho voluto poi proporre, per la prima volta, una serie di 4 “Incontri – Concerto” con nuovi compositori sul tema Comporre oggi in Europa: sono, infatti, assolutamente convinta che il confronto delle varie tendenze, la discussione delle problematiche compositive siano utili e costruttivi almeno quanto l’ascolto delle opere. Tali incontri-concerto si terranno a Villa Medici, con l’ospitalità dell’Accademia di Francia, e daranno la possibilità a giovani dell’area romana nonché a sette borsisti delle Accademie di Germania, Francia e Spagna di illustrare il proprio linguaggio musicale e di ascoltare, con esecuzioni dal vivo, alcune opere scritte per l’occasione. Un particolare ringraziamento va allo sponsor (il quotidiano “la Repubblica”) ed alla Radio Televisione Italiana – RADIOTRE che registrerà l’intera rassegna. Desidero però rivolgere un saluto affettuoso e riconoscente a Renata Bertelli che ha preso a cuore sin dagli inizi le sorti del Festival Nuovi Spazi Musicali proponendolo all’attenzione del grande pubblico dei radioascoltatori.
Ringrazio infine l’Accademia d’Ungheria ed il suo nuovo Direttore Prof. Janòs Kelemen per l’ospitalità nella prestigiosa sede di Palazzo Falconieri nonché il British Council di Roma che ha reso possibile, con il suo intervento, l’effettuazione del concerto finale affidato al Parnassus Ensemble di Londra.

 

Rassegna stampa

“È un bel gioco della fantasia, tanto più intrigante, quanto più legato alla realtà del mondo e del suono. Il gioco della fantasia che produce Giochi sonori, che hanno nel pianoforte il loro prato smeraldino, luminoso di suoni in fiore. Correndo per il prato-tastiera, Kurtág, che ha per suo conto immagazzinato tutta la scienza possibile, si diverte poi a rifare tutto di testa sua. Una geniale testa sua, svettante in una felicità di nuovi pensieri. Raccoglie in quel parto quelli che più lo attraggono (li raccoglie sulla tastiera, a quattro mani, unendo alle sue quelle di Marta Kurtág, la moglie, straordinaria pianista anche lei) li spoglia, li ricompone a suo gusto.[…]”.
(Valente Erasmo, La tastiera magica di György Kurtag, l’Unità, 14 giugno 1991)

“Il suo pianoforte (Kurtag, n.d.r.) sembra quasi un gioco per sperimentare sonorità inusuali, proprio come fa un bambino con i suoi balocchi, preso da curiosità. Clusters (grappoli di note), puntillismo (note isolate lasciate virare sulla tastiera), glissandi veloci (rapide sequele di note ascendenti o discendenti) pennellano quadretti aforistici, miniature sonore, fugaci e cangianti, come un caleidoscopio che è sempre mutevole di fattezze e di colori.[…]”.
(Tozzi Lorenzo, I giochi di György Kurtag, Il Tempo, 16 giugno 1991)

“Il gruppo inglese Parnassus Ensemble composto da giovani strumentisti ha aperto il concerto con un brano per viola, violino e violoncello di Judith Weir, compositrice britannica classe 1954. Qui, dopo un attacco d’effetto del trio, il linguaggio si è impreziosito di passaggi virtuosistici abbinati ad ampie frasi melodiche. Subito dopo Phrase a trois di Sylvano Bussotti con lo stesso organico del pezzo precedente in cui, dopo una partenza tesissima del violoncello, caratterizzata da una linea particolarmente legante, i tre strumenti con suoni quasi sussurrati sono stati a turno solisti. Passaggio ad un’atmosfera estatica ed incantevole per il brano di David Matthews Clarinet quartet per clarinetto, viola e violoncello dove lo strumento a fiato crea, attraverso ampi volteggi, il vero filo conduttore di questa partitura. Coinvolgente e spiritoso il brano conclusivo in programma, The jellow pages di Michael Torke, una delle ultime leve americane, in cui attraverso piccoli giochi ritmici e microstrutture melodiche il compositore è riuscito a catturare in pieno l’attenzione del numeroso pubblico intervenuto”.
(Bondolfi Giulia, Giovani da sentire, Il Messaggero, 1 luglio 1991)